Bergomi, la signorilità non è un’opinione
Non è vero, come sullo slancio di comprensibili entusiasmi è stato scritto, che Beppe Bergomi durante il commento di Roma – Feyenoord “C’aveva la sciarpetta giallorossa”; anzi sarebbe limitativo, oltre che inverosimile.
La questione, o la nota di merito se preferite, sta nel fatto che i tifosi romanisti hanno tutti avuto il tempo, nonostante il grande coinvolgimento emotivo e una lucidità di conseguenza non ottimale durante la partita, di apprezzare un fatto, spesso non ravvisabile non solo in ex calciatori dall’appartenenza indiscutibile, ma anche in commentatori vari: l’ex bandiera interista e tuttora idolo nerazzurro Bergomi ha partecipato emotivamente, salvaguardando le sue osservazioni tecniche sempre circostanziate, al racconto della gara in cui erano in ballo le sorti di una squadra italiana. Senza pesare col bilancino dialettico l’importanza del trofeo; senza precisazioni o sfumature più o meno orientate in senso malizioso o polemico; senza alcuno snobismo nel ricordare i nomi degli avversari via via eliminati per snobbare indirettamente il trofeo.
Fate attenzione: qua il confronto non è con Di Canio e i suoi “salmonari”; sarebbe troppo facile e persino inutile. Peraltro l’ex laziale (o molto di più antiromanista?) è persino più giustificato rispetto a tanti altri nel far percepire un giudizio non del tutto obiettivo circa le vicende romaniste. Gli apprezzamenti a Bergomi nascono dal confronto con tutto un esercito di commentatori, a vario titolo, dai quali i tifosi romanisti – che non possono essere sempre e solo prevenuti o vittimisti – hanno sentito nel corso del tempo una serie di commenti dai quali si coglievano non solo critiche tecniche, ma spesso anche una serie di non richieste osservazioni “ambientali”, venate dal pregiudizio più banale: quello che deriva dai luoghi comuni.
La stima e gli apprezzamenti per Beppe Bergomi, il quale si è legittimamente mostrato euforico per una coppa europea riportata in Italia dalla Roma, stanno a significare che per riscuotere l’apprezzamento dei romanisti, che sono anche telespettatori e abbonati che pagano regolarmente, non bisogna fare i lupacchiotti con la sciarpetta al collo, se non lo si è: basta essere realmente obiettivi, riconoscere i meriti come le colpe, sostenere una squadra italiana a prescindere dai colori sociali. Quella che dovrebbe essere la regola per gli opinionisti televisivi e non, tutto sommato.