C’è una Milano Campione d’Italia, nel piccolo mondo dell’hockey inline

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Il Quanta Club è una moderna struttura alla periferia nord di Milano, nel quartiere Affori: campi da tennis, da calcio, da beach volley, palestre, piscine e corsi per tutti i gusti e tutte le età. In questo moderno comprensorio, c’è anche una palestra dedicata al roller, che da fuori è una semplice tensostruttura, ma dentro è la casa della squadra di Hockey Inline che da anni è leader incontrastata di questo sport racchiuso in una piccola nicchia che ha il sapore della famiglia. La gara decisiva della serie finale che poi assegnerà il quinto scudetto consecutivo al Milano Quanta inizia con mezz’ora di ritardo perché alcuni atleti del Cittadella  arrivano in tempo causa traffico, che ha imbottigliato l’auto su cui viaggiavano. Al loro arrivo, i tifosi del Milano li esortano con simpatia a sbrigarsi…c’è da giocare gara 3 di finale! La struttura del Quanta Club è gremita per l’occasione, anche se si tratta del fratello minore di tutti gli hockey, quella imminente è comunque una finale. Ma come durante tutto l’anno, l’ingresso è gratuito. Il Milano, che accarezza il trofeo, vede l’obiettivo e domina il match, mettendo i mostra i suoi gioielli: Nicola Fontanive, che resta sui pattini anche quando il ghiaccio va in vacanza, ma anche tanti altri ex giocatori di hockey su ghiaccio: Gianluca Tomasello, Andrea Delfino, il portiere Mattia Mai, passati dall’Hockey Milano Rossoblu quando era appena nato dopo la chiusura dei gloriosi Vipers, Fabio Rigoni quest’anno ha militato a Chiavenna, Ingemar Gruber ha vinto la Serie B a Merano, Bryan Belcastro ha giocato a Caldaro sino al 2013. Oggi fanno la storia del Quanta, che con un 5-2 sul Cittadella conquista il suo quinto scudetto consecutivo, alzato al cielo dal capitano Emanuele Banchero. È il sesto della sua storia, che sta vivendo un (ormai lungo) periodo di successi con Umberto Quintavalle, presidente del Gruppo Quanta, con un passato dirigenziale anche nell’hockey su ghiaccio.

milanohockey

Il patron della squadra che da anni è la favorita al titolo finale desidererebbe una struttura più all’avanguardia, ma a Milano il tema dello sport (minore) sembra diventato una questione spinosa: nell’hockey su ghiaccio la mancanza di un palazzetto a norma ha fatto già saltare tre anni fa i sogni d’ingresso nella lega russa (la KHL), nel basket, che comunque è il secondo sport più seguito, il nuovo impianto al Palalido non sarà mai ultimato. Pallavolo e football americano sono lasciati a sé stessi. Nella nicchia dell’hockey inline, Milano può vantare la squadra più forte di tutta Italia, ma oggi questo non basta né per portare più spettatori e maggiore entusiasmo, che non manca tra i fedelissimi tifosi, né per pianificare un potenziamento delle strutture dedicate.

A La Gazzetta dello Sport, Umberto Quintavalle dichiarava la scorsa settimana di sognare un hockey milanese attivo 11 mesi all’anno e impegnato su due fronti: ghiaccio e inline, per potenziare uno ambiente sportivo che di passione ne ha da vendere. L’inline vive però tutto in famiglia: ingresso gratuito, giocatori in festa con amici e familiari a bordo pista, brindisi collettivo durante i festeggiamenti, un ambiente che sembra non patire il suo status minoritario. Nella Serie A composta da dieci squadre, c’è però la solita geo-localizzazione che affligge anche il mondo del ghiaccio: Cittadella, Vicenza, Verona, Asiago, Padova, Monleale, Trieste, tutte nel triveneto tranne Molinese, Forlì e Milano.

In A2 però ci sono anche Roma (campioni) e Torino, e non manca la squadra di Napoli. Le grandi città rispondono all’appello. Quest’anno è emersa qualche problematica nella gestione dei campionati, in particolare per quanto riguarda squalifiche (a Milano ha tenuto banco il caso Franko, secondo portiere e allenatore del team B) e tesseramenti (Torino è stata spedita all’ultimo posto della A2 per aver concluso la stagione senza giovanili), ma questioni simili erano già emerse l’anno scorso. Ma quel che non deve passare inosservato, è il fatto che esiste una Milano campione d’Italia, in una città che da qualche anno non riceve più tante gioie dall’ingombrante calcio. Se l’Olimpia di basket viaggia sempre a ritmi alti (pur faticando quando c’è da portare a casa il trofeo), nell’hockey inline si può stare tranquilli: Milano è sempre la favorita, e quest’anno ha raggiunto la manita. Un successo frutto di amore per lo sport.

FOTO: Carola Semino

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