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Da Baby Crack a Big Bluff: 5 “enfant prodige” che stiamo ancora aspettando

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Il Real Madrid ha da poche settimane ufficializzato un 16enne, prelevato dalla lega giovanile brasiliana, per la modica cifra di oltre 40 milioni di euro.

Si tratta di Vinicius Junior, ormai ex Flamengo, che nel suo curriculum può vantare solo 17 minuti di calcio tra i grandi; un dato, però, che non ha fermato tanti utenti su YouTube dal creare video che ritraggono le sue grandi doti tecniche.

Nonostante sia diventato uno degli adolescenti più costosi del pianeta, probabilmente con un futuro ‘Galactico’ alo Real Madrid, Vinicius non giocherà per i ‘Blancos’ fino a quando non avrà 18 anni.

Come se non bastasse, dalle nostri parti tiene banco ormai da settimane il ‘caso Donnarumma’. 18 anni appena compiuti, un esame di maturità mandato al Diavolo (senza offesa per i tifosi del Milan) per godersi un po’ di relax (chiamiamolo così) ad Ibiza, e tanti milioni previsti dal nuovo contratto che dovrebbe, ormai il condizionale è d’obbligo, sottoscrivere con i rossoneri di Montella.

Una quantità di soldi enorme, esattamente come quella che erano disposti a spendere i migliori club europei per portarsi ‘Gigio’ a casa.

Stiamo parlando di due potenziali crack. Potenziali, per l’appunto. E se non fossero proprio così?

Ecco a voi, allora, una breve lista di alcuni tra coloro che avrebbero dovuto imperversare sui migliori palcoscenici di Europa e del mondo negli ultimi anni e che, invece, si sono rivelati, ahiloro, dei semplici bluff calcistici.

MARTIN ODEGAARD

Vinicius Junior, c’è un messaggio per te: scambia quattro chiacchiere con Martin Odegaard.

Nel 2015, a soli 16 anni, il norvegese firma per il Real Madrid dopo aste milionarie tra vari club europei.

In un primo momento, l’adolescente gioca per il Real Madrid B, vero nome ‘Castilla’, sotto l’allora allenatore Zinedine Zidane; solo una breve tappa di passaggio, si pensa. Invece no.

Il ragazzo fa il suo debutto in prima squadra dopo quasi due anni e ora è stato dirottato in prestito agli olandesi dell’Heerenveen.

Noi ti aspettiamo ancora, Martin.

BOJAN KRKIC

17 anni e 10 gol nella prima stagione in Liga. Messi, chi? Bojan Krkic pare poter ben presto diventare il vero fenomeno del Camp No.u

“Ci sono solo pochi giocatori che hanno un tocco così magico e Bojan è uno di loro”, parole e musica di Pep Guardiola nel suo periodo barcelonista.

Lentamente, però, qualcosa pare smarrirsi. Arriva un nuovo ‘fenomeno’ (Pedro, detto ‘Pedrito’) e Bojan si intristisce.

Nell’estate del 2011, quindi il distacco dalla casa madre. Si vola a Roma, sponda giallorossa, su espressa richiesta di un altro ex Barcellona: Luis Enrique, nuovo tecnico dei capitolini.

Ci si aspettano numeri clamorosi e gol a grappoli ma Bojan delude ancora le attese. Troppo discontinuo. Bello sì, ma poco efficace.

Da lì, parte una girandola straordinaria tra Milan, Ajax e Stoke City.

Ora, invece, è al Mainz, in Bundesliga.

Non proprio la stessa carriera della ‘Pulce’ blaugrana insomma.

FREDDY ADU

Qui si parla di storia con la ‘S’ maiuscola, signori.

Siamo all’inizio degli anni Duemila e negli USA spopola un solo nome: Freddy Adu

Messo sotto contratto dalla Nike a 13 anni, debutto in MLS a 14 (sì, avete letto bene), Adu viene ben presto soprannominato ‘il nuovo Pelé’.

Il brasiliano è terrorizzato (?) da tale paragone. Inizia a tremare.

A 18 anni, il volo in Europa: destinazione Benfica. Un fiasco.

Si passa dunque all’Aris, in Grecia, Caykur Rizespor, in Turchia, Bahia in Brasile per una samba, infine in Serbia tra Jagodina, Kuopion Palloseura e KuFu-98.

“Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”: probabilmente Ridley Scott voleva anticiparci la storia di Adu nel suo Blade Runner.

FEDERICO MACHEDA

MANCHESTER, ENGLAND – APRIL 5: Federico Macheda of Manchester United celebrates scoring their third goal during the Barclays Premier League match between Manchester United and Aston Villa at Old Trafford on April 5 2009, in Manchester, England. (Photo by Matthew Peters/Manchester United via Getty Images)

2009: durante una gara di campionato della Premier League, nella quale si sta lottando con i rivali storici del Liverpool per il titolo, il Manchester United sta fronteggiando l’arcigno Aston Villa. Il risultato non riesce a sbloccarsi dal 2-2, quando il leggendario Sir Alex Ferguson butta nella mischia un 17enne italiano: Federico Macheda.

Al minuto 93, proprio ‘Kiko’ si gira in area e col destro segna un gol da favola, per un finale da favola di una storia da favola.

Pare proprio l’inizio di un grande percorso. Tutti i media, nazionali e non, parlano di lui. Il ragazzo, però, fa giusto in tempo a realizzare un’altra rete prima di sparire definitivamente dai radar del calcio che conta.

Sei prestiti nei quattro anni seguenti spiegano la situazione meglio di qualunque altra parola.

Ora, Macheda milita in Serie B col Novara.

NICKLAS BENDTNER

Non è uno scherzo.

Sì, è proprio quello passato per lo Juventus Stadium.

A 16 anni, in realtà, il danese sembrava avere davvero tutto: forza, altezza, imponente presenza fisica e un brillante record nella sua carriera giovanile all’Arsenal.

Un grande impatto, poi, nel prestito al Birmingham City nel 2006, 11 gol e promozione in Premier per i Blues.

“Finalmente Wenger ha il suo centravanti per i prossimi anni”, il pensiero di molti addetti ai lavori.

Come è andata a finire, però, lo sappiamo un po’ tutti.

Più prestiti che gol e ora il mesto arrivo in Norvegia, col Rosenborg a ‘soli’ 29 anni.

Alcune prodezze, comunque, andrebbero ricordate:

  • Nel gennaio 2008, all’epoca all’Arsenal, è protagonista di una rissa violenta con Adebayor.
  • Nel dicembre 2011, al Sunderland, Bendtner e il compagno Cattermole vengono arrestati dalle autorità britanniche per aver recato danni a diverse auto a Newcastle.
  • Durante una partita in nazionale contro il Portogallo, Bendtner realizza una doppietta ed esulta mostrando delle mutande che fanno pubblicità a una nota azienda di bookmaker dopo il 2-2 parziale.
  • Il 5 marzo 2013, durante il periodo alla Juventus, essendo indisponibile per infortunio, chiede un permesso al club: pochi giorni dopo viene ritrovato in stato di ebbrezza a Copenaghen mentre guida contromano. Patente ritirata per tre anni e multa salata.
  • Infine, durante l’ultimo, breve ritorno all’Arsenal, è ancora multato per aver molestato un tassista a Copenaghen in stato di ubriachezza.

Grazie di tutto, Nick!

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