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Come ti compro Cristiano Ronaldo

La Vecchia Signora rischia fortemente l’incredibile eliminazione dalla Champions League, unico e vero obiettivo stagionale. L’acquisto di Cristiano Ronaldo aveva dato tante speranza ai tifosi bianconeri in vista di raggiungere finalmente quella che sta diventando un’ossessione.
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Già proprio il colpo Ronaldo in estate aveva mandato in visibilio tifosi bianconeri e appassionati di calcio già pronti a gustarsi il giocatore più forte del mondo dal vivo negli stadi nostrani.  La Juventus è stata soprattutto molto brava a trovare varie soluzioni economico-finanziarie per ridurre al minimo l’impatto del  cartellino e dell’ingaggio di CR7.
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1 – La fiscalità agevolata e le società estere
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La Juve ha scelto Ronaldo ma anche Ronaldo ha scelto la Juve. Se le squadre sono ormai delle aziende lo stesso vale anche per i calciatori che sono ormai imprenditori. Proprio per questo si affiancano a maghi della finanza per fargli pagare meno tasse e guadagnare di più.
Fu così che Ronaldo scelse l’Italia anche perchè qui vige una norma che permette di pagare solo 100.000 € l’anno per tutti i guadagni provenienti dall’estero. Starete pensando “Ok quindi Ronaldo paga in Italia solo 100k di tutto quello che guadagna all’estero tra sponsor e attività personali ma lo stipendio che prende dalla Juve viene tassato qui”. Non propriamente.  Sembrerebbe infatti che parte del suo stipendio sia distribuito da due società: la Exor, con sede in Lussemburgo di proprietà degli Agnelli e la FCA, del gruppo Fiat, con sede a Londra. Capito il trucchetto? Ovviamente tutto lecito grazie alla perfetta conoscenza delle normative e dei suoi cavilli.
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2 – Le plusvalenze
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Fatto sorridere CR7 ricoprendolo di tanti soldi e poche tasse, la Juve deve rientrare del costo del suo cartellino pari a
105 mln di euro. Detto fatto: eccole le plusvalenze con giocatori di seconda fascia e giovani di belle speranze tra cui: Sturaro, Audero, Favilli, Caldara, Pjaca, Cerri, Orsolini e Mandragora per una cifra che varia dai 100 ai 120 miloni di euro in base ai riscatti a fine stagione. Anche qui, al momento, le regole consentono questa gioco delle plusvalenze salva bilanci che non fa tra l’altro solo la Juventus.
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3 – Il bond
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La Juventus è stata la prima società di calcio a lanciare un suo bond. Il bond è un titolo di credito con cui si acquista una parte del debito della società in questione. Il bond della Juve è pari a 175 mln di euro. Tutti questi titoli sono stati comprati e anzi c’è stata una richiesta per 250 mln di euro. Al di là del fatto che il titolo ha perso una parte del suo valore all’indomani della sconfitta contro l’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, questo bond garantirà il 3.37 % annuo fino al 2024 ma non ha rating ed è stato classificato come unsecured – insicuro. Di fatto, dal punto di vista finanziario più un atto di fede che un investimento vero e proprio visto il rischio dipendente quasi unicamente dai risultati sportivi.
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Dalla serie: può un investitore far dipendere un suo investimento un palo o un goal o da una svista arbitrale per un rigore non assegnato? La domanda però che molti soldi si pongono è a cosa serve il bond? A pagare tra le altre cose lo stipendio di Cristiano Ronaldo insieme alla tantissime vendite delle sue maglie.
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Insomma tre mosse da grande società, forse addirittura da impero economico-finanziario, che con tre mosse e nel rispetto delle regole, seppur sfruttando al massimo tutti i cavalli possibili, è riuscita a portarsi a casa il giocatore più forte e vincente del momento con un impatto davvero minimo sui bilanci. 
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Nato a Roma nel 1990, anno delle notti magiche. Ex giocatore di basket, nonostante gli studi in legge, dopo una lunga parentesi personale negli States, decide di seguire la sua passione per lo sport e per il giornalismo.
Giornalista iscritto all'albo, da quattro anni vice caporedattore di GiocoPulito.it, speaker radiofonico a Tele Radio Stereo e co-conduttore a TeleRoma 56.

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