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Calcio e Reggae: la passione per il pallone di Jacob Miller

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Calcio e Reggae: la passione per il pallone di Jacob Miller

Il legame tra reggae e calcio ha interessato vari artisti del XX secolo che hanno legato il loro nome a questo genere musicale nato nella piccola isola caraibica della Giamaica. In alcuni articoli pubblicati di recente abbiamo visto come questi due ambiti abbiano coinvolto, ad esempio, personaggi del calibro di Bob Marley e Burning Spear.

Ma, come dice un famoso detto, “non c’è due senza tre” e quindi, dopo queste due storie, ero alla ricerca di una terza vicenda da raccontarvi. In mio aiuto è giunto, in un certo modo, la figura di Jacob Miller: altro storico esponente della musica reggae vissuto nella seconda metà XX secolo scomparso esattamente 40 anni fa, il 23 Marzo 1980.

Miller nacque il 4 maggio 1952 a Mandeville, piccolo comune facente parte della parrocchia di Manchester nella parte sud-occidentale dell’isola. La sua infanzia non fu affatto felice visto che, come Bob Marley, non conobbe mai il padre di persona: egli infatti non sapeva nulla del suo genitore se non che era un cantante del luogo che si faceva chiamare Sidney Elliott.

Nel 1960, quando aveva appena 8 anni, Jacob fu mandato a vivere nella casa dei nonni situata presso Rousseau Road a Kingston in cerca di miglior fortuna. Anche in questo caso vi è una certa somiglianza con la prima fase della vita di Nesta visto che Rousseau Road non si trova lontano dal ghetto di Trenchtown in cui il re del reggae andò a vivere in giovane età, accompagnato dalla madre, dopo l’infanzia passata nel nativo villaggio di Nine Mile.

Anche da un punto di vista strettamente musicale vi è un forte nodo che lega i due artisti in questione. Nel 1976 Jacob Miller diventa il cantante di quello che sarà il suo gruppo storico: gli Inner Circle.

Con gli Inner, Miller farà parecchie cover di alcuni dei maggiori successi di Marley e vista la sua forte fede nel credo rastarafariano, proprio come Nesta, darà una forte impronta religiosa alla musica prodotta dal gruppo. Con il passare del tempo gli Inner Circle, grazie alla figura di questo cantante, riusciranno a coniugare elementi di musica strettamente giamaicana, la roots e la dub in primis, con suoni tipici dell’Occidente europeo.

Una evoluzione simile l’affrontarono anche i Wailers, lo storico gruppo di Bob Marley. Essi, infatti, per farsi accettare da un pubblico sempre più vasto dovettero sperimentare un connubio molto simile in alcuni album storici da loro prodotti, ad esempio “Catch a Fire” o “Burnin”.

Per arrivare al punto “sportivo” del pezzo ricordiamo che Jacob e Nesta erano legati anche da una forte passione per il calcio. Del rapporto col calcio di Marley se ne sanno molte di curiosità e anche noi ne abbiamo già parlato in qualche precedente articolo; di come invece Miller sia diventato un appassionato di questo sport, purtroppo, non si hanno molte notizie.

Questa differenza la si nota, in particolar modo, nella bravura dimostrata sul campo da queste due personalità. Se Marley era uno che giocava molto bene con il pallone tra i piedi, Miller non aveva una tecnica altrettanto raffinata e giocava, a detta di molti, per puro divertimento.

Nonostante tutto, tra il 18 e il 20 marzo 1980, Jacob Miller arrivò in Brasile con Bob Marley ed altri importanti pezzi da novanta della scena reggae del momento. Lo scopo del viaggio era ben preciso: promuovere la filiale brasiliana della Island Records, la più importante etichetta discografica giamaicana con cui Marley stesso aveva pubblicato alcuni dei suoi maggiori successi musicali di sempre.

Il viaggio in terra carioca durò appena 72 ore. Durante questo breve lasso di tempo, però, Marley riuscì ad organizzare una vera e propria partita di pallone.

L’incontro si tenne il 19 marzo 1980 in un piccolo campo da calcio privato nella città di Rio De Janeiro. Le squadre che si affrontarono era composte da due categorie di musicisti: locali e provenienti dalla Giamaica con Marley stesso.

Tra coloro che scesero in campo possiamo ricordare i cantanti brasiliani Chico Buarque e Toquinho, il campione del mondo Paulo César Caju, il compagno di band Junior Marvin e, per l’appunto, Jacob Miller. Il punteggio finale fu un perentorio 3 a 0 per il team di Marley e dei giocatori caraibici.

Poche ore dopo quella partita Miller rientrò in Giamaica ma purtroppo non potè fare molto altro. Morì infatti il 23 marzo 1980, a neanche 30 anni di età, in un incidente d’auto avvenuto sulla famosa strada, almeno per gli amanti del reggae, di Hope Road nella capitale giamaicana Kingston.

Non sappiamo quanto Miller avrebbe potuto portare avanti il suo rapporto con il mondo del calcio, magari giocando qualche altra partita di pallone con il re del reggae prima della prematura morte di quest’ultimo sopraggiunta l’11 maggio 1981. Vogliamo però ricordarlo mentre corre dietro ad un pallone con un bel suo pezzo sullo sfondo; la sua celeberrima “Tenement Yard” potrebbe essere la colonna sonora perfetta per una occasione del genere.

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