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Da Messi a Djokovic fino all’Italvolley: l’estate delle maledizioni sportive

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A volte non bastano quattro Palloni d’Oro per renderti felice. E a volte non ti basta nemmeno essere diventato un eroe nazionale nel giro di un’Olimpiade per dirti soddisfatto al tuo rientro a casa. L’estate del 2016 verrà ricordata, oltre che per gli spettacolari giochi di Rio e le emozioni del calcio tra Coppa America ed Europeo, come quella in cui alcuni campioni non sono riusciti, ancora una volta, a sfatare quelle che per loro sembrano diventate vere e proprie maledizioni.

Prendiamo il più forte calciatore attualmente in circolazione, ovvero Leo Messi: la ‘Pulce’ a livello individuale e con il suo club ha vinto (ripetutamente) tutto quel che c’era da vincere: il suo cruccio resta un trofeo con la Nazionale, che metterebbe a tacere tutti quei critici “che Maradona nel 1986 ha vinto un Mondiale da solo”. Nella Coppa America disputatasi negli USA Messi ha dato spettacolo fino alla finale, quando il Cile ha beffato la sua Argentina ai rigori. In campo con lui c’era anche Higuain, straordinario cannoniere che nelle partite che valgono tutto improvvisamente si ritrova con le polveri bagnate. Messi non l’ha presa bene, fino ad annunciare l’addio all’Albiceleste, poi revocato: nel Mondiale in Russia tra due anni l’argentino ci riproverà, forse anche per ‘vendicare’ la sorprendente vittoria ad Euro 2016 del Portogallo del suo eterno ‘nemico’ Cristiano Ronaldo.

Ma anche i Giochi di Rio in quanto a maledizioni non hanno scherzato: ad aver colpito di più gli appassionati italiani è senza dubbio quella che perseguita la Nazionale di volley. Partiti in sordina, Zaytzev e compagni sono diventati grandissimi protagonisti con un torneo che ha preso le sembianze di una marcia trionfale, almeno fino alla finale persa nettamente contro i padroni di casa brasiliani. Per l’Italvolley è l’ennesima delusione olimpica: per la terza volta l’appuntamento con la medaglia d’oro è rimandato.

Guardando oltre i nostri confini spicca l’assenza di un alloro olimpico nel palmares di un grandissimo campione del tennis come Novak Djokovic. Le lacrime del serbo dopo l’eliminazione al primo turno contro Del Potro rendono alla perfezione l’idea di quanto il numero uno al mondo tenesse a questo appuntamento: “Una delle sconfitte più pesanti della mia vita e della mia carriera – ha commentato Djokovic -. Non è facile da gestire, soprattutto ora che la ferita è ancora fresca. Non è la prima volta che ho vinto o perso una partita di tennis. Ma ai Giochi Olimpici è completamente diverso”.

Olimpiadi a parte un’altra tendenza decisamente preoccupante per lo sport italiano riguarda il calcio: con la pesante sconfitta interna con il Porto la Roma ha perso il playoff per accedere alla Champions League. Negli ultimi sette anni per sei volte l’italiana impegnata in questo appuntamento si è dovuta accontentare di partecipare all’Europa League: solo il Milan nel 2013/14 è riuscito ad accedere alla fase finale della competizione più importante a livello continentale. Ma questa maledizione sarà spazzata via dall’entrata in vigore, prevista tra due stagioni, della nuova formula della Champions, che garantirà ai campionati più importanti, tra cui la Serie A, quattro squadre qualificate direttamente ai gironi.

Ma se l’estate del 2016 ha confermato molte maledizioni, bisogna rilevare come alcuni piccoli-grandi tabù siano stati sfatati: in questo senso le storie più belle sono probabilmente quelle di Tania Cagnotto ed Elia Viviani. La tuffatrice, all’ultima occasione a cinque cerchi della sua splendida carriera, è riuscita finalmente a portarsi a casa due medaglie, mentre il ciclista veneto ha vinto un meritatissimo oro che lo ha ripagato dell’enorme delusione patita a Londra quattro anni prima. Infine il Maracanà, forse lo stadio più affascinante e celebre del mondo, che finalmente ha potuto festeggiare un trionfo calcistico del Brasile, come solo nella Coppa America del 1989 era riuscito a fare. A vincere l’oro olimpico sono stati infatti Neymar e compagni, che hanno fatto decisamente meglio della Nazionale verdeoro al Mondiale del 1950, sconfitta dall’Uruguay in un match passato alla storia come il ‘Maracanazo’, e del 2014, quando la Germania umiliò i padroni di casa con un clamoroso 1-7. Per i brasiliani è il primo oro nel calcio: un oro storico, perché sfatare quella che sembra una maledizione è qualcosa che resta nella storia. Chi ancora non c’è riuscito è pregato di riprovarci.

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