Questa volta la nostra inchiesta sul tifo estero in Italia fa tappa in Austria, siamo andati a farci raccontare la sua passione e il movimento calcistico austriaco da Giangiacomo Ceresara, autore del blog ad esso dedicato: Austria Blogdesliga.
Giangiacomo facci una tua breve presentazione e raccontaci come nasce la tua passione per il calcio austriaco.
Sono nato 23 anni fa a Milano e da sempre sono appassionato di pallone. Sono laureato in Linguaggi dei Media e ho collaborato e collaboro occasionalmente con diverse testate sportive online, ma di professione non sono giornalista: in questo momento sono stagista come communication coordinator presso una holding di trasporto pubblico locale. Fortunatamente, riesco a trovare il tempo per scrivere con continuità.
La scintilla con il calcio austriaco si è accesa nel 2009: molto semplicemente cominciai a seguire un giocatore, Marc Janko, che quell’anno segnò 39 gol con la maglia del Salisburgo. Da quel momento, saltuariamente, mi tenevo aggiornato sui risultati della Bundesliga austriaca.
L’idea del blog è successiva, risale più o meno a due anni fa: mi piaceva tantissimo l’idea di potermi ritagliare il mio angolo di mondo digitale, potermi dedicare a un argomento così specifico da poter coltivare una mia piccola nicchia dedicata. Così, è nato Austria Blogdesliga.
Ci sono altri appassionati di calcio austriaco in Italia?
Oltre a me, l’unico italiano a seguire il calcio austriaco con continuità che conosco è Edoardo Buganza, che ho avuto l’onore di ospitare sul blog con degli splendidi resoconti di alcune partite di coppa giocate dalle squadre austriache. L’argomento è decisamente di nicchia, ma proprio per questo ho la certezza che le persone che lo seguono, più o meno occasionalmente, siano davvero interessate.
Hai una squadra preferita?
Per anni ho seguito solo il Red Bull Salisburgo, ma oggi come oggi no, seguo la lega nella maniera più imparziale possibile.
Segui anche altri sport in chiave austriaca?
Seguo il salto con gli sci: non è proprio sport nazionale, sia pur seguitissimo, e l’Austria ha storicamente atleti di alto livello. Stefan Kraft e Michael Hayböck hanno ottime possibilità di fare bene quest’anno.
Facci una fotografia del movimento calcistico austriaco oggi.
Il format del campionato verrà riformato nel 2018. Ciò è stato deciso perchè è evidente che oggi come oggi ci sia un forte squilibrio tra le prime 4 squadre e le altre. Il principale problema è che non c’è grandissima differenza tra le ultime 5 della Bundesliga e le prime 5 della Erste Liga (la serie B austriaca), il livello è più o meno simile e la qualità della competizione ne risente. Voglio dire: oggi il LASK Linz, che l’anno scorso non ottenne la promozione per un punto, avrebbe le stesse possibilità contro Rapid Vienna o Red Bull Salisburgo di Mattersburg o Saint Polten, ultima e penultima in Bundesliga. La qualità media è fondamentalmente bassa, ma un vantaggio c’è: non c’è paura nel lanciare i giovani. Ci sono ragazzini davvero interessanti che militano nelle piccole, e spesso le big girano i giovani in prestito proprio perché sanno che avranno spazio.
L’ingresso della Red Bull a Salisburgo ha prodotto grossi cambiamenti?
Sì, l’ingresso della Red Bull a Salisburgo è stato, per diversi motivi, devastante. I Tori hanno vinto 7 campionati in 11 anni di vita, hanno letteralmente sconvolto l’ecosistema calcistico austriaco in termini di sistema e competitività. Faccio un esempio: in Erste Liga esiste una squadra, il Liefering FC, che de facto è la squadra B del Salisburgo. Nessun’altra big austriaca ha una squadra in Erste Liga e mai l’ha avuta. Questa è stata una cosa molto contestata. Anche se, va detto, spesso giovani che escono da lì finiscono a “fare la fortuna” di qualche piccola.
Inoltre, il Salisburgo ultimamente è stato al centro di varie controversie legate al mercato: nelle ultime sessioni, infatti, sono stati effettuati dei trasferimenti ai limiti del legale tra Salisburgo e Lipsia, altro team Red Bull. Le due società si sono legalmente separate solo quest’estate, ora hanno management diversi, ma è una separazione di fatto, il via-vai di giocatori continua. Bruno, Sabitzer, Gulacsi, Ilsanker, Keita, Bernardo: quest’ultimo andato via con il Salisburgo ancora in ballo con i preliminari di Champions. Martin Hinteregger, difensore centrale da anni a Salisburgo, quest’estate si è trasferito all’Augsburg dopo aver rifiutato più volte la cessione a Lipsia.
In un’intervista ha dichiarato “preferisco retrocedere con l’Augsburg che vincere il titolo con il Lipsia”. Dice tanto sulla gestione dei rapporti umani da quelle parti. In campo sono impeccabili, propongono un gioco molto offensivo e, per quanto possibile, divertente. A parte pochi veterani, Soriano, Ulmer, Walke, Leitgeb, sono una squadra di ragazzini, giovanissimi e talentuosi: non dimentichiamoci che da qui è uscita gente del calibro di Sadio Manè e Kevin Kampl, allenati da Roger Schmidt. Possiamo definire il Salisburgo, sarcasticamente, la più controversa fucina di talenti d’Europa.
Hai assistito a qualche partita dal vivo? Come sono gli stadi e l’ambiente?
Sì, sono andato a vedere una partita in Austria. Era luglio 2012, ero in vacanza a Salisburgo e sono andato a vedere il preliminare di Champions che si disputava in quei giorni. I Tori vinsero 4-3 contro i lussemburghesi del Dudelange in uno stadio semi-deserto, ma furono eliminati comunque a causa della sconfitta per 1-0 all’andata.
Lo stadio era perfetto, impeccabile: modernissimo e pulito, c’erano bar e shop a ogni angolo. Peccato per il tifo: 28.000 posti, quasi mai più di 10.000 presenti, nemmeno per le partite di cartello. Forse solo contro l’Ajax in Europa League nel 2013 superarono i 20.000 spettatori. Da questo punto di vista, stanno ancora pagando lo scotto della “rinascita”.
In Austria, però, ci sono piazze in cui il tifo è molto radicato e diffuso. Graz e Vienna su tutte: lo Sturm ha forse la curva più attiva e presente, il Rapid ha appena rifatto lo stadio e supera regolarmente i 20.000 spettatori, anche per partite di poco conto. C’è anche qualche buona eccezione tra le piccole: Altach e Saint Polten hanno stadi piccolini, ma generalmente abbastanza pieni.
Lasciamo l’Austria per continuare il nostro viaggio tra le tifoserie estere in Italia, seguiteci per vedere dove vi porteremo la prossima settimana!