L’arrivo braccia al cielo di Fabio Aru alla conclusione terza tappa del Giro del Delfinato, giunto mercoledì nella località di Tournon dopo una giornata piena di insidie, rappresenta per gli appassionati di ciclismo un déjà-vu che fa ben sperare per il ciclismo tricolore in vista dell’imminente Tour de France. La vittoria in solitario del corridore sardo in anticipo sulla rimonta del gruppo lanciato in volata ricorda, nella sua conclusione, l’azione di forza con cui Vincenzo Nibali sbaragliò la concorrenza e vestì la sua prima maglia gialla nel trionfale Tour 2014 al termine della seconda frazione con arrivo a Sheffield, preludio a una cavalcata trionfale che avrebbe visto lo “Squalo dello Stretto” far su altre tre tappe e concludere la Grande Boucle con oltre 7 minuti di vantaggio sul secondo classificato, Jean-Christophe Péraud. La settima vittoria da professionista di Aru, che inoltre rappresenta il primo successo del “Cavaliere dei Quattro Mori” al di fuori del circuito delle grandi corse a tappe, è figlia di un’azione decisamente inconsueta per le caratteristiche tecniche dell’abile scalatore sardo: il forcing decisivo che ha permesso ad Aru di scavare il solco necessario a garantirgli il successo sul gruppo principale è stato infatti imposto non con lo scatto sull’ultima salita ma con la spettacolare azione nella discesa conclusiva, che hanno segnato la differenza tra la vittoria e il riassorbimento da parte del gruppo, destino in cui sono incorsi i precedenti compagni di fuga di Aru. Un vero e proprio successo alla Nibali, dato che proprio come il suo compagno di squadra dell’Astana anche Fabio Aru ha dimostrato di sapere fare dell’imprevedibilità un’arma, di essere in grado di prendersi rischi calcolati e, di conseguenza, di dare spettacolo, dimostrando oltre a una sopraffina tecnica anche il carisma degno di un corridore dal palmarès decisamente importante (una vittoria e un quinto posto alla Vuelta, due podi al Giro d’Italia) per i suoi 26 anni.
Inoltre, Aru ha palesato lo stato di forma brillante con cui si appresta ad affrontare il Tour de France, che scatterà da Mont-Sant-Michel il 2 luglio prossimo, conquistando una frazione importante della principale corsa di avvicinamento alla Grande Boucle, il Giro del Delfinato consideratone la vera e propria prova generale da tutti i principali favoriti per la conquista della maglia gialla di Parigi, tra cui Chris Froome e Alberto Contador. Rivali durissimi con cui Aru si troverà a competere sulle strade francesi, nelle quali è atteso da una decisiva prova di maturità per sancire la definitiva consacrazione a fuoriclasse. L’edizione 2016 del Tour de France sarà dominata da quattro, importantissimi arrivi in salita (Andorra-Arcalís, Mont Ventoux, Finhaut-Emosson e Saint-Gervais Mont Blanc) nelle quali Aru dovrà giocoforza confrontarsi a viso aperto con avversari che in passato ha saputo più volte mettere in seria difficoltà sulle grandi montagne di Italia e Spagna, essendo riuscito a staccare Froome in due occasioni alla Vuelta 2014, a sfiorare un clamoroso ribaltone del Giro 2015 sul Colle delle Finestre contro Contador e, in generale, a non sfigurare mai in alcun confronto diretto. Punto forte su cui dovrà imperniarsi la strategia di Aru per il Tour sarà la compattezza della sua squadra, la kazaka Astana che ha imposto al Giro d’Italia appena conclusosi una vera e propria tirannide nel corso delle tappe conclusive, contribuendo in maniera esemplare alla rimonta di Vincenzo Nibali conclusasi col tripudio di Torino. Il team guidato dall’ex professionista e campione olimpico in carica Aleksandar Vinokourov ha intenzione di replicare in terra di Francia il vittorioso assalto alla maglia rosa ed è pronto a dispiegare una formazione ancor più competitiva per supportare la corsa di Aru: Jacob Fuglsang e Tanel Kangert, abilissimi scudieri dello “Squalo dello Stretto”, saranno ai nastri di partenza del Tour incaricati di fungere da pesci pilota nelle grandi tappe di montagna; l’inossidabile ed eterno Paolo Tiralongo, rodatissimo gregario che ha fatto del suo cognome il suo egregio mestiere, consigliere e amico stretto di Aru, dovrà supportarli in questo compito; Diego Rosa e Dario Cataldo contribuiranno a un generale controllo della corsa, mentre ai due volenterosi passisti Andrij Grivko (ucraino) e Aleksej Lutsenko (kazako) sarà affidato il compito di macinare chilometri nel corso delle lunghe, assolate e afose giornate nelle pianure francesi. Una squadra che sembra coperta in ogni reparto, a cui bisogna tuttavia aggiungere l’elemento che potrebbe potenzialmente risultare decisivo, il supporto d’eccezione che nel corso delle ventuno tappe della gara francese si è affidato il compito di guardare a vista Fabio Aru e di mettere al servizio del capitano designato il peso della sua classe sconfinata: Vincenzo Nibali. Sono le stesse parole del fresco vincitore del Giro 2016 a confermare che il suo ruolo nell’imminente Tour sarà incentrato sul completo servizio verso il corridore sardo, che si potrà dunque vedere lautamente ricompensate le fatiche del Giro 2013, il primo conquistato da Nibali, durante il quale l’allora ventitreenne Fabio Aru seppe essere un valido supporto per contribuire alla vittoria finale del siciliano.
Aru-Nibali: il target d’eccellenza del ciclismo azzurro unito nell’azzurro kazako della divisa Astana, come sarebbe dovuto essere anche nella scorsa edizione della Vuelta di Spagna prima della beffarda e ingenerosa esclusione di Nibali nelle battute iniziali della corsa. Un binomio che potrebbe, se bisogna dar seguito alle voci che parlano di un Nibali intenzionato a lasciare l’Astana a fine anno, essere vicino alla sua ultima rappresentazione, pronta ad andare in scena sul principale palcoscenico del ciclismo mondiale. Punta di lancia di una squadra altamente competitiva, Fabio Aru si prepara alla sua prima partecipazione al Tour con legittime aspettative positive: la vittoria al Giro del Delfinato e la decisione di Nibali di correre completamente in sua funzione rappresentano importanti segnali in vista dell’avvio di una Grande Boucle che, a un mese dalla partenza, sembra già in assoluta bagarre.