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Che squadra tifa l’arbitro? Non importa! L’Inghilterra si prepara al cambiamento epocale

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Si prepara una grande rivoluzione a livello arbitrale in casa Premier League. A partire dalla prossima stagione, infatti, i fischietti del massimo campionato inglese potranno arbitrare partite che riguardano indirettamente le squadre per cui fanno il tifo.

Gli arbitri anglosassoni, ad ogni modo, ancora non saranno in grado di poter dirigere sfide in cui sono coinvolti i loro club del cuore.

Si tratta di una notizia a cui la stampa oltre la Manica ha dato grosso risalto. Il The Sun, inoltre, non si è accontentato di commentare l’accaduto ma ha anche lanciato sul proprio portale un pezzo in cui rivela di quale squadra siano tifosi diversi arbitri del proprio paese.

La domanda, che sorge spontanea, riguarda l’Italia: cosa accadrebbe se una testata giornalistica nostrana proponesse uno scoop in cui vengono riportate le preferenze calcistiche dei più importanti fischietti del Belpaese?

In un territorio come il nostro dove si vive di calcio per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, equivarrebbe a scatenare una vera e propria guerra civile. Basti pensare che già oggi, ad onor del vero anche poiché i vertici del nostro calcio hanno fatto del tutto negli anni per rendere malfidato e sospettoso il tifoso medio, non soltanto i supporter ma anche molti presidenti si lamentano quando ad arbitrare la propria squadra c’è un ragazzo appartenente ad una città o una zona con cui il club è in lotta per qualsivoglia obiettivo in classifica.  

In Inghilterra, seppur l’ambiente si sia notevolmente surriscaldato sul tema negli ultimi anni, non si è scesi in piazza imbracciando le armi. La notizia, comunque, ha suscitato un certo scalpore presso i media ed i tifosi nazionali. Secondo quanto riportato dalla redazione sportiva del The Sun, si scopre che l’arbitro della recente finale di Champions League, considerato tra i migliori in Europa ed in patria, Mark Clattenburg, è un tifoso del Newcastle proprio come un altro noto fischietto anglosassone: Michael Oliver.

Il direttore di gara Jon Moss, finito al centro delle polemiche dopo aver espulso il bomber del Leicester Jamie Vardy ed aver concesso due rigori piuttosto dubbi nella sfida tra le Foxes ed il West Ham finita 2-2, è invece un sostenitore degli acerrimi rivali del Newcastle di Benitez appena retrocesso: il Sunderland. Un altro nome di rilievo nel panorama dei fischietti britannici, il 45enne Martin Atkinson, tifa Leeds, squadra attualmente di proprietà della famiglia Cellino.

Nessun accenno, invece, a Mike Dean, arbitro molto chiacchierato in patria poiché ‘pizzicato’ più volte sul rettangolo verde in gesti abbastanza eloquenti nei confronti di azioni o gol del Tottenham. Navigando su YouTube, infatti, si può facilmente riscontrare un Dean contrariato dopo un passaggio sbagliato da un calciatore degli Spurs oppure con le braccia larghe, come a voler mimare un’esultanza, mentre indica il centro del campo dopo una rete messa a segno dalla squadra del nord di Londra.

Dalla prossima stagione, dunque, ci sarà da divertirsi ancora di più in Premier League. E’ infatti facile immaginare come tanti appassionati di calcio abbiano preso appunti su tali informazioni e siano pronti a sbandierarle, in caso di errori ‘strani’, agli arbitri chiamati in causa dal The Sun.

L’organizzazione degli arbitri inglesi, la PGMOL, ha deliberato la possibilità di far dirigere partite che indirettamente possano riguardare i risultati della squadra del cuore di un arbitro dopo la polemica riguardante il direttore di gara Kevin Friend, al quale fu invece impedito di scendere in campo per la partita tra lo Stoke City ed il Tottenham. Il problema? Friend è un gran tifoso del Leicester, club in quel momento impegnato nella lotta per il titolo proprio insieme al Tottenham.

La novità comporta il fatto che tutti i direttori di gara dovranno dichiarare ufficialmente quale club supportino in prima persona e quale sia la squadra a cui i membri della propria famiglia sono affezionati.

L’ex arbitro inglese Mark Halsey, che ora fa parte della redazione sportiva del The Sun, in merito ha affermato:  “Quasi ogni ufficiale di gara tifa per un club. E’ questo il modo in cui abbiamo iniziato ad amare e seguire il calcio.”

Non fa alcuna differenza però in campo. L’integrità delle partite non è in pericolo. Gli arbitri in Inghilterra, peraltro, hanno sempre dovuto dichiarare per quale squadra tifano e se i membri della propria famiglia siano possessori di abbonamenti per qualunque società.

Per questo motivo la scelta su Kevin Friend, a mio modo di vedere, è stata semplicemente ridicola.

Halsey, 54 anni e arbitro in Premier per 14, ha rivelato: “Ero un grande tifoso del QPR e nei primi tempi mi è anche capitato di arbitrare la mia squadra del cuore. Cosa è successo? Proprio nulla. Ho fatto il mio lavoro come al solito, anche se alla fine chiesi io di non arbitrare più il QPR perché non mi sentivo a mio agio.”

Quando il calciatore John Spencer segnò per il QPR contro il Portsmouth, infatti, all’inizio mi venne quasi istintivo buttarmi tra i calciatori! Noi arbitri però abbiamo un’integrità morale che non può essere messa in discussione e non c’entra nulla il tifo per un club piuttosto che un altro. Nel nostro paese poi non c’è mai stata corruzione in merito quindi non vedo perché dubitare.”

Decisamente il nostro problema, invece, caro Mark Halsey.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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