Quello che è successo nella scorsa domenica nel campionato di massima divisione azera ha qualcosa dell’incredibile: nella partita di cartello tra l’Inter Baku, squadra della capitale e seconda classificata della scorsa stagione, e la formazione ospite, il Qarabag, campione in carica e noto alle cronache per la sua partecipazione alla Champions League delle ultime due annate, il centrocampista della compagine della città di Agdam, Elvin Mammadov ha calciato intenzionalmente fuori il rigore fischiato dall’arbitro allo scadere del tempo regolamentare sul risultato di 0-2. Considerato come una svista arbitrale, l’allenatore ha dato indicazione al suo giocatore di sbagliare il penalty, con grande apprezzamento da parte della squadra avversaria.
Come riporta Azerisport.com, Mammadov ha commentato l’errore dal dischetto come un sano gesto di fair play e, diversamente, qualora il rigore fosse stato concesso correttamente, non avrebbe esitato a calciare il pallone alle spalle del portiere.
Parole così esaltano la lealtà e la correttezza dello sportivo e ci fanno riconciliare con il calcio, sempre più afflitto da opportunismo e disonestà.
Tutto vero, per carità. Ci sorge solo un dubbio: chissà cosa sarebbe successo se il rigore fischiato al novantesimo, fosse stato assegnato sullo 0 a 0 e non con la squadra ospite in vantaggio di due reti?
Non potendo fare altro, ci affidiamo alla buona fede.