Questa volta, sotto le tre guglie del Monte Titano, ci avevano sperato sul serio. Vuoi perché sembrava l’annata giusta per le prime volte, dal Leicester campione d’Inghilterra alle sorprese europee di Islanda e Galles. Vuoi perché il solo nome della Champions League è sufficiente ad alimentare sogni tali che val la pena chiudere gli occhi. Anche se sei all’ultimo posto, il 78esimo, nel ranking delle squadre iscritte alla massima competizione europea. Anche se la tua provenienza, San Marino, è stimolante e romantica solo per i più ardimentosi giocatori da consolle.
Ma questa volta, a San Marino, ci avevano sperato sul serio. Il Tre Penne, campione nazionale di San Marino, il palato se l’era fatto davvero, dopo l’andata in Galles, nel primo turno preliminare di Champions contro The New Saints, persa per 2-1. Una sconfitta onorevole, tanto accettabile da esser capace di alimentare ottimismo per il ritorno. Certamente un enorme passo avanti rispetto all’esordio in Champions di tre stagioni fa, alla prima apparizione assoluta ai preliminari, stagione 2012/13, quando con i lussembrughesi del Dudelange finì, tra andata e ritorno, con un sanguinoso aggregate di 0-11.
Al San Marino Stadium contro i gallesi è finita 0-3, nonostante la fiducia, e, va ammesso, con un forte credito nei confronti della fortuna. Anche questa avventura europea, per il Tre Penne, si è chiusa al primo turno preliminare, come tutte le precedenti. La Repubblica si era fermata, non senza una certa trepidazione, con la speranza di raccontare l’ennesima bella storia di calcio. Appuntamento rinviato all’anno prossimo. Ancora una volta. Perché se le belle storie non sono così facili, perché se alla consolle scegliere San Marino è una sfida per i più ardimentosi, qualcosa vorrà pur dire.
Non è mancata la voglia di crederci, ai campioni nazionali di San Marino. Da queste parti, devono pensare che, se si deve sognare, tanto vale farlo forte. Talmente forte da farsi uscire il sangue dal naso, avrebbe cantato De André. Il Tre Penne ha sognato forte, fin dal mercato. Ci avevano provato con coraggio, senso della dignità ed in ogni caso realismo, il presidente Fabrizio Selva e il diesse Maurizio Di Giuli, ad esaltare i tifosi e a non rassegnarsi al ruolo di comparsa, corteggiando addirittura Antonio Cassano. La notizia, qualche settimana fa, aveva fatto il giro d’Italia: i sammarinesi del Tre Penne sull’attaccante della Samp, con la possibilità, per il barese, di rigiocare la Champions. “Sarà difficile, ma ci proveremo fino alla fine”, aveva detto Di Giuli. Già, perché non crederci? Del resto La Fiorita, altra squadra di San Marino impegnata in Europa League e battuta proprio dal Tre Penne nella finale di campionato a maggio, era riuscita a tesserare Damiano Tommasi.
Cassano non è arrivato. Neanche il secondo turno di Champions League per una squadra della Repubblica di San Marino è arrivato. La bella storia di sport deve aspettare ancora un po’. Perché va da sé che le belle storie siano tali perché difficili. Verrà l’ora, presto o tardi. Per il Tre Penne, o per chi seguirà nell’albo d’oro del campionato di San Marino. Sognando forte. Perché se devi sognare, tanto vale farlo forte.