Il termine scandalo deriva dal greco “skandalon”, letteralmente “ostacolo”. Nel corso dei millenni ha ovviamente cambiato senso, riconducendo quasi sempre a un qualcosa in grado di colpire la morale comune. Di certo il concetto di “scandalo” non solo non rappresenta un ostacolo per il sistema mediatico ma, anzi, un qualcosa di cui nutrirsi e sul quale costruire le proprie fortune. Dallo scandalo di starlette implicate in vicende di cronaca rosa a fatti di efferata cronaca nera trasformati abilmente in eventi scandalistici da dar in pasto all’opinione pubblica per generare una tempesta di click, oggi, e di copie vendute, ieri.
All’interno di un Paese legalitario come il nostro, dove generalmente si tende a pretendere “giustizia” a tutti i costi, pur non conoscendo i fatti o ignorando pedissequamente il codice penale, lo “scandalo” è un elemento fondamentale per qualsiasi processo che riguardi il vivere comune. Se le Anna Maria Franzoni o le Amanda Knox rappresentano ormai la quotidianità, ci sono molti altri aspetti in cui l’informazione tiene conto soltanto degli istinti primordiali degli italiani, sapendo bene di far leva su nervi scoperti per bene dopo anni di campagne mediatiche volte in una determina direzione.
È il tempo del calcio. È l’era in cui tutto quello che i propri tifosi compiono deve essere stigmatizzato e condannato. Senza approfondimento, ma con un solo assunto valido a formulare la condanna preliminare: i supporter, specie quelli di curva, sono colpevoli a prescindere. In quanto bestie ignoranti o mostri a tre teste. Prendiamo il post partita di Udinese-Roma, gara giocata ieri al nuovo Friuli, che ha visto l’ennesima sconfitta dei bianconeri. Contestati. A fine partita. Con la squadra che si è recata sotto la Curva Nord. Senza “costrizioni”, come qualcuno si è sbrigato a dire. Capitan Di Natale ha preso per mano i propri compagni e li ha portati sotto al cuore del tifo udinese. Forse per un’assunzione di responsabilità. Forse perché, chi ti ha seguito a Palermo, Napoli o Roma, percorrendo quasi tutta l’Italia a proprie spese, merita almeno delle scuse o dei chiarimenti.
“E invece no”. Hanno subito ammonito i portatori del verbo e della morale, travestiti da presentatori e celati dietro penne d’argento che nessuno deve osare smentire. “In Inghilterra non sarebbe mai successo”, “Le questure devono vietare che le squadre vadano a processo sotto le curve”, tra i commenti più comuni. Anche Spalletti, in conferenza stampa, ha tuonato “Vedere un pubblico, notoriamente tra i più corretti, offendere tutti mi ha fatto davvero tristezza”.
I malumori si sono trasferiti anche fuori, dove tutto però è rimasto nei limiti del “rumore”. Va anzi sottolineato, dato che in pochi l’hanno fatto, come l’unico ad alzare i toni sia stato il giocatore dell’Udinese Danilo, iracondo nei confronti del pubblico contestatore. Un pubblico che fino a quel momento si era limitato a disertare i primi 15’ per poi tifare senza sosta per tutta la gara. Malgrado l’ennesima prestazione barbina della squadra. “I tifosi devono accettare le sconfitte”, ha detto sempre Spalletti. Ma, a quanto sembra, i protagonisti di questo sempre più elitario gioco del calcio, non devono e non possono accettare critiche. Si tratta sempre più di lesa maestà. “Udine non è più un’oasi felice”, hanno asserito alcuni. Distorcendo il concetto e non chiedendosi il perché e il per come di tale malumore. Nessuno ha approfondito su quanto il nervosismo del tifo bianconero (e non solo quello organizzato, basti pensare agli applausi delle tribune nei confronti della curva) fosse diretto anche, e soprattutto, alla dirigenza.
Perché “Udine deve essere l’esempio”. Udine non può permettersi di contestare. E se lo fa, sono stati i violenti. A Udine (ma ormai in tutta Italia) i “clienti” (come sono ormai definiti i tifosi) devono accettare di pagare per ricevere un prodotto scadente. Anzi mangiarlo con gusto. Guai a farlo notare a chi di questo prodotto ne è artefice. Mica vorremmo mettere di fronte alle proprie responsabilità professionisti profondamente pagati per giocare a calcio? Mica vorremmo porci qualche interrogativo sul perché i Pozzo siano contemporaneamente proprietari di altre due società (Watford e Granada) influendo pesantemente, allo stesso tempo, su tre dei principali campionati europei?
Mica vorremmo che questi “clienti” si scaldino perché, nonostante le promesse e nonostante una diffida posta in essere dal Consiglio Comunale che obbliga la società a usare il nome Stadio Friuli su ogni atto ufficiale, ovunque è riportato Dacia Arena in barba a un nome profondamente legato al territorio e alla sua disgrazia più grande (il terremoto del 1976)?
Non sia mai. Il tifoso deve stare zitto e al suo posto. Quello friulano poi, evidentemente, ha il famoso “anello al naso” e per passare come civile non deve neanche dire “Ah” dopo tutta questa serie di motivi scatenanti. Guai a ridimensionare ciò che si vede. Tutto deve essere spettacolarizzato e portato all’estremo, in modo da dar vita a quel perpetuo e moraleggiante talk-show di cui l’Italia si nutre quotidianamente e dal quali deve emergere un concetto fondamentale: il dissenso è violenza. Sempre e comunque. Anche se, ai fatti, non si compie niente. È più importante il commento “urlato” del presentatore di turno su un centinaio di tifosi che espongono la propria amarezza a ragazzi strapagati, teoricamente, anche per render conto a chi li rende grandi e popolari, che commentare con realismo i fatti stessi.
È importante sbattere il mostro in prima pagina. Anche quando il mostro non c’è. Ad alcuni non sembra vero. Perché la strada intrapresa è quella che gli permetterà di non assumersi mai la colpa per i propri errori e non rendere mai conto a nessuno dei propri “magheggi”.
Rimane nella testa un’immagine: Angelo Palombo, qualche anno fa, al termine della gara col Palermo che sancì la retrocessione della Sampdoria in Serie B, in lacrime. In ginocchio di fronte alla Gradinata Sud con le mani congiunte in segno di scuse. Chissà, oggi si sarebbe parlato di “pressioni camorristiche da parte degli ultras blucerchiati”. Eppure, pensate, i tifosi sono il motore di ogni sport. E quando contestano, sempre nei limiti e senza far uso di violenza, ne hanno tutto il diritto. Il male del calcio, di contro, è proprio chi ha reso questo sport un’élite baronale, una casta che nessuno deve osare criticare. Va da sé, l’unico comportamento accettato è il consenso e l’applauso. Là, statene certi, Udine, come altre città, tornerà a essere “esempio” o “oasi felice”. Troppo facile.
Credo che sia giusto contestate una società che da anni ormai non ha un progetto serio che si limita ad avere giocatori da “salvezza” e che usa la scusa dello stadio nuovo per tenere dei prezzi che sono troppo alti per lo spettacolo offerto. La società va contestata i giocatori più di così credo non possano fare.
Grazie per aver dato voce a una abbonata da 23 anni, articolo da incorniciare!
FANTASTICO ARTICOLO, FINALMENTE
Finalmente un articolo serio. Non sono un tifoso dell’Udinese, ma conosco molti “ultrà”, e so che sono coinvolti in numerose attività benefiche e di solidarietà (es. donazioni al CRO di Aviano). Accostare una protesta legittima e non violenta a certe sceneggiate ai limiti del legale viste in altri stadi è stata una vergogna giornalistica…
Ecco qualcuno che finalmente scrive quello che i tifosi dell’udin pensano soffrendo da 2 anni
Inoltre il concetto che se pago per vedere uno spettacolo lo stesso dovrebbe essere adeguato
Articolo che rende giustizia ai tifosi, compresi quelli che domenica a Udine hanno VERBALMENTE contestato squadra e societa’.
DA INCORNICIARE!!
Complimenti x l’articolo…finalmente qualcuno competente che scrive sul calcio
Complimenti. Un articolo serio. Non sono tifoso dell’Udinese…ma non c’entra.
I luoghi comuni sui tifosi sono lo specchio di una società senza più radici, cultura e prospettive.
A milano qualche settimana fa la curva interista “chiese udienza” alla squadra per discutere del crollo che stava avendo.
La Digos, dimostrando una prontezza ed una aggressività degna della polizia del regime di Al-Sisi, minacciò tutti di Daspo. Una minaccia grave e del tutto fuori luogo per la situazione che si era creata…anzi scaldandola ulteriormente.
Il dissenso nel mondo del calcio non è più accettato, questo è il messaggio. Anche se si manifesta in forme che sarebbero “normali” in qualsiasi altro ambito
Forse mi sfugge qualcosa, mi sembra però che Pozzo non abbia fatto poco in tutti questi anni: un grande lavoro di osservatori in cerca di giocatori di qualità, presi a poco e poi rivenduti a molto, squadre ciclicamente di buon livello, addirittura da 3° posto un paio di volte credo e altrettante da 4° posto, anche di recente, stadio nuovo, conti in ordine, esempio di società sana, eccetera ecc……
Non capisco perché se qualche volta va male, forse per caso o forse perché in un dato momento non si poteva fare di più, escludo quindi per disamoramento, bisogna sentir parlare di colpe della società e di legittime proteste dei poveri tifosi, che seguono la squadra tutto l’anno, anche in trasferta e così via.
Mi pare si stia proprio sbagliando società poi per dare questo tipo di giustificazioni da poco, piuttosto direi che si tratta del solito sistema che va di moda ultimamente, ovvero di una certa tifoseria che, forse per cercare di avere più peso e quindi condizionare le società, pretende l’umiliazione dei giocatori quando gli capita l’occasione.
Io direi invece che sarebbe il caso proprio di condannare questo tipo di comportamento, anziché giustificarlo, non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di un gioco e quindi c’è chi vince e c’è chi perde e questo a volte capita anche a chi ha fatto sempre bene, come la società Udinese.
Sono ormai anni che l’udinese si salva solo x la pochezza di altre squadre. È pur sempre un gioco???? x me che milito in squadra amatoriale sarà un gioco. Loro percepiscono delle paghe a 5 zeri ovviamente mensili….dunque attenzione a quello che si scrive. Poi non si contesta la sconfitta ma l’attaccamento alla maglia e la grinta messa in campo…poi si può vincere come perdere.
se poi vogliamo demonizzare gli ultras avanti alle tv e giornalisti….
mi fate ridere quando viene scritto che la squadra viene umiliata sotto la curva…..umiliazioni sono altre.
Ribadisco, è un gioco, c’è chi vince e c’è chi perde e a volte possono anche vincere squadre come il Frosinone o il Carpi, se giocano meglio, senza che debba per forza venir meno la grinta o l’attaccamento alla maglia da parte di chi perde, questa piuttosto è la solita giustificazione che viene data dagli ultras (più o meno di tutte le squadre) quando la loro squadra va male.
E’ una storia che si sente ripetere da una vita e che non dimostra niente, e negli ultimi anni, da quella volta che capitò al Genoa credo, ai giocatori tocca di dover andare con le manine giunte a chiedere perdono sotto la curva.
Ci si potrà anche dispiacere, incazzare un po’, ma tutto entro i limiti del buon senso. Percepire stipendi con tanti zero non garantisce nulla e perdere e scarso impegno non sono concetti necessariamente collegati, perchè anche gli avversari si trovano nella stessa condizione.
Scusa ma tu dove vivi?? Nn certo a Udine e Nn sei tifoso bianconero visto quello che scrivi…… tanto di cappello alla famiglia pozzo per quello che ha fatto fino ad ora ma da tre anni hanno la testa altrove e la programmazione Nn c’è più come anni fa!! Come dice chi ha scritto l articolo io pago per uno spettacolo è se questo dopo tre anni Nn ha nulla a che vedere con uno spettacolo ho il diritto di protestare e contestare in modo garbato ed educato (come è successo) attori regista e produttore!!!
Hai ragione, non vivo a Udine e non tifo Udinese, ho solo espresso la mia opinione su quello che ho visto e su quello che ho letto nell’articolo di Meloni.
Chiedo scusa se qualcosa mi sfugge dal contesto; quello che intendo io è che la contestazione alla società mi sembra fuori luogo, visto quello che i Pozzo hanno fatto per far diventare l’Udinese una squadra di buon livello, viste le soddisfazioni che vi han dato, ricordate che siete arrivati terzi solo 4 anni fa, siete in A consecutivamente da una ventina d’anni, avete lo stadio nuovo, insomma ragazzi ma state scherzando???
E’ normale che ci siano dei periodi di magra, mica siete la Juve, o l’Inter, o la Roma, l’Udinese è una squadra di provincia ed è stato fatto mica poco in questi anni. Ci può stare una stagione così. Dite che avranno la testa altrove? Non lo so, ma ci può stare con tutto quello che hanno fatto, forse non è questione di programmazione, può essere più una questione economica, considerando tra l’altro le spese per lo stadio. Può essere anche che non si aspettassero neanche loro che le cose andassero male, a volte i programmi di inizio stagione possono andare come preventivato.
E anche se provano a investire in altri campionati, glielo si potrà concedere o no?
Ti sfugge che i ricavi che l’Udinese ha portato ai Pozzo superano i 100 milioni di dividendi negli ultimi 10 anni…
E la proprietà continua a affermare che è la passione per lo sport la motivazione unica con cui dirigono l’azienda….
I friulani sono stufi di farsi prendere in giro!
Complimenti al giornalista!
Buongiorno! Complimenti per la verità assoluta. Brasile: prendetevi Danilo ridateci Battisti.
Quanto è vero che ormai il calcio è solo soldi e apparenza…. il tifo e la passione sono osteggiati come fossero dei reati!
Vorrei chiedere a Simone Meloni di fare un giro anche a Roma, capire e far capire quali sono le vere motivazioni della contestazione dei tifosi della Lazio, la vera ragione per cui ce l’abbiamo con Lotito, esportare a livello nazionale ciò che per ora è noto solo tra i commentatori cittadini, perchè c’è ancora qualcuno fuori da Roma che continua a ripetere la frase “però Lotito v’ha salvato….”, peccato che queste persone non sappiano che ha salvato solo se stesso e le sue aziende che in questi anni hanno mangiato milioni alle spalle della Lazio.
Sottoscrivo quest’ultimo intervento e aggiungo, siamo in Italia e in Italia non c’è spazio per un caso Leicester. I primi sette posti della classifica sono già assegnati da qui a vent’anni. Il calcio, da quando le squadre sono diventate società per azioni e’ finito. sarà sempre il solito brodino tra le solite squadrette
Caro SIM COST, ad Udine, domenica, nessun tifoso ha chiesto ai giocatori di andare sotto la curva, la curva non ha barriere con il campo, eppure nessun tifoso è entrato in campo per contestare, c’è stata solo una contestazione verbale, degenerata solo da Danilo, che tra l’altro si è scusato ieri, che ha mostrato il dito medio alla curva.
Tra l’altro oggi su un quotidiano locale, c’è un articolo con l’intervista al questore, che ha ribadito che nulla di irregolare è avvenuto, si è trattata di una protesta civile, tanto più che non ci sono stati Daspo o altri atti amministrativi a carico dei tifosi.
Prima di parlare male dei tifosi dell’UDINESE, pensateci un po’ perché in altre città, non solo non è possibile una curva senza barriere, ma a volte non permettono nemmeno al pubblico della curva di presenziare alle partite.
Finalmente un articolo che rende giustizia a quello che è veramente (non) accaduto !
Nessuna violenza c’è stata, a Udine, e lo ha riconosciuto lo stesso Questore e l’Osservatorio FIGC: contestazione vivace (e più che legittima)…
Il vero scandalo sono tutti quei “media” che si sono affrettati a puntare il dito su Udine (unico stadio senza barriere in Italia) e sui suoi Tifosi, tra i più corretti.
Udine dà fastidio. Da sempre.
Per lo stadio nuovo, per la “favola” che ha scritto con qualche decina di qualificazioni europee (di cui un paio in Champions), dimostrando che si può fare calcio di buon livello senza spendere miliardi.
Udine dà fastidio, ed ogni scusa (anche quella più artefatta) è buona per (s)parlarne e gettare fango su una piazza dove si può ancora andare allo stadio con famiglia e bambini senza timori.
L’articolo rende finalmente giustizia.
Grazie per aver fatto giustizia a quanto accaduto, raccontando i fatti senza enfasi, e spiegando le reali cause che hanno portato a questa protesta; cioè una società fortemente impegnata all’estero che non dialoga più con i propri tifosi.
Quello che mi fa incazzare è che nonostante uno paghi per una cosa non sicura, non possa neanche protestare. Io lo chiamo sopruso. Io farei così. Farei la biglietteria all’uscita dallo stadio e quindi se ha vinto pago Intero, se ha pareggiato pago metà e se perde non ti pago. Pago per quello che ho. La stessa cosa la fanno le società con i giocatori. Forse farebbe rizzare le orecchie a più di qualche personaggio che si ritiene importante. Si fa giusto per ipotizzare… 😉
via primo maggio 19 dopo 25 anni di abbonamenti,quest’anno non ho ritenuto di rinnovare l’abbonamento proprio per la percezione datati dal campionato scorso.
In 25 anni tra campionato coppa Italia e tutte le altre coppe sono mancato a solo due partite per motivi di salute.
È stata una scelta dura e dolorosa rinunciare allo stadio quest’anno…che dire un grazie ai Pozzo per gli anni passati e una preghiera perché faccia il possibile per pensare a squadra,tifosi e regione..credo lo meritino.
Ottimo e realistico l ‘articolo.
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno e come si sono realmente svolti i fatti. Complimenti Meloni. Chi era presente ha visto e percepito la situazione vera. Nettamente diversa da come è stata fatta apparire dai media nazionali. Per quanto mi riguarda sono stanco di questo calcio e di questa società: finché ci saranno i Pozzo ( gli unici che vanno veramente contestati, allenatore e giocatori danno questo, non sono in grado di dare di più ) non andrò più a vedere la partita allo stadio. Dopo una vita di militanza attiva e costante. Senza i Pozzo si tornerà in serie B e Lega Pro? Per i tifosi veri non è un problema…..
Non capisco perché tanto clamore: la dirigenza dell’Udinese ha già deciso per il Watford, dove si possono guadagnare più soldi, visto il business del calcio inglese e il suo seguito. L’Udinese si dovrà limite a fare da vivaio alla squadra inglese. Dispiace solo per la presa pel culo del nome dello stadio!
hanno sbagliato venire gli calcialtori dell’udinese a curva nord e poi di natale anche lui ha sbagliato andare venire curva nord
colantuono non è venuto curva nord anche lui andato via prima ha paura andare lui alla curva nord
più rispetto e cuore
per colpa di chi
allenatore, calcialtori, ecc.
Purtroppo sono nel mondo del calcio e fin da quando ho iniziato è calata la passione ed è salito il punto di vista sull’ignoranza delle persone. Una volta anche io andavo al friuli a fare tifo con gioia, nel bene e nel male, ancora adesso mi vergogno per insulti e quant’altro, a dispetto degli avversari o dei giudici di gara. Felice per la sconfitta “lieve” della scorsa giornata, tutte le squadre hanno anni d’oro, e alcuni di legno, ma non c’è tifoso che accetta. Chiaramente siamo tutti dispiaciuti, magari portiamo i nostri figli allo stadio e regaliamo loro delusione anziché gioia e questo affonda ancora di più i denti nella carne, ma se c’è una cosa che ho imparato è dare rispetto. Se una squadra perde e ci si sente presi in giro, beh, forse in pochi lo sanno, ma il primo vero passo per avere è dare.