[themoneytizer id=”27127-1″]
E se alla fine avesse ragione Claudio Lotito?
Con la Coppa Italia 2019 in mano, conquistata grazie al 2 a 0 contro l’Atalanta, la Lazio di Lotito mette in bacheca il quinto trofeo dei suoi 13 anni di gestione.
Quando Claudio Lotito il 19 luglio del 2004 riuscì a strappare l’accordo con l’Agenzia delle Entrate che prevedeva la rateizzazione di 140 milioni di debiti in 23 anni forse, nonostante la sua proverbiale sicumera caratteriale, non immaginava neanche per scherzo che nel 2019 la Lazio avrebbe vinto il suo quinto trofeo in tredici anni. “Ho preso questa squadra al suo funerale e l’ho portata in condizione di coma irreversibile. Spero presto di renderlo reversibile”. E’ una delle frasi più celebri del presidente laziale pronunciata qualche anno dopo il sofferto accordo col Fisco, una speranza diventata realtà. Sul piano economico, con una strategia molto prudente e parsimoniosa all’inizio della sua avventura alla Lazio, Lotito ha avuto l’indubbio merito di saper trascinare fuori dal tunnel il club fino a reintrodurlo nel ristretto gruppo delle prime in Italia.
Sono lontani i tempi del tetto agli ingaggi quando Lotito fissò a 500 mila euro la retribuzione massima per qualsiasi calciatore della sua rosa: Ciro Immobile e Sergej Milinkovic Savic, le due punte di diamante nella rosa laziale, percepiscono attualmente più di 3 milioni di euro compresi di bonus. Decisionista e accentratore a livello amministrativo, Lotito in realtà non è paragonabile a presidenti umorali come Zamparini e Preziosi che spesso sono incappati in errori grossolani e invasioni di campo nel mero ambito calcistico, tra allenatori rimproverati pubblicamente e cacciati in malo modo e squadre smantellate con poco criterio, creando instabilità e disarmonia nei rispettivi club.
Il rispetto dei ruoli e della conduzione tecnica ha sempre contraddistinto il Lotito presidente, una caratteristica che ha portato serenità e ha aiutato la Lazio nel processo di crescita e stabilizzazione sportiva. Qualche dissidio in più lo hanno vissuto alcuni giocatori che sono passati alla corte del presidente romano. Pandev, Zarate e Stendardo sono solo alcuni calciatori protagonisti di battaglie giudiziarie con Lotito, da sempre in prima linea per arginare il potere contrattuale e decisionale dei tesserati.
Sul piano delle plusvalenze derivate dalla cessione dei calciatori la Lazio ha concluso accordi molto vantaggiosi negli ultimi anni. Ammonta a 67 milioni il ricavato delle plusvalenze al termine dell’estate del 2017, una cifra figlia delle cessioni a peso d’oro di Keita Balde (pagato appena 300 mila euro), Lucas Biglia (prelevato dall’Anderlecht per 5,5 milioni di euro) e di Wesley Hoedt (arrivato a parametro zero). Un andamento virtuoso proseguito dopo i 22 milioni ricevuti per Candreva un anno prima dall’Inter e dei 19 presi in passato prima per Kolarov e poi per Hernanes.
E come se non bastasse nell’ultimo calciomercato estivo i biancocelesti hanno rimpinguato le proprie casse con la cessione di Felipe Anderson al West Ham che è valsa quasi 30 milioni di plusvalenza. Sicuramente da ridimensionare il peso economico che graverebbe sulla Lazio da parte delle numerose società correlate che fanno capo a Lotito (una delle critiche che viene mossa al numero uno biancoceleste da parte dei tifosi più esigenti). Il dato più significativo riguarda l’ultimo bilancio della S.S. Lazio, chiuso con un utile record di quasi 37 milioni e un fatturato di 127 milioni, numeri mai così alti nella storia recente dei capitolini. La dura contestazione della tifoseria la piazza è stata messa alle spalle, ma alla luce dei dati economici in crescendo la piazza chiede alla società di fare il salto di qualità e di cambiare modo di operare nel calciomercato, di attuare una strategia più espansiva dello scouting a basso costo sapientemente attuato da Igli Tare negli ultimi anni. Difficile che Lotito si lasci persuadere o che muti radicalmente la sua politica fatta di piccoli e giudiziosi passi. Con il sesto monte ingaggi della Serie A (66 milioni di euro, distantissima dalle cinque che la precedono) la Lazio è riuscita spesso a competere per un posto in Champions League. Per ora sta avendo ragione Lotito, ma gli manca ancora il superamento dell’ultimo ostacolo rappresentato dalla partecipazione ai gironi finali del torneo continentale più importante che manca dalla stagione 2007/2008.
[themoneytizer id=”27127-28″]