Champions League: è pronta la rivoluzione, per il solito motivo
Tra pochi giorni la musichetta della Champions League, il più famoso torneo a livello calcistico d’Europa, tornerà a risuonare negli stadi più importanti del Vecchio Continente. Dal prossimo 12 febbraio, infatti, cominceranno le partite degli ottavi di questa competizione Uefa.
Il caso ha voluto che, pochi giorni fa, Aleksander Ceferin sia stato rieletto presidente della stessa Uefa. A quanto pare, insomma, non sono valse a nulla le polemiche e le perplessità levatesi dopo che lo stesso Ceferin, durante il suo primo mandato, aveva evidenziato l’ipotesi far disputare le prossime finali di Champions League fuori dai confini del Vecchio Continente. Cosa smentita dal numero uno del calcio europeo pochi mesi fa in un’intervista ad un radio spagnola.
Il dirigente sloveno, inoltre, in occasione della conferenza incrociata tra Uefa ed Eca (European Club Association, con a capo Andrea Agnelli), ha voluto mettere in chiaro la sua posizione su alcune eventuali modifiche riguardanti la riforma dei tornei Uefa che andiamo ad elencare di seguito.
Niente SuperLega
Ceferin è stato categorico con il suo no alla creazione di quel torneo che verrebbe chiamato Superlega e che diventerebbe una vera e propria “Champions alternativa” riservata solamente ai top club europei. “Ucciderebbe il calcio e sarebbe noioso vedere Psg-Juventus ogni settimana”: queste le parole esatte dello stesso Ceferin, riguardante al sovracitata Superlega, durante il suo discorso al 43° Congresso ordinario in coso a Roma.
Riforma Champions League
Al contempo, però, il presidente della federcalcio continentale, ha voluto rendere esplicito che sarebbe più che disponibile ad una vera e propria rivoluzione della attuale Champions League. Fino alla stagione 2023-2024 resterebbe tutto come ora; da quella successiva, la 2024-2025, ci sarebbe un cambiamento radicale della formula del torneo che lo farebbe diventare molto simile al Super Bowl: la finale del campionato della National Football League, la lega professionistica statunitense di football americano.
Secondo la riforma le squadre partecipanti alla nuova Champions rimarrebbero 32 come adesso. Questi 32 club sarebbero però divisi in soli 4 gruppi da ben 8 squadre e non più negli 8 gruppi di 4 squadre come eravamo abituati finora.
Tale cambiamento farebbe aumentare le partite giocate in totale, per esempio le due squadre che riusciranno ad arrivare in finale, giocheranno dalle 13 attuali alle 21, con un surplus di 8 match. Tutto ciò garantirebbe un aumento dei ricavi economici derivanti, ad esempio, dai diritti tv e dai biglietti venduti: insomma, ancora una volta, a dettare legge sarebbe la logica del puro profitto. Inoltre, secondo quanto riferito dal quotidiano tedesco SportBild, le partite verranno disputate durante il weekend mentre quelle nazionali durante la settimana, togliendo ulteriore importanza, già ormai limitata, ai campionati. Per ora si tratta solo di un’ipotesi ancora da confermare.
VAR
Anche per quanto riguarda l’aiuto tecnologico per gli arbitri sono in arrivo importanti cambiamenti. Ricordiamo che la Video Assistant Referee, che tante polemiche ha sollevato in campo internazionale oltre che nostrano, farà il suo debutto già dai quarti di finale della massima competizione calcistica europea di questa stagione.
In futuro, però, saranno introdotte ulteriori novità in questo campo che si spera, almeno a parole, diminuiranno il margine di errore dei direttori di gara. Per capirci meglio è stato deciso che, già dalla prossima stagione, i maxi-schermi degli stadi mostreranno, anche ai tifosi presenti allo stadio, l’episodio per cui è stata chiamata la VAR.
Tale episodio, inoltre, sarà accompagnato da una vera e propria spiegazione dell’arbitro, come nel Football Americano NFL, che servirà a far capire come mai è stata presa una decisione piuttosto che un’altra su episodi come un gol annullato o un cartellino non dato. Tutto questo con uno scopo preciso come spiegato da Roberto Rosetti, il capo degli arbitri della Uefa, che ha affermato che:“l’obiettivo è eliminare gli errori chiari e lavoriamo per avere uniformità tra i fischietti dei vari Paesi”.
Gol in trasferta
Un’altra importante novità è che, dalla stagione 2020-2021, sparirà la norma che un gol segnato in trasferta vale doppio in caso di parità. Questo è un punto che è riuscito a mettere d’accordo più persone: ad esempio Zbigniew Boniek, presidente della Federcalcio polacca e membro dell’esecutivo Uefa, ha affermato che si tratta di “una regola vecchia e ingiusta e non ha più senso”.
Le modifiche proposte, a parere di chi scrive, non fanno altro che spianare la strada ai soli top club d’Europa che riescono a tenere alti i loro profitti, in vari modi, e che si possono permettere di mettere sotto contratto i migliori top-player a livello mondiale. Non penso che, se le riforme proposte andassero in porto, ci potrebbe essere un nuovo caso di Nottingham Forest: squadra inglese, attualmente militante nel campionato Championship, che riuscì ad alzare al cielo due Champions League consecutive, nel 1979 e nel 1980.
A supporto di questo pensiero possiamo citare uno studio della Soccerex, intitolato “Football Finance 100” che, ogni anno, stipula la classifica delle 100 società calcistiche più ricche al mondo seguendo determinati criteri: dal patrimonio del proprietario del club fino al valore del parco giocatori passando per il debito netto.
Anche quest’anno, a farla da padrone, sono le solite società calcistiche. Le due potenze dell’economia calcistica mondiale attuale, per dare qualche numero, risultano avere il 30% delle proprietà con più liquidità a livello globale.
L’Europa, invece, è il continente più rappresentato in questa graduatoria. Per quel che riguarda i singoli team, ai primi tre posti ci stanno: Manchester City, per il secondo anno di fila, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. La prima italiana, invece, è la Juventus che occupa la nona posizione. Insomma, per ripetere il concetto di prima, anche nel campo calcistico si continua sempre a dare retta al dio denaro e basta. Speriamo che, prima o poi, cambierà questa visione che vede sempre le stesse squadre lottare per qualche trofeo importante, sia a livello nazionale che internazionale.
La speranza, come si dice, “l’ultima a morire”. Questo cambiamento, però, dovrà essere più prima che poi.