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Crisi Libia: dietro lo spettro della Guerra Civile, c’è il calcio che prova a resistere
Negli ultimi giorni la Libia si trova sull’orlo di una nuova guerra civile. Nello stato nord-africano, infatti, è in corso una vera e propria offensiva da parte del generale Kahlifa Haftar, leader della Cirenaica: una delle tre regioni in cui è suddiviso il paese.
In riposta a ciò il primo ministro libico riconosciuto dalla comunità internazionale: Fayez Al-Sarraj, leader del governo di Tripoli e della regione della Tripolitania, ha lanciato una contro-offensiva denominata “Vulcano di Rabbia”. Tutta questa situazione lascia aperta qualsiasi strada e fa tornare nel paese quell’incertezza che la fa da padrone da quando è scoppiata la prima guerra civile nel febbraio 2011.
Il contesto attuale ha diversi effetti in vari ambiti quotidiani della popolazione locale. Tra questi, manco a dirlo, non poteva mancare l’ambito sportivo, in particolar modo quello legato al mondo del calcio.
In Libia era presente un vero e proprio campionato nazionale: la Libyan Premier League. La prima edizione di questa manifestazione si svolse nel 1963 e, a quel tempo, si trattava di un torneo a girone unico di 24 squadre che si affrontavano in partite di andata e ritorno.
Dalla stagione 2018/2019, però, si è deciso di dividere il campionato in due gruppi ben distinti tra loro, ciascuno composto da 12 squadre in base alla zona di provenienza. Tutto questo perchè, in tal modo, si voleva trovare una soluzione ai persistenti problemi di sicurezza presenti in Libia e alla difficoltà di spostamenti per via aerea di molte squadre.
In tutta questa situazione contraddistinta da divisioni e contrasti perenni vi è, però, una storia che, invece, ci parla di unità e fratellanza. La questione ha, per chi non lo sapesse, una protagonista principale: la squadra dell’Al Ahli Tripoli.
Essa, dalla sua parte, ha una bacheca di trofei di tutto rispetto. L’Al Alhi ha infatti vinto 12 titoli Libyan Premier League, 6 Libyan Cup e 2 SuperCup: tali numeri fanno sì che esso sia il club libico di maggior successo nella storia.
Le sue partite vengono giocate a Tunisi, capitale del piccolo stato nord-africano della Tunisia confinante con la stessa Libia, per evitare la perenne instabilità politica locale. Tutto questo non impedisce ai suoi tifosi di seguirla sempre e comunque.
Gli stessi supporter dell’Al Ahli rappresentano un qualcosa di speciale. Essi, infatti, arrivano da centri abitati come Tripoli, Misurata, Zintan, Bengasi e perfino da Sabha: tutte zone che, da altri punti di vista, in particolar modo da quello politico, non si sa quando riusciranno ad essere nuovamente unite.
Altra caratteristica che distingue tale team è il suo impegno sociale ed umanitario. Tutto questo è portato avanti, soprattutto, grazie al supporto di un fan club tutto al femminile.
Dal punto di vista storico l’Al Ahli viene fondato il 19 settembre 1950, poco più di anno prima che il paese nord-africano ottenesse l’indipendenza da Francia ed Inghilterra. Lo stesso stemma, una torcia, simbolo dell’indipendenza, posizionata su una sagoma della Libia su uno sfondo bianco-verde, cercava di rappresentare, a suo modo, l’anima di un paese libero.
I colori bianco e verde, invece, dovevano essere simboli di concetti quali pace e speranza per lo stato. Nel 2000 però, poco dopo la vittoria del decimo titolo nazionale, è cambiato la struttura dello stemma con l’aggiunta, in cima al disegno, di una stella.
Questa scelta dei colori hanno fatto sì che l’Al Ahli venisse confusa, durante il regno di Gheddafi, come la squadra preferita dallo stesso rais libico. I colori bianco-verdi, infatti, richiamavano molto da vicino quelli della bandiera della jamahiriya.
Come ogni squadra che rispetti anche l’Al Ahli Tripoli ha la sua concorrente principale: Al-Ittihad che ha sede nella cittadina di Bin Gashir, piccolo centro abitato nei dintorni della capitale libica. Questi due team danno vita, secondo gli esperti dell’ambito, a quello che risulta essere uno dei derby calcistici più sentiti dell’intero continente africano.
L’Al-Ittihad, inoltre, può essere considerata veramente la squadra di Gheddafi visto che, fino al 2011, apparteneva allo stesso ex leader libico. In conclusione dell’articolo vorremmo dare qualche numero sulle vittorie calcistiche ottenute, insieme, da queste due compagini: 28 dei 45 tornei nazionali disputati finora e ben 10 delle 18 competizioni di coppa nazionale.
Insomma, nonostante la situazione più che precaria, il calcio continua ad essere uno dei pochi momenti di svago concessi alla popolazione libica. Tutto ciò lo si nota quando, ogni volta che si gioca un match di pallone, i tifosi, per seguire la loro squadra del cuore, riempiono stadi, palestre, ma anche strade e piazze per celebrare i loro beniamini calcistici, osannati con striscioni, cori e chi più ne ha più ne metta.
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Ci mancava solo la guerra civile!