Articoli per fumatori e Cbd: le nuove tendenze del mercato

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Articoli per fumatori e Cbd: le nuove tendenze del mercato

Negli ultimi anni si è assistito ad una nuova direzione all’interno del mercato degli articoli per fumatori. Merito, se la si vuole vedere in senso positivo, dell’irruzione sulla scena anche politica, a livello di dibattito, della cannabis legale, la cosiddetta light, quella che può essere venduta tranquillamente ed assunta dai consumatori in quanto non presenta livelli di Thc, ovvero la sostanza che è responsabile dell’effetto sballo.
Una novità non da poco che è andata a ridisegnare un settore, come quello degli articoli per fumatori, con tanti prodotti nuovi legati a questa caratteristica. Così hanno visto la luce tanti venditori e distributori di prodotti di questo genere, fattore che ha generato una filiera di articoli per fumatori ingrosso.

L’incertezza normativa

In Italia tutto è partito, a livello di legge, nel 2016, anno in cui fu introdotta la normativa n.242 (era il 2 dicembre, per la precisione) entrata poi in vigore il 14 gennaio 2017. Quella legge andava a chiarire le posizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, considerandola come una pianta agricola e industriale.
Una norma rivoluzionaria che aveva aperto un mondo nuovo, considerando la coltivazione e il commercio della cannabis sotto una nuova luce, rendendo legale la coltivazione e la vendita di cannabis e derivati purché la concentrazione di Thc (Tetracannabidiolo, la sostanza che nella cannabis è responsabile di effetti psicotropi) fosse inferiore allo 0,2%.
In sostanza si promuoveva l’uso della cannabis con elevati livelli di Cbd, il cannabidiolo, altra sostanza presente naturalmente nella pianta ma che, a differenza del Thc, non aveva effetti psicotropi. Ecco allora che era esploso il mercato del Cannabidiolo, facendo le fortune di chi lavorava ad esempio nel campo del cbd ingrosso.

La legge attuale in materia di Cannabis light

Ad oggi nel settore c’è meno certezza rispetto ad allora, quando sembrava si fosse intrapresa una deriva tesa a liberalizzare sempre di più il tema. Chi opera all’interno di questo mondo tende a riferire che si naviga a vista, con leggi che prima vanno in una direzione per poi essere superate da provvedimenti di matrice opposta.
Ad oggi, dopo che il comparto è esploso creando lavoro per oltre 10mila persone, ci si trova di nuovo nel dubbio se la cannabis light sia legale o no. Un problema forse più politico che legale. La coltivazione di cannabis è consentita solo per scopi industriali e riferita a prodotti con concentrazione di Thc al di sotto dello 0,5%. Per il commercio invece, si parla di infiorescenze entro un limite di 0,2% di Thc.
La legge quindi non vieta espressamente produzione e vendita di cannabis light. Tuttavia ci sono sempre interpretazioni che possono generare equivoci. Nel 2020 ad esempio in Italia, il ministro della Salute Speranza aveva classificato il Cbd come sostanza stupefacente, dando una botta di arresto notevole ad un comparto che valeva allora 150 milioni di euro.
Oggi il mercato va comunque avanti, con riferimento a produzione e vendita di sostanza che rientri nei limiti di cui sopra. Ma si è sempre in attesa di un quadro normativo definitivo e chiaro, che non lasci spazio ad interpretazioni di natura soggettiva.

Bisogna inoltre ricordare che il CBD non è un ingrediente di consumo in tutta Europa, questo articolo è stato scritto considerando le regolamentazioni del Regno Unito per quanto riguarda il CBD in cibi e bevande, per favore se non sei un rivenditore del Regno Unito conferma le regolamentazioni alimentari del CBD nel tuo paese. Trova maggiori informazioni qui.

 

 

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