Nel compassato e immutabile mondo del Cricket è alle viste una grossa novità, che fa molto discutere. Stanno infatti per essere introdotti i cartellini rossi e gialli anche in questa disciplina che non prevedeva finora nessuna forma di sanzione disciplinare da amministrarsi durante lo svolgimento delle partite. In pratica oggi se durante una partita di Cricket due giocatori vengono alle mani gli arbitri nulla possono fare se non cercare di dividerli, ma entrambi potranno regolarmente proseguire a giocare, venendo poi eventualmente sospesi dagli organi disciplinari solo per i turni successivi. Dal prossimo ottobre invece le cose cambieranno, e i direttori di gara saranno dotati di cartellini e del potere di allontanare dal campo chi si macchierà di azioni scorrette.
Fino ad ora lo spirito e il cameratismo tradizionali del gioco erano stati ritenuti sufficienti per mantenere ordine in campo, ma ci si è resi conto che non è così: soprattutto nei campionati amatoriali l‘aggressività verso arbitri ed avversari è in costante aumento in molte nazioni, al punto che si inizia a paventare una carenza di persone disposte a dirigere le partite. Il 40% degli arbitri britannici di Cricket ha dichiarato in un sondaggio dell’Università di Portsmouth di aver pensato di lasciare per le troppe intemperanze verbali dei giocatori.
L’introduzione dei cartellini dovrebbe essere ratificata nel prossimo febbraio dal Marylebon Cricket Club, che, pur essendo un club privato londinese fondato nel 1787, detiene dal 1939 i diritti di controllo sulle Laws of Cricket ed è l’unico ad aver titolo per modificarle. Successivamente l’International Cricket Council, che invece gestisce l’organizzazione delle maggiori competizioni dovrà provvedere alla loro effettiva applicazione, perlomeno per quel che riguarda i cartellini rossi, mentre nelle leghe nazionali dovrebbe divenire effettivo anche l’uso di quelli gialli.
Sicuramente un indice dei tempi che cambiano, se pensiamo che il Cricket nasce sembra già a partire dal 1300 nel sud dell’Inghilterra, e che fino a oggi non si era mai sentita l’esigenza di poter espellere un giocatore dal campo durante la partita.
Il gioco viene citato per la prima volta in un documento ufficiale nel 1597, quando John Derrick, un medico legale dell’epoca durante una deposizione in tribunale testimoniò di aver praticato il “crecket” negli anni Cinquanta del secolo mentre studiava medicina nel Surrey, e il suo nome pare, ma non è certo, derivi dalla parola fiamminga “krick”, bastone, e anche pare sia lo sviluppo per gli adulti di un gioco infantile. Sono solo dieci le nazioni al mondo autorizzate a giocare gli incontri maggiori, detti First Class, che possono arrivare a durare cinque giorni, e una sola di esse, l’Inghilterra, è europea.
Non manca al Cricket una presenza alle Olimpiadi, a Parigi, nel 1900, con due sole squadre a sfidarsi, l’ Inghilterra e la Francia, la prima rappresentata da un club, il Devon and Somerset Wanderers, la seconda da una formazione mista di due circoli, l’Union Club e lo Standard Athletic Club, composti quasi interamente da… altri inglesi che risiedevano in Francia! Vinsero i britannici veri che si ritrovarono Campioni Olimpici a loro insaputa, come poi sarebbe successo in altre situazioni a vari politici italiani, in quanto convinti di aver giocato un match organizzato nell’ambito dell’Esposizione Universale di Parigi che solo nel 1912 dopo fu riconosciuto dal CIO come competizione dei Giochi Olimpici di Parigi disputati nella capitale francese lo stesso anno.