Nel Mondiale delle sorprese, una sola costante è rimasta invariata: l’ennesimo fallimento della spedizione mondiale delle squadre africane. Una rivoluzione che da inizio anni ‘90 prometteva di esplodere per cambiare definitivamente il volto del calcio mondiale. Una rivoluzione rimasta solo potenziale. Una Rivoluzione che non si è mai concretizzata e chissà quando mai avverrà.
In Russia le 5 squadre africane sono state eliminate in maniera differente: Egitto, Tunisia e Marocco sono praticamente state eliminate subito con due sconfitte nelle prime due partite. Molto sfortunato il Marocco che nella prima uscita con l’Iran non meritava la sconfitta arrivata solamente al 90’ per via di un autogol, dopo aver dominato l’incontro. Diverso invece il discorso per Nigeria e Senegal. La Nigeria si è giocata il passaggio del turno fino alla fine contro l’Argentina ma è poi caduta nel recupero proprio ad un passo dalla qualificazione in un girone molto equilibrato. Ancora più sfortunato il Senegal uscito dal Mondiale per la regole del Fair Play. Per una ammonizione in più rispetto al Giappone, se pur a pari punti, la squadra africana è stata eliminata. Molto sfortunato il Senegal sì, ma è pur vero che aveva il destino nelle sue mani e sarebbe bastato non perdere per accedere agli Ottavi. Nigeria e Senegal nel fallimento collettivo sono comunque state le due realtà che hanno dato segnali di vita rispetto alle altre tre nazionali eliminate.
Questa fallimentare spedizione in Russia segue più di venti anni di promesse mai mantenute dal calcio africano. Non è un caso che il massimo risultato che le squadre africane siano mai riuscite a raggiungere in un Mondiale sia solo quello dei Quarti di finale. Un’impresa riuscita solo al Senegal nel 2002, al Ghana nel 2010 ed prima ancora al Camerun nel 1990. Proprio dopo l’exploit di Milla e soci a Italia 90, c’era chi giurava che il futuro del calcio mondiale potesse essere completamente ad appannaggio del calcio africano.
Previsione decisamente sbagliata dato che il movimento calcistico africano è riuscito a far nascere si degli assoluti campioni come Didier Drogba o Yaya Toure’, ma a livello di squadre nazionali non è mai arrivato ad alcun risultato e anzi questo mondiale sembra aver accentuato il divario con le scuole tradizionali europee e sudamericane. Ancora troppo indisciplinati tatticamente i calciatori in campo, ancora poco preparate le federazioni a gestire competizioni particolari come solo i Mondiali sanno essere. Il caso del Senegal nella sua sfortuna, evidenzia tutte le contraddizioni del calcio africano capace di arrivare ad un passo da un grande risultato, salvo poi buttare tutto al vento quando sarebbe bastato veramente poco.
Questi pazzi Mondiali russi ci lasciano quindi ancora una volta un’amara considerazione sulla mancata esplosione del calcio africano che deve ancora lavorare molto per diminuire il gap con il calcio europeo e non solo. Una Rivoluzione che qualche anno fa sembrava imminente e che invece sembra ancora lontana dalla sua realizzazione.