“Simeone? Io gli dicevo sempre che stava studiando da grande allenatore. Mihajlovic? Paga colpe non sue”. A scattare la foto del momento dei due personaggi del momento, in esclusiva per Io Gioco Pulito, è colui che ha offerto a entrambi la prima vera occasione da allenatore.
E’ Pietro Lo Monaco, l’uomo che ha costruito progetti e stagioni da record in quel Catania che fino a tre anni fa era temuto e rispettato da tutti, in Serie A. E’ quel dirigente che annusò evidentemente il talento necessario per un futuro da trainer nei due ex calciatori di Inter e Lazio, affidando loro la panchina a stagione in corsa.
L’occasione per Mihajlovic arrivò nel dicembre 2009, per Simeone la stagione successiva. Ironia della sorte: esordirono entrambi con una sconfitta, ma centrarono successivamente la salvezza raggiungendo record storici per la società etnea. Medesimo piazzamento a fine campionato, tredicesimo posto in Serie A: il primo chiuse il con 45 punti, il secondo lo superò giungendo a quota 46.
Simeone e Mihajlovic, da pochi giorni con destini opposti, sono i nomi del momento: il primo ancora una volta protagonista in Champions League con la qualificazione in semifinale, il secondo con l’esonero amaro dalla panchina dal Milan e con una finale di Coppa Italia che non potrà mai giocare.
Cosa spinse Pietro Lo Monaco a scegliere proprio loro? “L’intuito, la conoscenza, la necessità della mia squadra in quel momento. Avevo bisogno di un tecnico con certi requisiti e quindi, avendo avuto un’azienda forte di riferimento che puntava sui giovani, diciamo che è stata abbastanza intuitiva la scelta di puntare su questi tipi di allenatori perché hanno tutti dato delle risposte positive”.
Simeone ha una marcia in più rispetto agli altri: “Sotto tanti aspetti Simeone ha anche bruciato le tappe, ha trovato l’ambiente giusto – spiega l’ex direttore generale -. Ha trovato la squadra e la società giusta ed è diventato il vero trascinatore di questo Atletico Madrid, che compete con le squadre più importanti d’Europa pur non avendo gli stessi mezzi di tante squadre e di questo va il maggior merito all’allenatore, che sta dimostrando di avere qualità notevoli”.
Lo Monaco svela poi un retroscena di quei primi passi da allenatore dell’ex centrocampista di Inter e Lazio: “E’ un trascinatore, è uno che diventa un tutt’uno con la squadra. Io gli dicevo sempre che era un grande capitano, che stava studiando da grande allenatore. Riesce a stare vicino alla squadra, a identificarsi nella squadra e a essere trascinatore. Questa è una grande capacità che lui ha”.
Se una faccia sorride, l’altra non può essere felice: “Mihajlovic al Milan, secondo me, paga colpe non sue. Paga aspettative della società che non sono in sintonia con il reale valore dell’organico – dice Lo Monaco -. Di conseguenza, mal costume nel calcio, a pagare è sempre l’allenatore. Ma a sei giornate dalla fine, con una finale di Coppa Italia da giocare, quindi con la possibilità di conquistarla, e un sesto posto da raggiungere, secondo me potevano anche evitarselo al Milan. Spendere 100 milioni di euro e approntare quell’organico, con quelle deficienze, evidentemente sono stati fatti degli errori in fase progettuale”.
Tra gli allenatori che hanno spiccato il volo dalla panchina del Catania c’è anche Vincenzo Montella, un’altra scommessa vinta da Pietro Lo Monaco: “Montella potrebbe aspirare sicuramente a squadre con altre ambizioni rispetto alla Sampdoria. Diciamo che non è stata una bellissima stagione finora. Ma ha tutto il tempo per potersi rifare. Sicuramente è un tecnico di valore, che ha una grande capacità di esprimere il lavoro sul campo”.