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Bjorn Borg, l’uomo di ghiaccio vissuto nell’eccesso

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Bjorn Borg, l’uomo di ghiaccio vissuto nell’eccesso

Il 22 Gennaio 1983 annunciava il suo ritiro (sarebbe poi tornato nel 1991, senza lasciare traccia) il tennista Bjorn Borg. Un uomo di ghiaccio che nascondeva una vita privata fatta di eccessi e sregolatezza. Vi raccontiamo il suo lato più oscuro.

Bjorn Borg. Sport e droga, due mondi che in teoria non dovrebbero avere nulla in comune. Da un lato i valori di competitività,  sportività  e rispetto reciproco, dall’altro offuscamento della ragione, dipendenza, straniamento dalla realtà esterna.  Eppure si sa, gli opposti si attraggono, e i casi di atleti dipendenti da droghe hanno falcidiato qualsiasi disciplina. Il caso di Borg.

Nel calcio l’esempio più illustre non può che essere il Pibe de Oro, che dopo essere risultato positivo alla cocaina nei controlli antidoping decise di fuggire all’estero, nel 1991.  Anche il basket non è da meno: lampante è la vicenda di Robert Swift,  promessa dei SuperSonics che nel 2009, dopo anni di abuso di droga, fu arrestato strafatto in possesso di un vero e proprio arsenale di armi; oppure la triste storia di Lamar Odom, ex stella dei Lakers, ritrovato qualche tempo fa tra la vita e la morte in una camera di un albergo-bordello, a causa di un cocktail di cocaina, alcool e metanfetamina.

Cambiano gli sport, ma la musica non cambia: dall’arresto del centauro Walter Migliorini, colto nell’84 a trasportare quintali di hashish, alla condanna per possesso di cocaina per il pugile Ubaldo Sacchi fino alla squalifica del centometrista John Carlos per uso di droghe.

E anche il tennis non può non esimersi dall’entrare in questa lista tutt’altro che speciale.

Già negli anni ’20 si vociferava che la vincitrice di oltre 20 Slam Suzanne Lenglen facesse uso di un bicchierino di cognac nella pausa tra due set. Poi negli anni ’70 e ’80, con l’arrivo di nuove sostanze stupefacenti vennero sorpresi i vari Yannick NoahVitas Gerulaitis e Mats Wilander, per poi arrivare fino agli anni 2000:  Martina Hingis abbandonò il tennis per essere stata trovata positiva alla cocaina, Richard Gasquet cercò di mascherarne la sua positività giustificandola con un bacio dato ad una ragazza cocainomane, fino alla travagliata storia di Jennifer Capriati, andata in overdose nel 2010 e viva per miracolo.

Ma nel tennis il caso più eclatante è sicuramente quello che riguarda uno dei tennisti più vincenti di sempre, simbolo di un’epoca e idolo di migliaia di tifosi: Bjorn Borg. Proprio così, lo svedese vincitore di Wimbledon per cinque volte di fila, l’Uomo di Ghiaccio per via del suo carattere, fuori dal campo non seppe resistere alle innumerevoli tentazioni che lo avrebbero portato sulla strada dannata di sesso & droga.

Eppure fino al 1980 Borg era stato il re incontrastato del tennis: benché neppure venticinquenne, aveva già vinto 10 titoli dello Slam e aveva spesso avuto la meglio sui suoi storici rivali, Jimmy Connors e John McEnroe.

Poi, nel 1981, qualcosa sembrò incrinarsi. Dopo aver vinto per la sesta volta l’Open di Francia, in finale a Wimbledon Borg incappò nella dolorosissima sconfitta contro McEnroe, la quale lo segnò profondamente. Nel 1982 decise di giocare solo il torneo di Montecarlo e l’anno successivo tornò in campo in condizioni fisiche pietose, rimediando roboanti sconfitte che lo indussero al ritiro, a soli 26 anni. Qualcosa era decisamente cambiato.

Come si spiega un calo di rendimento così repentino e inaspettato, una parabola discendente così improvvisa per un giocatore che fino a allora sembrava invincibile?

 Un risposta venne data da Loredana Bertè molti anni dopo. La stravagante cantante italiana fu dal 1989 al 1992 la moglie del campione svedese, con cui visse una relazione tanto intensa quanto drammatica. E, benché la Bertè ancora non fosse la compagna di Borg nel 1981, le sue rivelazioni, contenute nel libro intervista “Traslocando – E’ andata così”, scritto con Malcom Pagani e anticipate da Dagospia,  che non hanno avuto ancora la replica dell’interessato, non possono che far riflettere:Per la cocaina lasciò vincere McEnroe in finale a Wimbledon, con grande scorno della madre, che aveva preparato nella madia lo spazio per la sesta coppa”.

Sempre nell’autobiografia, la Bertè aggiunge, inoltre, che nella pausa tra un game e l’altro Borg avrebbe detto che dovevano sbrigarsi a finirla, perché doveva “farsi una striscia”. E’ inutile dire che tali parole destarono grande scalpore ma, nel contempo, sono a tutt’oggi da prendere con le pinze, visto che un personaggio sopra le righe come la Bertè potrebbe aver esagerato nel raccontare . Inoltre, Borg e McEnroe avevano dato vita ad una rivalità senza precedenti e pensare che Borg se ne fosse infischiato in questo modo resta difficile da credere.

Eppure, il cambiamento nello stile di vita del tennista svedese era palese. Il giovane ragazzo che si dedicava a tempo pieno allo sport iniziò ad abbandonare la semplice quotidianità e scoprì i piaceri del sesso, della vita notturna, dello sballo. Nel 1983 divorziò  con la moglie Mariana Simionescu, con cui aveva un figlio, e cominciò a tenersi in contatto con persone poco raccomandabili, che lo avvicinarono sempre di più alle droghe.

Nel 1988 incontrò Loredana Bertè, che aveva già conosciuto nel lontano 1973, quando ancora era la compagna di Adriano Panatta. Ed è la stessa Bertè che raccontò un altro triste episodio sulla dipendenza di Borg dalle droghe, nella sua autobiografia.

E’ il 7 febbraio 1989 e, a detta della cantante italiana, alle 7 di sera suonò il campanello della sua abitazione. Loredana apre la porta e si sarebbe trovata davanti un Bjorn Borg in uno stato pietoso: pallido come un cadavere, emaciato, con gli occhi di fuori. Non ha idea di cosa abbia fatto nelle ore precedenti, entra in casa e si chiude oltre mezz’ora al bagno, per poi uscirne mezz’ora dopo con una scatola di Roipnol in mano. Una scatola vuota.

Dopo poco, avrebbe avuto prima una crisi di pianto, poi iniziò a perdere i sensi, gli occhi cominciarono a roteare, la bava alla bocca. La Bertè ha la prontezza di chiamare un’ambulanza e Borg viene salvato per il rotto della cuffia. La lavanda gastrica sancirà che aveva fatto uso di cocaina, droga e dosi massicce di vari medicinali.

Nonostante la tragedia sfiorata, i due si sposarono nel settembre dello stesso anno, vivendo una vita sopra le righe, piena di eccessi e di spiacevoli figuracce. Come quando, durante un viaggio a Los Angeles, pernottarono in un lussuoso albergo a Beverly Hills e, al momento di saldare il conto, si venne a sapere che Bjorn e la moglie avevano visto lo stesso film pornografico per 24 volte di fila. Questo perché, a detta della Bertè, Borg era talmente strafatto da costringerla a compiere gli stessi identici gesti delle attrici pornografiche finchè non raggiungeva le movenze perfette.

Storie e aneddoti che fanno accapponare la pelle. Se solo si immagina all’incredibile talento di quel tennista biondo, amato e idolatrato da migliaia di fan, non si può non pensare a quanto spreco ci sia stato, a come la sua vita sia stata buttata.

Nel 1992 il matrimonio tra la Bertè e Borg ebbe fine, ma non sappiamo per certo se Borg chiuse i rapporti anche con la droga. Gli scoop dei giornali di gossip sul suo conto diminuirono di anno in anno, il successo e la fama attorno alla sua immagine si ridimensionarono, l’incedere degli anni prese il sopravvento. E, speriamo, anche il buonsenso.

13 Comments

  1. Un altro grandissimo capace di regalare (regalare si fa per dire) immense emozioni e che dopo finisce in maniera miseria!
    in un ipotetico immaginario collettivo potrebbe andare a fare triste e sublime compagnia a J. Belushi, J. Joplin o Maradona…

  2. Borg è stato per tutti quelli che giocavano a tennis negli anni 70 e 80 un mito. Aveva rivoluzionato il modo di giocare, era un atleta formidabile.
    Mi ricordo che un giovane talento delle mie parti, lo imitava in tutto, abbigliamento, racchette, colpi, stile di gioco. Quando l’immagine di Borg cominciò a incrinarsi ebbe una tale repulsione per il tennis che abbandonò i tornei e si dedicò al calcetto.
    Il grande campione ha purtroppo una grossa responsabilità: deve essere da esempio per i giovani, un modello sia dentro che fuori il campo.
    Maradona, Pantani, Borg non lo hanno capito.
    Per rimanere nel tennis, McEnroe e Agassi hanno scelte strade diverse, campioni in discussi per atteggiamenti particolari durante l’attività agonistica, persone perbene una volta appesa la racchetta al chiodo.

    • Ciao, scusa, non è una morale corretta dicendo che Pantani non lo ha capito, mentre Agassi è una persona per bene.
      Da sportivo analizzo la storia di Agassi a partire da Open, e non lo consiglierei come esempio.. un fenomeno, che riconosco e stimo (ne ero tifoso), ma la disciplina sportiva è ben altro.
      Pantani era convinto, si impegnava e soffriva, aveva disciplina, come quando ha cercato di ripartire, ma con il peso ingiusto del giudizio di gente tendenziosa, perché di questo si parla.
      Gli altri paesi rimettono in gioco persone scorrette a loro favore, noi affossiamo i nostri campioni, credo semplicemente per invidia, ma sosteniamo i nostri politici….che ne fanno di peggio.

  3. Scusate.
    Forse Pantani è citato in modo improprio nell’articolo.
    Non era in albergo a drogarsi in un festino con donnine. Pare sia stato vittima di qualcos’altro di più grande (non solo contro di lui, ma contro tutta l’Italia) che voi giornalisti dovreste conoscere e divulgare in modo corretto e per di più, visto l’episodio, cercare di stare dalla parte di uno dei migliori campioni italiani e simbolo dell’Italia nel mondo, infangato perché troppo forte, non travisare sempre gli argomenti a favore di un articolo di basso profilo…soprattutto sul Fatto Q.
    E’ a partire dai media che si costruisce una nazione…questi articoli mettono sempre l’italiano in secondo piano ed invece bisognerebbe insistere sull’episodio, a seguito anche delle recenti vicende di Amstrong (americano), grande denigratore di Pantani (italiano).
    X ZAWIX: ma Pantani ha avuto un passato e/o durante le gare vincenti era già cocainomane? Non mi pare. Se n’è parlato dopo l’ingiusta squalifica per doping. Uno che si droga per disperazione (abbandonato e infamato dai suoi stessi tifosi e connazionali, sapendo di non essere colpevole), non è la stessa cosa di chi lo fa per divertimento..
    Ha cercato di rimettersi in bici, ma invece che sostenerlo, l’Italia lo ha affossato e abbandonato.
    NON SI PUO PARAGONARE PANTANI A MARADONA O BORG SULL’USO DI DROGHE….STORIE COMPLETAMENTE DIVERSE.

  4. È una storia triste la sua. Ritirarsi a 26 anni non è normale. Poteba giocare altri 10 anni e vincere ancora tanto. Io non l’ho visto giocare perché ero troppo piccolo ma credo che la sua sia una storia molto triste. Arrivare bolliti a 26 anni quando un’agonista dovrebbe iniziare a dare il meglio di se stesso vuol dire che a livello personale non ci stava già più. Peccato sentire queste storie. Io ho cone esempio tennisti come nadal,federer, campioni nella vita non solo in un rettangolo di gioco. Questi rimarranno come esempi per sempre.

  5. Ma chi dice che Borg ha avuto una vita sprecata e triste? Lui sara’ sempre ricordato come uno dei grandi campioni di tennis dei nostri tempi. Quando decise di ritirarsi aveva ormai raggiunto l’apice della sua carriera e aveva gia’ dato il meglio di se’.
    Sara’ anche vero che conseguentemente abbia fatto uso di droghe…….pero’ non e’ mai diventato un tossicodipendente o un alcolista come e’ capitato ad altri personaggi sportivi.
    Per quanto se ne sa lui conduce una vita tranquilla in Svezia con la sua famiglia. Loredana non era la persona giusta per lui……tutto qui.

  6. Ogni Grande Campione, raggiunto l’apice della carriera, puo’ avere una flessione…purtroppo quando si e’ campioni indiscussi si viene avvicinati da persone che vogliono “sfruttare”il momento, li bisogna essere fortunati a scegliere bene…a NON abboccare…ma non e’ semplice…sta di fatto che di Borg….in quel periodo mi prendo il meglio…giocatore straordinario…un mostro nella concentrazione…un fisico perfetto per il “suo” tennis, fatto di scambi, di ace, di un rovescio tanto potente quanto preciso….fantastico….ha vinto tutto tranne in America…e li’ purtroppo in finale ha pagato la velocita’ della superficie….per chiudere Pantani….dico che poche volte mi sono emozionato per il ciclismo….ma Marco era un Campione…una potenza…ed e’ stato fatto fuori proprio per questo….e ho detto tutto…

  7. chissà perché si continua ad ignorare nelle biografie, vedi wikipedia, che la carriera di Borg è finita per la cocaina, si continua a vedere scritto che lo stress per una carriera così intensa ha avuto il sopravvento, cavolate, la stessa vita la facevano Connors, Mc Enroe, Lendl, Sampras e poi a venire Federer, Nadal e Djokovic ma loro sono stato competitivi ben oltre i 30 anni, perché facevano e fanno vita da atleti, Borg era l’opposto di Mc Enroe, sul campo Borg era un lord inglese e Mc Enroe un teppista, nella vita era l’opposto Mc era un tranquillo padre di famiglia Borg aveva una vita tutta sex and drug and rock&roll ( vedi bertè).

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