Due arbitri ed un assistente di linea sono stati sospesi per tre mesi dalla Confederazione di Calcio Africano (Caf) dopo che le loro prestazioni sul campo durante alcuni match di qualificazione ai mondiali russi del 2018 sono state ritenute gravemente insufficienti.
Il fischietto ghanese Joseph Lamptey ha assegnato al Sudafrica un calcio di rigore inesistente nella vittoria dei ‘bafana bafana’ per 2-1 sul Senegal.
L’arbitro del Kenya Davies Omweno, invece, ha negato un gol regolare alla nazionale libica durante la sfida contro la Tunisia, terminata poi 1-0 in favore di quest’ultima selezione. La ‘colpa’ in realtà è tutta appannaggio del suo assistente, Berhe O’Michael, proveniente dall’Eritrea, che ha alzato la bandierina per segnalare il fuorigioco.
La Caf, poi, ha ‘ammonito’ pure l’altro guardalinee della sfida, il rwandese Theogene Ndagijimana.
Che dire, un comportamento davvero inusuale all’interno del mondo del calcio. Ad ogni latitudine, infatti, le federazioni tendono a difendere pubblicamente gli arbitri da qualunque polemica. Evidentemente, la Caf ha voluto invertire la rotta esponendo al pubblico ludibrio alcuni dei propri ufficiali di gara. Un rischio non da poco.
Saranno d’accordo Fifa e Uefa? Molto probabilmente no. Entrambe, infatti, sono solite mantenere la politica del ‘no comment’ in riferimento agli errori commessi da arbitri e guardalinee sui terreni di gioco. Chissà che, a questo punto, non ci si inizi ad interrogare anche in altre parti del globo sul comportamento da tenere nei confronti di fischietti ed assistenti in caso di errori durante le partite.
La Caf ha giustificato le proprie decisioni attraverso un comunicato ufficiale in cui si dice che Lamptey è stato responsabile di una ‘prestazione negativa’ dal momento che ha “assegnato un calcio di rigore per fallo di mano mentre la palla non ha davvero colpito l’arto superiore del calciatore in questione“.
Non una novità per Lamptey la sospensione dall’attività arbitrale, visto che in una semifinale della Champions League africana del 2010 egli convalidò un gol irregolare e fu costretto dalla federazione ad uno stop forzato pari a sei mesi.
Come anticipato, pure l’arbitro Omweno è stato criticato dalla Caf che lo ha ‘accusato’, nel medesimo comunicato di cui si parlava in precedenza, di “scarsa abilità a posizionarsi correttamente sul campo rispetto alle azioni in corso, identificazione dei falli non corretta e scarsa capacità di gestire i cartellini“.
Il suo assistente, O’Michael, invece, “è stato insufficiente per non aver convalidato un gol regolare alla Libia e, in generale, per essere apparso spesso incerto sulle valutazioni riguardanti gli offside“.
Ndagijimana, infine, ha avuto la ‘colpa’ di “fermare più volte il gioco per segnalare dei fuorigioco dubbi, che si sarebbero potuti trasformare in pericolosi attacchi per le difese avversarie“. In questo caso, si tratta di una vecchia regola non scritta di cui si sente spesso parlare pure in Italia: se il fuorigioco è dubbio, meglio lasciar correre l’azione per favorire lo spettacolo.
Nonostante le perplessità dettate da tali sanzioni, di sicuro c’è che una nuova frontiera sembra essersi aperta.
Vedremo, dunque, a breve novità di questo tipo anche nei campionati di calcio e nelle competizioni europee più importanti?