#Machenesannoi2000? Chiedetelo a Moise Kean.
Per alcuni è poco più di un tormentone, o forse “tormentino”, di mezza estate. Per altri è invece un mantra, ribadito a più riprese con tinte nostalgiche. Se vi capitasse però di incrociare Moise Bioty Kean, probabilmente non gli rivolgereste la classica domanda con tanto di hashtag #machenesannoi2000. Sì, perché questo ragazzone di 186 centimetri è stato il primo “millennial” a esordire in serie A e in Champions League. Il tutto nell’arco di tre giorni: tre come le reti rifilate dalla Juventus al Pescara prima e al Siviglia poi. “Ecco, un altro calciatore straniero nei nostri vivai” avrà storto il naso più di qualcuno. Sbagliando. Le radici di Moise sono ivoriane, ma la sua storia è legata sin dalla nascita all’Italia, precisamente alle risaie piemontesi. Nato il 28 febbraio del 2000 a Vercelli da genitori della Costa d’Avorio, ha condiviso con i fratelli Gildas, Ines Flora, Fadel e Giovanni il trasferimento della famiglia Kean ad Asti nel 2007. Proprio nella terra del vino ha dato i primi calci che contano al pallone. Mentre Del Piero e compagni vivevano l’onta della serie B, Moise esordiva nel Don Bosco, prima di trasferirsi all’Asti, notato dal responsabile del settore giovanile, Renato Biasi, e dall’allenatore Silvano Benedetti. È il più piccolo in famiglia, dicono il più “coccolato”:il rovescio della medaglia lo vive sul rettangolo verde, dove spesso le sue caviglie sono “massaggiate” senza richiesta dai difensori avversari. Da Asti a Torino, sponda bianconera, il passo è stato breve: nel 2014, mentre Antonio Conte salutava la Vecchia Signora, ha raggiunto la finale del campionato dei Giovanissimi Nazionali, persa poi contro la Roma. Kean è però esploso nella stagione successiva, ancora nella stessa categoria, segnando 21 gol in 10 partite, e guadagnandosi una promozione alla categoria successiva, gli Allievi Nazionali, con i quali ha segnato 14 gol in 15 presenze.
Sia nei Giovanissimi che negli Allievi, Kean giocava con ragazzi più vecchi di lui. Nella stagione 2015/2016, con la Primavera della Juventus, ha segnato 24 gol in 26 partite. Massimiliano Allegri nota il gigante d’ebano, chiede informazioni a Fabio Grosso e lo invita ad allenarsi con la Prima Squadra. Un bambino nel mondo dei giganti:”Non ha paura di nessuno in campo, ma rispetta tanto tutti fuori” assicurano dalle stanze dei bottoni bianconere. Tra avversari in allenamento come la BBC bianconera e Buffon (già portiere della Nazionale quando Kean nasceva), Moise è cresciuto in fretta. Gli infortuni in fila di Pjaca, Dybala e Higuain l’hanno costretto a scalare le gerarchie. Alle 22:25 di sabato 19 novembre scocca la sua ora. Sostituendo Mandzukic al 39′ del secondo tempo di Juventus-Pescara, diventa il primo giocatore nato nel 2000 a giocare in serie A, nonché il più giovane della storia bianconera. Pochi tocchi di palla, ovazione dello Stadium e titoloni sui giornali. Lui è andato a letto presto e l’indomani ha festeggiato in famiglia.
In contraddizione con il carattere estroverso e alcuni comportamenti un po’ sopra le righe, che in passato lo hanno legato al suo idolo Mario Balotelli. Nella sfida contro il Perugia, valida per il primo turno dei play-off Allievi Nazionali, Moise realizzò una doppietta e mostrò la maglia “Why always me”. Sempre lui: lo avrà pensato anche Allegri nella serata del Sanchez-Pizjuan. Punteggio in parità, dentro Moise per Pjanic e Juventus in goal con Bonucci e Mandzukic. Il ragazzo porta bene e ha festeggiato un altro record: superato Bryan Cristante come più giovane giocatore italiano di sempre ad aver disputato una partita nella massima competizione continentale e primo 2000 a giocare una partita di Champions. La strada è appena stata imboccata. Probabilmente, appena riavrà le sue punte a disposizione, Allegri accompagnerà Kean fuori dal ballo e lo restituirà alla Primavera di Fabio Grosso. Per Moise, però, è già tempo di scelte. Sulle nazionali ha le idee chiare: ha sia la nazionalità ivoriana che quella italiana ma, per ora, ha scelto sempre la nazionale italiana, giocando 21 partite e segnando 10 gol tra Under 15, Under 16 e Under 17.
Intanto sembra già finito nel mirino di Raiola. Il procuratore avrebbe già tentato l’estate scorsa di trasferire il calciatore nel campionato olandese. Un’operazione che sarebbe stata frenata dalla Juventus e dal papà di Moise Kean. Almeno ufficialmente, perchè nell’ombra si pensa sempre- lo sospetterà anche Beppe Marotta – che le mani di Mino siano già sul giocatore. Il baby in erba dia uno sguardo a Wikipedia: la vitamina “B”, come Babacar e Balotelli, potenziali fenomeni che da anni attendono di spiccare il volo, va assunta in dosi corrette. Buon cammino, Generazione Y.