Bookmakers italiani e stranieri: l’importanza della regolamentazione

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Bookmakers italiani e stranieri: l’importanza della regolamentazione

Un tema un bel po’ complesso e per il quale si rende necessaria un po’ di chiarezza; d’altra parte siamo nel web, mondo di mezzo dove non sempre le regole vengono seguite ed all’interno del quale lecito ed illecito, talvolta, si sovrappongono; e si parla di bookmakers, terreno scivoloso per tante ragioni.
La differenziazione più evidente quando si entra in questo mondo è quella relativa alla regolamentazione: esistono in sostanza bookmakers regolamentati ed altri che non lo sono. In Italia ci pensa l’Adm a legiferare in materia (Agenzia Dogane e Monopoli). Sul portale dell’Adm sono presenti gli elenchi dei bookmakers autorizzati ad operare in Italia con riferimento al gioco a distanza.

La questione dei bookmakers esteri

Il dibattito acceso da anni è il seguente: scommettere su siti di bookmakers esteri è un qualcosa di legale o no? Ciò in virtù del fatto che la maggior parte degli operatori stranieri ha una licenza estera, di un altro paese, quindi non una rilasciata dall’Adm. Il che crea un conflitto di normative in essere tra quella italiana (sempre facente capo all’Adm) e quelle di altri paesi.
Per dirla in altre parole più concrete e senza girarci troppo intorno, i siti di scommesse con sede all’estero seguono regolamentazioni all’infuori delle frontiere del paese italiano, di conseguenza questi bookmakers non possono esercitare in Italia in quanto non in possesso di consenso locale. Il che non vuol dire che questi operatori, e per chi volesse approfondire è possibile consultare una lista di siti non Aams presente su questo sito, non possano comunque garantire sicurezza o condizioni vantaggiose.

Cosa dice la legge

Il fatto è, che come si diceva in apertura, il web è un terreno complesso all’interno del quale non è facile far rispettare le regole: ed ecco allora che in Italia, non esiste una legge che vieti ad un giocatore di scommettere tramite un bookmaker estero, facilmente accessibile andando semplicemente a collegarsi al relativo sito internet.
In alcune realtà questo avviene, ad esempio paesi come Usa, Cina e Belgio dove è in vigore una normativa tale da impedire formalmente agli scommettitori di puntare tramite siti che abbiano sede in un’altra area commerciale. In Italia invece lo si può fare tranquillamente, tutto ciò che viene usato come deterrente è la consapevolezza di rischi e di mancanza di garanzie che il giocatore deve (o sarebbe più giusto dire, dovrebbe) conoscere.

Operatori regolamentati e non

Ed è importante che gli scommettitori italiani siano a conoscenza di questo aspetto, che sappiano riconoscere bookmaker regolamentati e non regolamenti; operatori anche residenti all’estero e con licenza di altro paese ma pur sempre sicuri, rispetto ai tanti con sede in paesi improbabili (spesso paradisi fiscali) che operano in modo scorretto, come si è visto svariate volte a seguito dell’emergere di truffe legate alle scommesse sul calcio (ne avevamo parlato in un nostro precedente articolo).
La domanda che a questo punto in molti potrebbero porsi è: ma se i bookmakers all’estero non possono offrire, al giocatore italiano, garanzie e sicurezza, perché vengono così tanto cercati? La risposta è piuttosto semplice e concreta: molti utenti vengono attratti dalle offerte e dai vari bonus che i bookmakers mettono a disposizione, spesso molto più allettanti di quelli offerti dagli operatori italiani Aams. È indubbio che i vantaggi proposti da siti di scommesse offshore siano numerosi rispetto ai bookmakers di scommesse sportive locali.
Ma come sempre in Italia si è scelto di non scegliere: i bookmakers che operano all’estero non sono vietati, sono facilmente raggiungibili oggi tramite la rete, ma, in sostanza, si va a dire che il loro utilizzo è vivamente sconsigliato in quanto potrebbe non essere sicuro.

 

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