Lasciamo per un momento il mondo del calcio professionistico per occuparci della stagione di quello dilettantistico che è in partenza. Domenica scorsa si è disputato il turno preliminare della Coppa Italia Serie D, e questa domenica si giocheranno le partite del primo turno, che a loro volta, precederanno di una settimana l’inizio del Campionato. Successivamente prenderanno il via tutti gli altri tornei a livello regionale e provinciale dall‘Eccellenza alla Terza Categoria, in questo mondo che coinvolge migliaia di squadre, e parliamo solo dei tornei senior, e decine di migliaia di giocatori, tecnici, dirigenti, in buona parte non retribuiti.
Sarà un anno di cambiamenti per il pianeta dei dilettanti, infatti la relativa Lega ha introdotto due grosse novità regolamentari, la prima estetica, la seconda che potrebbe avere un forte impatto sul gioco. Vediamole insieme.
A partire da questa stagione sarà possibile anche a questo livello utilizzare dei numeri di maglia fissi per l’intera stagione derogando dalla numerazione obbligatoria da 1 a 11, esattamente come tra i professionisti dunque se non per il fatto che non si potrà stampare sulle divise il cognome del giocatore. Fattore esclusivamente estetico ma che modificherà l’atmosfera immutabile dei campi di periferia, dove sarà tutto un fiorire di 23, 77, 99 e uno scuotere di teste degli anziani habitué che seguono la Virtus Vattelapesca, nome di fantasia, dal 1964 e che si lamenteranno dei tempi andati quando guardavi il numero dei giocatori ospiti e capivi se uno giocava in difesa o se era il centravanti.
La seconda novità è a nostro avviso molto più importante, sono state infatti elevate a cinque le sostituzioni possibili, senza alcun vincolo temporale ma solo dovendo rispettare la quota degli Under in campo nei campionati in cui è prevista. L’aumentare delle sostituzioni ha cambiato negli anni il gioco, dai tempi in cui non ce n’erano, a quelli con panchine da due, tre giocatori e un cambio, poi un cambio più il portiere, poi cinque riserve e due cambi liberi, alle attuali panchine lunghe di sette uomini con tre cambi. Ciò ha permesso di sviluppare tattiche a più ampio respiro, c’era chi le ha fatte fin dai tempi del cambio singolo, viene in mente José Altafini che negli ultimi anni della carriera alla Juventus spesso entrava nel secondo tempo e risolveva le partite, diminuire i problemi in caso di infortunio, riequilibrare il settore difensivo nel caso di troppi giocatori ammoniti.
Cinque cambi dilateranno ulteriormente le variabili tattiche disponibili per gli allenatori. Mi viene in mente il rugby di alto livello, dove gli otto cambi hanno fatto sì che la prima linea, pilone sinistro, tallonatore, pilone destro, che inizia la partita non sia mai la stessa che la finisce, di solito per nessuno dei tre giocatori. Nel calcio minore i cinque cambi potrebbero allungare carriere, attaccanti e centrocampisti over 35 dai buoni piedi potrebbero diventare specialisti dei secondi tempi alla Altafini di una volta, impostando la preparazione su una tenuta fisica sufficiente per una sola frazione di gioco, in cui provare a fare la differenza sfruttando in D o in Eccellenza qualità tecniche da livello superiore. Contemporaneamente chi inizia la partita, magari molto più preparato fisicamente ma con piedi diciamo ordinari, potrà correre come una trottola facendo impazzire i difensori perché dovrà spendere le sue energie in 45, massimo 60 minuti invece che in 90′.
Si potrebbero anche sfruttare i cinque cambi quando si affrontano avversari con giocatori particolarmente temibili a centrocampo o in attacco, se a inizio stagione ci si è messi in rosa un paio di coriacei difensori in più ecco che in marcatura si potrà essere più duri e rischiare qualche fallo per “sconsigliare” gli avversari a far troppo i fenomeni, visto che a quel punto l’allenatore potrebbe utilizzare i cambi in più per rimpiazzare già nelle fasi finali del primo tempo i difensori ammoniti e a rischio cartellino rosso.
Le variabili sono dunque diverse, chissà se porteranno maggior spettacolarità nel mondo del calcio minore? E chissà se siamo in presenza di una sperimentazione destinata poi ad essere adottata anche a livello professionistico?