Era il 24 luglio di un anno fa quando Ajax e Werder Brema si sfidarono in un match amichevole pre-campionato a Zillertal, in Austria. Un sabato qualunque che vide la più classica delle amichevoli pre-stagionali nel quale le due compagini, vicine all’esordio nei rispettivi campionati, si sfidavano per mettere nelle gambe la benzina necessaria ad affrontare una lunga stagione. Tutto normale fino al 72′ quando Abdelhak Nouri, per gli amici ed i tifosi Appie, crollava sul terreno di gioco, vittima di un collasso cardiaco. Minuti concitati e di paura con i giocatori di entrambe le squadre sconvolti per quanto accaduto. Le condizioni del ventenne, cresciuto con il sogno di diventare calciatore tanto da andare a letto da bambino con le scarpette da calcio, vengono riportate inizialmente come stabili, poi però il peggioramento. Come in una interminabile montagna russa, la famiglia del classe ’97 vive momenti di dolore e gioia, tra le condizioni disperate del ragazzo e qualche piccolo cenno di ripresa. Danni cerebrali enormi, immobilizzato a letto attaccato ad un respiratore artificiale per consentire le corrette funzioni vitali, Nouri lotta costantemente tra la vita e la morte. Una carriera distrutta, ma anche un vita appesa ad un filo ed una famiglia intera che ancora oggi non si da pace per il tragico accaduto. Il padre di Nouri ancora oggi non riesce ad entrare nella stanza del figlio dove tutto è rimasto da quel maledetto 24 Luglio 2017. Tante domande che ancora oggi la famiglia del giovane giocatore dell’Ajax si è fatta, cercando una spiegazione e soprattutto dei responsabili: si poteva evitare tutto ciò? Qualcuno poteva prestare prima i soccorsi al ragazzo? Tutte domande rimaste in sospeso che la famiglia di Nouri continua a farsi.
Domande che hanno trovato una parziale risposta la scorsa settimana quando, durante una conferenza stampa appositamente indetta dall’Ajax presso la Johan Cruijff ArenA, Edwin Van der Saar ha ammesso apertamente che il club di Amsterdam ha avuto delle precise responsabilità nel dramma che ha colpito Nouri: “Sulla base di nuove notizie che purtroppo siamo stati in grado di raccogliere solo di recente, arriviamo a nuove conclusioni. Significa che il trattamento di Abdelhak sul campo in Austria a luglio 2017 non era adeguato. Pertanto, riconosciamo la responsabilità per le conseguenze di quello che è successo. Prima di tutto, vorrei scusarmi con la famiglia Nouri per aver cambiato la nostra posizione così tardi”. Una dichiarazione pesante che mai prima nel mondo del calcio era stata fatta da una società coinvolta in un dramma del genere. L’Ajax quindi si prende tutte le colpe per l’accaduto e anzi, con un comunicato dettagliato , elenca tutto quello che non è andato quel 24 Luglio 2017.
Una presa di coscienza da parte dell’Ajax, che ha in parte dato conforto alla famiglia di Nouri ma che non cancella ancora i dubbi su quello che è accaduto. Proprio per questo John Beer, avvocato dei famigliari del giovane talento dei lanceri, ha dichiarato che “L’Ajax aveva già questi dati, ma solo oggi ha dichiarato di avere responsabilità. Questo rende in parte felice la famiglia di Nouri, ma sappiamo ancora che molta verità deve venire fuori”. Parole dunque che solo in parte chiudono le polemiche e che, anzi, sembrano dare inizio ad una nuova fase della vicenda. Rimane il fatto che l’ammissione di colpevolezza dell’Ajax può dare vita ad una nuova era per la prevenzione e per l’organizzazione dei primi soccorsi nel mondo del calcio. Troppe volte abbiamo assistito a drammi in diretta tv sui quali non è mai stata fatta abbastanza chiarezza e, soprattutto, non hanno mai avuto dei responsabili. La presa di posizione dell’Ajax è senza dubbio coraggiosa. Di certo questa ammissione di colpa non darà al povero Nouri la possibilità di tornare a giocare a calcio e ovviamente il club olandese in quanto colpevole dovrà pagare, ma indubbiamente segna un momento di svolta nel mondo del calcio. Sperando di non dover più raccontare storie tristi come quella dello sfortunato Appie.