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Cinquant’anni di basket femminile a Gavirate

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Cinquant’anni di basket femminile a Gavirate

Con una grande festa all’Auditorium cittadino la Pallacanestro Gavirate ha celebrato due domeniche fa i suoi 50 anni. Una storia quella del basket femminile nel paese dei Brutti e Buoni che molti anni fa a visto anche me fra gli attori, in qualità di addetto stampa e di cui vi ho già raccontato qui su IGP. L’attuale dirigenza, e anche passata perché il Presidente Rino Paronelli che ricopre la carica ininterrottamente dal 1993 era tra i membri fondatori del sodalizio nell’agosto del 1969, ha con grande impefgno cercato di rintracciare il maggior numero di giocatrici possibili che hanno indossato la maglia di Gavirate in questi 50 anni. E così tutti i gruppi delle varie stagioni sono saliti sul palco rappresentati da almeno tre o quattro atlete, dando un ricordo vivo e reale di tanti momenti di sport: dalle prime sfide ai Giochi della Gioventù 1969, alla fondazione della società l’estate successivo, alla prima squadra senior iscritta in Promozione a inizio anni Settanta, fino alla squadra vice campione d’Italia nella categoria Cadette nel 1985, le attuali Under 16, sulla cui ossatura è stata poi costruita la formazione che tra il 1989 e e il 1992,  ha sfiorato la Serie A. Poi nel 1993 la rifondazione e il ritorno ad obiettivi meno ambiziosi, e costosi, che hanno permesso alla società di esserci ancora ai giorni nostri.

 

Sul maxi schermo dell’Auditorium la proiezione di filmati d’epoca, grazie a Tele Sette Laghi, televisione locale da oltre trent’anni e alla sua direttrice Monica Terzaghi, che fu una delle protagoniste, tra 1985 e 1992 dei migliori anni del basket cittadino. Presenti tutti i vertici provinciali delle Federazione Italiana Pallacanestro, gli ex arbitri internazionale Tallone e Felice Paronelli, cugino del Presidente Rino. A manifestazione iniziata senza clamore come un qualunque invitato un po’ in ritardo una figura è entrata in sala venendo subito invitata a sedersi in prima fila e poi sul palco: si trattava dell’avvocato Attlio Fontana, oggi Presidente della Regione Lombardia e, sempre negli anni migliori, dirigente della Pallacanestro Gavirate.

Nel corso della serata è stato presentato anche un libro: “L’ultimo Supplementare” che racconta la storia di una piccola parte di questi cinquant’anni, la solita, dal 1985 al 1992, con dovizia di particolari grazie ai giornali dell’epoca e a tanti appunti gelosamente conservati dall’autore che nelle pagine racconta anche molte storie di persone e di vita oltre che i numeri dei campionati. Un omaggio a un gruppo, anche a un epoca se vogliamo, quella pre tangentopoli, tanto vituperata dopo l’arrivo di Antonio Di Pietro e compagnia, ma dove, lasciatemelo non si viveva poi così male… L’epoca dei miei vent’anni e dei vent’anni di molte delle persone raccontate nel libro, di cui, credo ormai l’abbiate capito, sono l’autore.

Un libro che nasce qui su IGP, grazie a un articolo di un paio di anni fa in cui riassumevo in cinquemila battute la vicenda che ora è raccontata per esteso nel volume e che ha fatto da spinta affinché le componenti di quella squadra tornassero a incontrarsi, quasi tutte, a cena dopo tanti anni, e che ha riavvicinato me alla società dopo che nel dicembre del 1992 me ne ero andato in polemica con l’allenatore. E parlando col Presidente Paronelli è nata l’idea di abbinare alla festa del cinquantesimo invece che un bel volume illustrato come già avvenuto per i 20 e i 40 anni, un libro più intimo, più ricco di storie personali, che tentasse di ricostruire un’epoca e le sue atmosfere. Oltre a costare molto meno, visto che nel mondo di oggi, che tanto meglio di quello dei miei vent’anni forse non è davvero, una società di paese non può più permettersi i costi di un volume di pregio.

Sul palco nel corso della serata Mauro Marchesotti, ex Presidente negli anni Ottanta e poi Direttore Generale durante il periodo dei massimi successi ha ricordato che ha quell’epoca quando si profilava all’orizzonte qualche problema contabile, Rino, allora segretario e tesoriere, gli diceva in dialetto di non preoccuparsi perché: “ Un quai sant pruvederà”. Qualche santo provvederà. Cosa che puntualmente avveniva. Mentre ora, gli ha prontamente risposto Rino sempre in dialetto: “Sant ghè né pù” Santi non ce ne sono più.

Sul palco è poi salita anche Lucia Rossi, colei che nel supplementare dell’ultimo spareggio promozione il 23 maggio del 1992 ha spento i sogni di Gavirate segnando due tiri liberi a tre secondi dalla fine. Sedici volte Lucia ha giocato contro Gavirate in quegli anni, vincendo in undici occasioni e guadagnandosi il ruolo di antagonista principe delle ragazze locali, e che ha voluto esserci a tanti anni di distanza per rendere omaggio a delle grandi avversarie. Accolta sul palco da Sabrina Confalonieri, lunga gaviratese in quel periodo e autrice di ben 28 punti purtroppo alla fine inutili in quello spareggio, ha ricevuto un applauso all’inizio timido: sembrerà impossibile ma a Gavirate quella sconfitta segna ancora il ricordo di molti. Quando però ha rivelato la sua passione per il dolce tipico locale, i Brutti e Buoni appunto, il pubblico si è scaldato tributandole il gusto omaggio. Subito dopo l’abbraccio tra Sabrina e Lucia ha forse chiuso una ferita passando quelle vicende sportive nel novero dell’epica. Quella con la “e” minuscola, l’epica piccola legata a una singola comunità e non ai ridondanti eroi omerici, Quella in cui tutti insomma possiamo essere protagonisti.

Terminate le celebrazioni sul palco con la presentazione delle squadre della corrente stagione,  molti dei presenti si sono trasferiti in un vicino ristorante per una cena in cui ricordare i vecchi tempi a gruppi più ridotti, quelli delle squadre delle varie epoche più o meno ognuna col suo tavolo. E nemmeno è mancata alla fine un’enorme torta di compleanno.

Un grazie a Mauro e Roberta Marchesotti per le trascrizioni delle espressioni dialettali.

Fotografie Jole Piavanini Glotta.

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Francesco Beltrami nasce 55 anni fa a Laveno sulle sponde del Lago Maggiore per trasferirsi nel 2007 a Gozzano su quelle del Cusio. Giornalista, senza tessera perché allergico a ogni schema e inquadramento, festeggerà nel 2020 i trent'anni dal suo primo articolo. Oltre a raccontare lo sport è stato anche atleta, scarsissimo, in diverse discipline e dirigente in molte società. È anche, forse sopratutto, uno storico dello sport, autore di diversi libri che autoproduce completamente. Ha intenzione di fondare un premio giornalistico per autoassegnarselo visto che vuol vincerne uno e nessuno glielo da.

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