Calcio di periferia: Giuseppe Tornesi, il bomber dietro il miracolo Cori

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A volte le delusioni non portano sconfitte. Non determinano sempre la fine di qualcosa. Ma possono portare cambiamenti importanti. Ciò è quello che è successo a Giuseppe Tornesi, classe ’93, che dopo un anno di forti indecisioni sul suo percorso calcistico con tanto di problemi fisici, alla fine è riuscito a trovare un ambiente favorevole. La squadra del Cori, militante nel girone C della Promozione laziale, lo ha ingaggiato come possibile attaccante per una nuova formazione di giovani promesse all’inizio del campionato. Dopo una partenza piuttosto faticosa a causa di un solo pareggio e di otto sconfitte nelle prime nove partite di campionato, Tornesi ha trainato la squadra sempre più su, scalando posizioni fino ad arrivare ad un solo punto dai playoff. Ora come ora, la speranza di non retrocedere è tanta.

Cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida con la Cori?

Ho accettato questa sfida perché venivo da un anno in cui ho riflettuto seriamente se continuare a giocare oppure smettere del tutto. Volevo però trovare un modo per rilanciarmi ed il Cori mi è sembrata la scelta più adatta. Infatti stava costruendo una squadra giovane in cui io sarei stato uno degli elementi più importanti. Loro sono stati i primi ad avermi cercato, ad avere puntato molto su di me e questa cosa da parte mia è stata ovviamente molto apprezzata, soprattutto in quel momento.

In cosa sei più soddisfatto del tuo percorso?

Il percorso quest’anno è stato tutt’altro che facile, poiché io e tutta la squadra ci siamo ritrovati in una zona di classifica decisamente bassa e questo ha fatto sì che ogni partita diventasse sempre più difficile. Ma a parte questo, mi sento soddisfatto dell’apporto che sono riuscito a dare alla mia nuova squadra, sia a livello personale sia a livello pratico con i goal. Inoltre, a fine campionato, mi ritrovo in cima alla classifica cannonieri sopra ad altri attaccanti di squadre al vertice, dove è molto più facile fare goal per la differenza di livelli in campo. Ho però anche qualche rimpianto dal punto di vista fisico. Purtroppo quest’anno gli infortuni non mi hanno lasciato in pace e mi hanno fatto saltare otto partite di campionato dove avrei potuto aiutare di più la mia squadra. Detto questo, rimane comunque una annata buona dal punto di vista personale che senza infortuni sarebbe diventata ottima.

Qual era il vostro obiettivo finale?

Il nostro obiettivo finale era la salvezza a inizio campionato, quindi la permanenza nella categoria e lo è diventato ancor di più soprattutto per come si era messo il campionato, con solo un punto nelle prime nove partite. Io e tutta la squadra credevamo a questo piccolo miracolo sportivo e abbiamo lottato fino all’ultimo per ottenerlo.

Foto : Lori

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