Qualcuno li chiamerebbe scherzi del destino.
José Fernandez gli Stati Uniti li aveva voluti fortemente. Tanto da essere arrestato nei suoi primi tre tentativi di abbandonare Cuba illegalmente ed attraversare lo stretto lembo d’oceano che divide l’isola dalla Florida.
Poi finalmente il sogno a portata di mano. 15 anni, Tampa. Finalmente gli Stati Uniti.
José sa giocare bene a baseball, molto bene. E viene subito notato dai Marlins di Miami.
Scelto al primo giro del Draft MLB del 2011. Esordio il 7 aprile del 2013.
Una carriera lanciata. 24 anni e la possibilità di diventare tra i più forti giocatori cubani di sempre.
José Fernandez è morto domenica 25 settembre all’alba. La barca sulla quale viaggiava si è schiantata contro degli scogli nella zona di Miami Beach, non lasciando scampo a lui e agli altri due uomini che con lui viaggiavano.
Ucciso dallo stesso mare con cui aveva dovuto combattere per prendersi i suoi sogni.
Uno shock per tutti.
Per la famiglia, soprattutto.
José aspettava un bambino che nascerà di qui a pochi mesi.
La nonna del lanciatore cubano ha avuto un attacco di cuore alla notizia della scomparsa del nipote.
I due erano stati protagonisti di un video molto toccante in occasione del loro primo incontro, nel 2013, sei anni dopo l’ultimo prima che José partisse per gli Stati Uniti.
Uno shock anche per i Marlins.
Non ha saputo trattenere le lacrime David Samson, presidente della franchigia di Miami, durante la conferenza stampa dopo la morte di José.
“Quando penso a José ho sempre impressa l’immagine di un bambino. Lui era proprio come un bambino, per la sua maniera di giocare, l’allegria che ci metteva. Sembrava un bambino di qualsiasi piccola lega locale” ha raccontato commosso Don Mattingly, manager dei Marlins.
Uno shock anche per tutta la comunità cubana.
José era per tutti un simbolo. Un simbolo di coraggio, di forza, di lotta per la libertà.
“Per tutti a Miami e soprattutto per i cubani, la sua storia dovrebbe essere un esempio di amore, speranza e fede. Nessuno deve dimenticarla” ha aggiunto sempre Samson.
Un lutto che ha viaggiato fino a Cuba.
Il Bar Prado y Neptuno è uno dei pochi luoghi pubblici dove si trasmette la MLB.
“Quando lanciava José, e come lanciava, il bar si riempiva. L’unico motivo per cui pagavo la birra che bevo qui era per vedere le sue partite. Mi fa molto male la sua morte improvvisa” ha raccontato El Gallego Antonio Olivares una delle icone delle peñas beisboleras dell’Avana.
Il Marlins Park, situato proprio nel quartiere della Pequeña Habana a Miami, si è trasformato in luogo di pellegrinaggio.
La gara contro gli Atlanta Braves è stata cancellata.
“Voi siete nati liberi, non capite cosa significhi davvero la libertà” diceva José.
Di lui, resterà soprattutto questo. Questo suo amore per la libertà.