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Calciatori e Scommesse: gli inglesi si riscoprono ‘malati’ per il gioco

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Non solo Joey Barton, verrebbe da dire. Che il centrocampista nato nei pressi delle rive del Mersey sia legato a doppio filo con titoli da prima pagina non certamente edificanti è ormai abbastanza normale per chi conosce un minimo di storia del personaggio.

In Inghilterra, però, negli ultimi mesi si sono verificati anche altri casi di addetti ai lavori coinvolti in scommesse legate al mondo del calcio.

Ne è un esempio il centrocampista agli ordini di Rafa Benitez nel suo Newcastle Jack Colback, il quale è stato condannato a pagare 25.000 sterline dalla Football Association per aver violato il regolamento federale sul ‘betting’.

In particolare, Colback ha violato la regola E8 dopo aver scommesso su un evento del 16 marzo del 2016. Magra consolazione: le scommesse sono state effettuate su partite che non riguardavano direttamente i Magpies.

Un 2016 ‘nero’ dal punto di vista delle scommesse nell’Inghilterra del calcio che conta, visto che, oltre ai già citati Barton e Colback, sono stati coinvolti in casi più o meno simili anche l’attaccante Kyle Lafferty (visto pure in Italia con la maglia del Palermo) ed il difensore argentino Martin Demichelis.

Un avvenimento che ha suscitato grosso clamore in terra inglese, tuttavia, conduce al tecnico (ormai ex) del Frome Town, Nick Bunyard; condannato a restare fuori dal mondo del calcio fino a luglio del 2019 per aver scommesso contro la sua squadra. Un evento gravissimo.

Una commissione indipendente ha scoperto qualche mese fa che Bunyard aveva scommesso ben 45 volte tra il settembre del 2014 e l’aprile del 2016 contro il Frome Town ed anche contro il Paulton Rovers (precedente squadra allenata dal tecnico).

Si tratta di situazioni piuttosto difficili da gestire per la Football Association, che, dopo aver modificato il regolamento sul tema delle scommesse nel 2014, sta ora pensando di adottare pene ancor più severe per coloro che vengono colti in flagrante.

Il rischio, che in molti ai vertici del football inglese temono di vivere, infatti, è che continuando di questo passo possa rovinarsi l’immagine di quello che oggi viene considerato il calcio più bello e pulito al mondo.

 

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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