Come Gigi Riva, anche Antonio Janni subì un grave incidente alla gamba con la maglia della Nazionale contro l’Austria a Vienna. Accadde nel 1929 e cinque anni prima contro la Germania aveva patito un altro infortunio. Parliamo di un giocatore che nel 2013 sul Guerin Sportivo Matteo Dotto ha inserito al 26° posto tra i 100 di sempre del Torino.
Una vita in granata, prima come mediano e poi come centrocampisti. In riva al Po i bianconeri Boniperti, Charles e Sivori formavano il ‘Trio delle meraviglie’. Ve ne era stato anche uno torinista composto da Adolfo Baloncieri, Julio Libonatti e Gino Rossetti, ma ben presto ci fu una correzione: da trio a poker di uomini, perché dietro ai funambolici attaccanti vi era lui, Janni.
In granata dal 1920 al ’37 conquistò uno scudetto (senza dimenticare quello revocato del 1927) e una coccarda tricolore. Di lui Vittorio Pozzo scrisse: “Janni vuole bene al suo Torino e sa che non si combatte che per la gloria di una bandiera o di una divisa. Sente questo dovere di gregario, sacrificando non il suo avvenire ma il personale successo del momento. E per questo l’amore suo verso la Società che l’ha accolto e l’ha inoltrato nei primi passi è ricambiato dai dirigenti e tifosi con quella spontaneità che costituisce il sogno più nobile di quei sentimenti che affratellano tutti i componenti della vasta famiglia granata, una famiglia eccezionalmente numerosa e che non è compresa tutta e solamente nella lista sociale”. Ha anche allenato il Toro, portandolo nel 1943 allo scudetto -subentrato a stagione in corso- e alla Coppa Italia.
Ponendo quindi le basi del ‘Grande Torino’. Da tecnico del Varese aveva segnalato Franco Ossola al presidente granata Ferruccio Novo.