Campioni del mondo! Gli azzurri di Mancini riportano a casa…il titolo non ufficiale
“Campioni del mondo! Grazie alla rete di Nicolò Barella gli azzurri tornano di nuovo signori del calcio, un titolo che non detenevamo ormai dal lontano 2007. Una partita splendida, contro un’Olanda coriacea, che regala alla squadra di Mancini la consapevolezza di essere ancora una volta la migliore del pianeta!” – Alberto Rimedio, Johan Cruijff Arena, 7 settembre 2020.
Fantacalcio, certo. O forse no. Almeno, non per chi vede il calcio in maniera diversa. Per essere il migliore, si dice spesso, bisogna battere il migliore. Ma nel pallone non è sempre così. I grandi tornei si vincono anche senza affrontare chi ha trionfato nell’edizione precedente. Se questo sistema non piace, però, c’è una soluzione. Invece degli albi d’oro ufficiali, ci si può rivolgere a quello dell’Unofficial Football World Championships. Il campionato del mondo di calcio assegnato…con le regole della boxe, di cui l’Italia è attualmente detentrice.
Un’idea così assurda che non può che essere venuta in mente agli scozzesi. Quando nel 1967 la Tartan Army conquista Wembley, infliggendo la prima sconfitta ai Tre Leoni campioni del mondo, il sillogismo è tanto rapido quanto efficace: abbiamo battuto i campioni, ora i campioni siamo noi. Vero, nel calcio la regola transitiva non si applica, ma cosa succederebbe se invece fosse così? Qualcuno se lo chiede sul serio e comincia a studiare la storia. Se il titolo del mondo fosse simile a una cintura di uno sport di combattimento, si potrebbe stabilire chi detiene effettivamente lo status di miglior nazionale del pianeta. E le regole sono abbastanza semplici: il titolo si mantiene vincendo o pareggiando e viene ceduto in caso di sconfitta (anche ai supplementari o ai rigori, se si tratta di un torneo). Dunque, partendo dalla prima partita internazionale, datata 1872 e incredibilmente (soprattutto considerando che si affrontavano un 1-1-8 e un po’ più equilibrato 2-2-6) pareggiata 0-0 da Inghilterra e Scozia, è possibile stabilire una lista di campioni che arriva fino al giorno d’oggi. Dal 7 settembre e almeno fino al match del 7 ottobre contro la Moldavia, la prima difesa titolata da parte dell’Italia, questo onore spetta agli azzurri, che lo hanno strappato all’Olanda grazie alla rete segnata da Barella. I tulipani erano diventati campioni del mondo quasi un anno fa, battendo la Germania in un match valido per le qualificazioni europee. La Mannschaft, a sua volta, lo ha conquistato dalla Francia poco dopo la finale mondiale, in cui i Bleus hanno battuto la Croazia, conquistando sia il titolo del mondo ufficiale che quello ufficioso. E via discorrendo, arrivando dunque alla seconda partita internazionale di sempre, vinta a Londra dall’Inghilterra contro la Scozia per 4-2 nel 1873. Alla faccia di chi dice che l’1-1-8 non serve a niente.
Rispetto alla Coppa del Mondo, non è che il mondiale non ufficiale abbia mai regalato troppe soddisfazioni alla nostra nazionale. Anzi, spesso e volentieri ci sono state figuracce niente male. L’ultimo tentativo di riconquistare l’alloro, al mondiale 2014 contro la Costa Rica, è fallito con una clamorosa sconfitta per 1-0. Nel corso dei decenni, gli azzurri sono riusciti a perdere il titolo persino contro il Galles (1988). E il più recente regno titolato dell’Italia, datato 2007, è cominciato battendo la Scozia ma è finito poco gloriosamente con una batosta contro l’Ungheria subita dalla squadra di Donadoni. Il che porta dritto dritto alla prima grande particolarità del UFWC: non è detto che lo si vinca ai mondiali. La Coppa del Mondo 2006, per esempio, non ha dato questa possibilità. La squadra detentrice del titolo, l’Uruguay, non si è qualificata per la manifestazione in Germania e ha quindi mantenuto la cintura nonostante a Berlino la Coppa l’abbia sollevata l’Italia. Gli azzurri hanno dovuto aspettare di battere la Scozia, che aveva battuto la Georgia, che nel frattempo aveva strapazzato la Celeste in amichevole, per essere campioni per entrambi gli albi d’oro. Albo d’oro, quello del mondiale non ufficiale, che per forza di cose presenta parecchi nomi inattesi. Come quello delle Antille Olandesi, che hanno vinto questo strano titolo nel 1963 battendo il Messico e lo hanno perso alla prima difesa contro la Costa Rica, che evidentemente con queste regole per qualche strano motivo ha una tendenza a vincere mondiali che neanche Marc Marquez. E si creano situazioni non proprio prevedibili, come il fatto che l’ultimo regno dello Zimbabwe, terminato nell’ottobre 2005, sia più recente di quello dell’Inghilterra, che non detiene la cintura ormai dal lontano 2000. Addirittura la Corea del Nord per una volta non ha dovuto far finta di vincere un mondiale, visto che battendo il Giappone nel 2011 ha detenuto il titolo fino al 2013, quando lo ha perso (tra l’altro ai calci di rigore) contro la Svezia, invitata assieme alla Finlandia (e vai a capire perchè) ad un torneo che si è disputato in Thailandia. E chissà, tra l’altro, come avrà preso la notizia il buon Kim Jong-un.

Una storia del calcio tutta particolare, che vede la Scozia prima assoluta nel ranking, anni luce davanti al Brasile che in teoria di mondiali…veri ne ha vinti cinque. Certo, il fatto di aver conteggiato i match a partire da quando di solito si affrontavano solo le selezioni britanniche può aver aiutato,. Ma del resto se il pallone è nato da quelle parti, non è che ci si possa fare molto. O forse, anche in questo caso, sì, perchè non mancano persino le versioni alternative. La più celebre è il Bastone di Nasazzi, intitolato al capitano della nazionale uruguaiana che ha vinto il Mondiale nel 1930. È proprio da lì che parte l’albo d’oro, che però segue regole diverse: vale il risultato dei novanta minuti, non quello di eventuali supplementari o calci di rigore. Ecco perché l’attuale detentrice è la Spagna, che è in carica da oltre un anno, non avendo mai subito una sconfitta da quando lo ha strappato…a bastonate (0-3) alla Svezia nel giugno 2019. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti, risolvendo anche un dilemma pressante: “se battiamo i campioni, i campioni siamo noi?”, si chiedevano gli scozzesi. Strano a dirsi, ma almeno per l’UWFC sì.