Stavolta sembra davvero finita. La storia di Arsene Wenger all’Arsenal sembra arrivata al capolinea. Nella partita vinta 1-0 contro il Norwich sabato scorso, il tecnico francese è stato oggetto di una durissima contestazione mai vista prima, nonostante i gunners, effettivamente, siano da diversi anni lontani dal vincere il titolo di campione d’Inghilterra. Una frustrazione, quella dei tifosi, aumentata dal trionfo del piccolo Leicester di Claudio Ranieri e dal grande campionato fatto dagli odiati rivali del Tottenham. Una stagione senza vittorie e senza mai aver lottato per nessun traguardo concreto, potrebbe segnare la fine dell’avventura dell’ex tecnico del Monaco in Inghilterra.
DURA CONTESTAZIONE- Una contestazione pesantissima che ha visto i tifosi dei gunners esporre cartelli come : “Arsene, grazie per i ricordi ma è arrivato il momento di dirci addio“ o arrivare addirittura a cantare dei cori come : “Arsene Wenger, we’ll be happy when you die in May“ che tradotto vuol dire “Saremo contenti quando morirai a Maggio”. La rabbia dei tifosi dell’Arsenal può essere comprensibile dato che la vittoria del titolo di campione d’Inghilterra manca da ben 12 anni. I sostenitori della squadra londinese nelle ultime stagioni sono rimasti più volte delusi da una squadra che nella prima parte di campionato volava letteralmente andando facilmente in testa ma poi, quando il gioco si faceva duro e i punti veramente pesanti, si scioglieva come neve al sole andando incontro anche a brutte batoste.
Una squadra che, nonostante i grossi investimenti degli ultimi anni, dopo l’Austerity imposta dalla costruzione del nuovo stadio, ha mancato sempre i grandi avvenimenti, rivelandosi sempre troppo fragile mentalmente. Su questo senza dubbio le responsabilità di Wenger sono evidenti ma dei cori così pesanti per chi ha comunque portato all’Arsenal tante vittorie e prestigio, sembrano quantomeno ingenerosi oltre che volgari. Va ricordato che la vittoria di sabato ha garantito all’Arsenal la diciassettesima partecipazione consecutiva alla Champions League, un dato non così scontato in un campionato molto competitivo come la Premier League. Wenger è stato alla guida del famoso Arsenal degli invincibili che, nella stagione 2003-04, stravinse il campionato senza nemmeno perdere mai una partita e rimanendo imbattuto da Maggio 2003 a Ottobre 2004. Un record che nessuno in Inghilterra, oltre al Preston North End nel 1889, era riuscito a centrare prima di allora. Il tecnico francese in 19 anni ha conquistato 3 Campionati e 6 FA Cup (con due double nel 1998 e nel 2002) oltre ad aver portato l’Arsenal per la prima volta in finale di Champions League nel 2006, perdendo in rimonta contro il Barcellona di Ronaldinho, e in finale di Coppa Uefa in cui venne sconfitto solamente ai calci di rigore dal Galatasaray nel 2000.
DELUSIONE– Al termine del match contro il Norwich, Wenger è sembrato un uomo deluso oltre che quasi rassegnato: “Sono contestazioni dettate dall’amore– ha giustificato il tecnico francese– pensavo potesse andare anche peggio”. Wenger si è poi quasi scusato con i tifosi che dimostravano il loro disappunto nei suoi confronti: “Non si possono passare 19 anni in un club senza dedicargli ogni minuto del tuo tempo. Io do tutta la vita per dare il 100% e fare il meglio possibile. Purtroppo in questa stagione non sono stato in grado”. Parole amare, che tradiscono anche una sorta di delusione per il trattamento che ora gli viene riservato. Disappunto che poi viene confermato quando a chi gli chiede se riuscirà a rimanere sulla panchina dei gunners per 26 anni, come fece Sir Alex Ferguson alla guida del Manchester United, Wenger risponde ironico “No, non c’è pericolo”. Anche in questo caso, una volta di più, il calcio mostra la sua parte più feroce. Un allenatore osannato in passato e portato a modello in quasi tutta Europa, ora viene messo alla porta dai proprio tifosi senza troppe remore. La riconoscenza nel calcio si sa è una parola sconosciuta.
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