Un fallimento. Inutile girarci attorno ma quella della Germania in Russia per i Campionati del Mondo è stato un totale fallimento. Una brutta figura perché la nazionale tedesca da Campione del Mondo in carica si è fatta eliminare in un girone abbastanza agevole, arrivando addirittura ultima, battuta nell’ultimo match da una Corea del Sud che non aveva nulla da chiedere. Molti si sono affrettati a parlare di crisi del calcio tedesco o della dimostrazione che il modello di calcio fatto in Germania non è più valido.
Una tesi però non corretta perché a differenza di quello che sta accadendo in Italia o in Olanda, per citare due tra le grandi escluse e deluse dell’ultimo Mondiale, il fallimento della nazionale tedesca non è stato causato da una crisi sistemica, ma da una serie di fattori che hanno inciso in maniera negativamente decisiva: scelte sbagliate di Low, tanti giocatori sazi che non sono riusciti a dare il 100%, un po’ (tanta) presunzione che è stata fatale nelle tre partite del girone. Detto questo il calcio tedesco rimane comunque uno dei sistemi e di modelli più all’avanguardia del calcio europeo e mondiale. Ecco perché.
Gioventù: Partiamo dal Mondiale. La Nazionale tedesca era sesta squadra più giovane della competizione iridata, terza se vogliamo considerare solo chi ha già vinto la Coppa del Mondo, dietro sola Francia e Inghilterra. Un dato molto importante dato che la Germania si presentava in Russia con i galloni di Campione e soprattutto una rosa di altissima qualità. Il fallimento poi è stato inaspettato quanto rispettoso di una “tradizione” che vede i campioni del mondo uscire al primo turno nella successiva edizione. Passiamo poi a quello che succede in Bundesliga. Il campionato tedesco dei cinque maggiori europei è quello che ha l’età media più bassa. Le società tedesche puntano sui giovani e lo fanno realmente: nella classifica dei campionati e delle squadre più giovani del continente, stilata dal Cies, la Germania è al 12° posto, prima tra i top campionati europei, seguita dalla Francia al 17°, dalla Spagna al 20° e dall’Inghilterra addirittura 29°. Non benissimo l’Italia in 24° posizione, in virtù dei 27,37 anni in media dei calciatori impiegati. E nella massima serie teutonica le prime due classificate sono il Lipsia con 23.2 di media e il Bayer Leverkusen con 23.8.
Nella classifica dei club, tra i primi 100 più giovani, la Germania può vantare ben 8 club. Nessuno come lei. Dati importanti che se sommati all’alta specializzazione che i tecnici tedeschi stanno portando avanti fa si che il calcio tedesco sia sempre più all’avanguardia. I cosi detti Laptop trainer, di cui abbiamo già ampiamente parlato, come Thomas Tuchel (ex Borussia Dortmund, ora al PSG) a Roger Schmidt (Bayer Leverkusen), da André Schubert (Borussia Mönchengladbach) a Julian Nagelsmann (Hoffenheim), dallo svizzero-tedesco Martin Schimdt (Mainz) a Christian Streich (Friburgo) hanno sfruttato gli imponenti investimenti della Federazione tedesca dopo la sconfitta nei Mondiali del 2006 e hanno totalmente stravolto il ruolo dell’allenatore. Di conseguenza anche lo sviluppo dei giocatori giovani è stato modificato regalando alla Germania una serie sterminata di giovani talenti.
Tirando le somme il calcio tedesco, al netto della brutta figura in Russia, rimane di gran lunga il modello da seguire per ambire ad uno sviluppo innovativo e moderno del calcio, lontano da alcune vecchie considerazioni che stanno bloccando la crescita del movimento calcistico nel nostro paese.
Massimiliano ! finalmente qualcuno che ragiona non con le prime due variabili che gli mettono davanti per ragioni precise oppure anche per la varietà del mondo “randomistico” !! che fá anche bella la vita!
BRAVO!! .. una boccata di ossigeno in mezzo a questa folla infinita che segue il path of less resistance! la shortcut della considerazione facile senza ricerca e a confronto di un mondo velocissimo!
Spero di beccarti su facebook per vederti di piú! .. occhio che sono un occhio fine! ma non un fin occhio! LOL
LOVE
marino maronati
los angeles