Calcio e trading, pecunia non olet

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Calcio e trading, pecunia non olet

Un binomio che si è rafforzato nel corso degli anni e che, da una nicchia iniziale, è passato a toccare da vicino un numero sempre crescente di società. Il trading online, non sempre visto di buon occhio per la sua peculiarità di essere uno strumento complesso alla portata di tutti, quindi potenzialmente in grado di generare perdite del capitale investito, è partito già da qualche anno alla conquista del calcio.
L’ultimo esempio in ordine di tempo, per restare al nostro campionato, è stato rappresentato dall’Atalanta: la meravigliosa realtà plasmata da Gasperini che è ormai una realtà consolidata nei piani alti della Serie A e finanche della Champions League (lo scorso anno al suo esordio nella competizione ha sfiorato la finale), ha stretto una partnership con Plus 500, uno dei broker più famosi della rete. .
Il tutto a testimonianza di come il business del trading sia ormai in pianta stabile nel calcio e vada alla ricerca proprio di squadre che sono sulla cresta dell’onda; segno evidente di un settore in grande salute e potenzialmente in grado di investire cifre enormi.

Dalla Juventus all’Atletico Madrid

Perché l’accostamento tra trading online e squadre note è più datato, in Italia lo ha reso noto la Juventus; la squadra più seguita di Italia nel 2017 ha sottoscritto un accordo con 24Option, altro broker famoso in rete per quello che riguarda l’intermediazione negli investimenti online.
Una opportunità che era stata colta anche da quello che oggi è il suo giocatore più rappresentativo, Cristiano Ronaldo: quando era ancora al Real Madrid l’asso portoghese aveva prestato la propria immagine per al noto Broker di Forex e CFD XTrade Europe. Mentre guardando all’estero, viene subito alla mente il legame tra l’Atletico Madrid di Simeone e Plus 500, lo stesso broker che oggi compare sulle maglie dell’Atalanta.
Il gioco più popolare al mondo è da sempre uno strumento molto efficace di marketing diretto, uno dei terreni più ambiti dalle grandi aziende: ed il fatto che il trading online ne stia andando lentamente alla conquista è la prova provata di come si parli di un settore estremamente ricco, in ascesa poderosa. Il successo delle piattaforme di trading è dovuto ad una apparente semplicità di investimento, in modo del tutto autonomo, senza doversi rivolgere ad intermediari fisici; gli utenti lo vedono come uno strumento estemporaneo, l’investimento diventa una sorta di scommessa.

Il trading online e di rischi

Un po’ come il gioco d’azzardo (sono loro i due comparti ad oggi più ricchi in rete insieme all’industria del sesso), intorno al quale sta nascendo, non a caso, una levata di scudi per far sì che le società di calcio possano tornare a sfruttare i soldi, tanti, che gli operatori di gambling distribuivano fino a prima del Decreto Dignità. D’altronde quando ci sono di mezzo i soldi, si può anche far finta di niente su alcune dinamiche.
Pecunia non olet, lo insegnavano gli antichi Romani: i soldi fanno comodo, che vengano dal gioco d’azzardo o dal trading online poco importa. Perché il trading resta comunque uno strumento a rischio, per certi versi equivoco, di sicuro da approcciare in totale sicurezza.
Il problema dei broker che operano in rete senza garantire certezze, talvolta, senza neanche avere i requisiti per farlo, è ormai noto. Se alcuni hanno una fama acclarata che può fornire qualche garanzia, altri lasciano qualche punto interrogativo.
Ma malgrado ciò il trading online è il nuovo promoter del calcio europeo: le società più ambite fanno a gara per accaparrarsi gli sponsor che pagano profumatamente: broker che spesso risiedono dall’altra parte del mondo, talvolta anche in un qualche paradiso fiscale.
Una manna dal cielo per un calcio sempre più indebitato: e se qualcuno ci vede un qualcosa di poco romantico o di moralmente non del tutto trasparente, corre il rischio di essere etichettato, quantomeno, fuori tempo.

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