La Ludopatia è una patologia grave che non riceve mai l’attenzione doverosa da parte dei media e soprattutto dello Stato che su questi “malati” purtroppo giornalmente ci lucra e ci risolleva i conti dell’erario.
La Ludopatia però sebbene sia legata direttamente al gioco, indirettamente porta chi ne è afflitto a dei gesti disperati, equiparabili a quelli dell’alcolista o ancor di più del tossicodipendente in cerca di una dose.
Negli ultimi giorni la cronaca ci ha regalato la storia di Gesonita Barbosa, donna brasiliana, che ha convinto il convivente ad uccidere il suo ricco marito per ottenere l’eredità e tanti soldi da potersi giocare in macchinette e giochi a premi.
“Se lui muore io divento ricca”. Era il mantra che Gesonita ripeteva sistematicamente al convivente Paolo Ginocchio per farlo abituare all’idea di compiere un gesto folle come un omicidio per risollevare le sorti della loro famiglia e permettere alla donna di passare le giornate con il suo passatempo preferito: il gioco d’azzardo.
Paolo Ginocchio quel gesto folle l’ha commesso davvero e nel buio di uno scantinato dove aveva attirato la vittima, al secondo tentativo dopo il primo andato a vuoto, ha spaccato la testa di Antonio Olivieri, marito di Gesonita in attesa della sentenza di separazione. Proprio la separazione faceva paura alla donna, così frettolosa di metterlo fuori gioco prima che non le spettasse più nulla.
I due sono stati arrestati e per loro il reato contestato è omicidio aggravato con l’aggravante della premeditazione. Gesonita Barbosa e Paolo Ginocchio hanno fatto l’ultima scommessa della loro vita, anche questa andata a male, ma stavolta non hanno perso una piccola somma di denaro o uno stipendio, stavolta hanno perso la loro libertà, visto che probabilmente termineranno i loro giorni in carcere.