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Da “God Save the Queen” a “God Save the Tweet”: scoppia un altro caso di ‘omofobia social’ in Inghilterra

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Ci risiamo. Il dorato mondo del calcio ci ricasca per l’ennesima volta. In questa circostanza, il protagonista di dichiarazioni omofobe giunge dall’Inghilterra, precisamente da Coventry; si tratta del difensore del City Chris Stokes.

Il difensore degli Sky Blues è stato punito con un match di squalifica da parte della Football Association dopo che questi ha ammesso di aver violato le regole imposte dalla FA riguardo all’uso dei social media.

Il venticinquenne calciatore del Coventry City, attualmente militante in League One (la terza divisione inglese), era stato messo sotto inchiesta dalla FA per un commento fatto durante la partita di Premier League tra Chelsea e Tottenham Hotspur nello scorso maggio che risultava essere ‘ingiurioso e/o oltraggioso e/o inappropriato’.

Successivamente, è stato aggiunto che si era trattato di “Violazione Aggravata” poiché la frase utilizzata da Stokes includeva riferimenti all’orientamento sessuale dei calciatori. L’atleta, infatti, aveva pubblicato la seguente frase: “Che partita imbarazzante da vedere! Mucchio di fr**i”.

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Oltre a saltare l’incontro d’apertura della prossima stagione calcistica, il calciatore è stato sanzionato a livello pecuniario con una multa pari a mille sterline £1,000 e dovrà frequentare un corso educativo tenuto dalla FA.

Stokes ha cancellato il tweet incriminato, prodotto un comunicato di scuse presso i social media, insistendo sul fatto che egli non volesse offendere nessuno, ed, infine, scritto una nota per il sito ufficiale del proprio club di appartenenza.

Queste le sue parole: “Voglio innanzitutto chiedere perdono per la violazione commessa. E’ stato solo un mio momento di totale stupidità e sono davvero dispiaciuto per aver usato certi termini, io non sono assolutamente omofobo.

Ad ogni modo, sono consapevole del fatto che si sia trattato di un comportamento inaccettabile e senza alcuna scusante. Voglio porgere le mie più sincere scuse a tutti coloro che si sono sentiti colpiti dalle mie parole, sia tra i nostri fan sia a livello pubblico.

La società, all’interno di questo vespaio di polemiche, non è comunque rimasta a guardare ed ha pubblicato a sua volta un comunicato ufficiale: Il Coventry City FC si aspetta il più alto livello di professionalità dai propri giocatori dal momento che noi ci sentiamo come una famiglia e vogliamo che i nostri ragazzi si comportino come modelli da seguire per tutta la comunità di Coventry e del Warwickshire”.

“Stokes ha ricevuto delle lezioni da parte di alcuni membri di Kick It Out (organizzazione presente sul territorio inglese dal 1993 che si occupa di campagne contro il razzismo nel calcio ndr) ed il Coventry City FC si impegna a continuare a lavorare fianco a fianco con i propri tesserati affinché questi ultimi abbiano una condotta adeguata

Al termine di questa brutta pagina a tinte britanniche, Stokes ha deciso di eliminare i propri account da ogni tipo di social network.

Si tratta di episodi, purtroppo, non nuovi nel mondo del calcio, in particolare quello inglese. Soltanto l’anno scorso, infatti, il centrocampista del Fulham Ryan Tunnicliffe aveva ricevuto la stessa punizione toccata a Stokes da parte della FA per aver definito in un tweet ‘sausage boy’ il calciatore Patrick Bamford.

Un altro esempio di ‘omofobia social’ nella terra della Regina Elisabetta riguardò il fantasista, attualmente alla Lazio, Ravel Morrison. A febbraio del 2012, il calciatore, allora militante nel West Ham, si rese protagonista di uno scambio di tweet al vetriolo con alcuni fan del Manchester United e cadde nell’insulto omofobo, venendo comunque puntualmente punito dalla Football Association.

Evidentemente, in Inghilterra esiste un problema radicato tra i calciatori sul tema; ciò che lascia ben sperare per il futuro, tuttavia, è la fermezza con cui la FA interviene in ogni circostanza per punire e provare a riabilitare i protagonisti dei vari scandali.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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