Ci vorrebbe un Mondiale. Non esiste frase più immediata in questi pochi giorni che ci separano da Russia 2018. E se è vero che l’Italia mancherà ai Mondiali dopo 60 anni dall’ultima assenza iridata, quello che non mancherà sarà il ricordo delle nostre vite che indelebilmente sono legate alla storia della Coppa del Mondo. Questo è sicuramente quanto emerge dal nuovo libro, uscito ieri sugli scaffali, del nostro Paolo Valenti, “Ci vorrebbe un Mondiale” (Ultra Edizioni) per l’appunto, che dopo averci raccontato incredibilmente la storia della Coppa più bella che c’è, ci porta nel mondo parallelo, quotidiano e vivo dei personaggi del suo romanzo, le cui esistenze sono scandite dalla meravigliosamente ingombrante presenza dei Mondiali di calcio. Buffa Docet.
Il calcio è solo lo sfondo di un intreccio di storie e volti, uniti da emozioni profonde come l’amore, ma trasversalmente solcate da sensazioni apparentemente superficiali che scaturiscono da un pallone che rotola e da un sogno chiamato Mondiale. E come nella tradizione degli autori anglofoni, Hornby e Doyle su tutti, il simbolo pagano del calcio si erge a sacro manifesto di espressioni intime, profonde e che squarciano il cuore.
Il protagonista Pascal inizia il cammino verso il suo destino dal Mondiale della discordia, quello di Argentina 1978 in un paese sotto la dittatura politica di Videla e la dittatura tecnica dell’Albiceleste del Matador Mario Kempes, primo eroe sportivo che colpisce la sua immaginazione. Si va poi dritti alle emozioni forti, indelebili e forse irripetibili del Mundial 1982 in terra iberica, alle notti magiche di Italia ’90 e a quella Coppa del Mondo 1994, fondamentale per la storia del nostro protagonista negli Stati Uniti. Qui riscopre l’amore, la leggerezza di guardare un cielo californiano terso e limpido come un sentimento vero e puro, e le nuvole nere di un rigore, quello di Baggio, che è presagio e monito di fatali delusioni.
In ogni momento narrativo storie personali e collettive si intrecciano, unendosi armoniosamente verso il baricentro di tutta la storia: l’amore e tutte le sue declinazioni.
“In questo libro ho cercato di tracciare una linea di connessione tra le emozioni dei Mondiali e quelle della vita di tutti i giorni” afferma l’autore del libro Paolo Valenti, “Un percorso che va a toccare la sfera affettiva di chi, nella festa collettiva che sono i campionati del mondo di calcio, trova una via per accedere ai propri sentimenti”.
La ciliegina sulla torta di “Ci vorrebbe un Mondiale” è nella prefazione, scritta da chi un Mondiale l’ha vinto da protagonista e capocannoniere, Mario Kempes. Un uomo che ha fatto battere il cuore degli argentini e che apre splendidamente un romanzo che già ci appartiene, come il calcio, come il sogno, come la vita.
L’Autore
Giornalista, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica assiduamente applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo su Gold Tv.
Titolo: Ci vorrebbe un Mondiale
Autore: Paolo Valenti
Casa Editrice: Ultra Edizioni
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