Il Napoli che lascia da sconfitto lo Juventus Stadium contro il figlio prediletto che ha fatto “incazzare” tutti, parola di Maurizio Sarri, prosegue in questa sua guarigione dopo il black-out totale avvertito dal secondo tempo col Benfica alla partita di Crotone. I problemi continuano ad essere evidenti ed anche di facile previsione ma vediamo cosa è andato e cosa no nella partita contro la Juve.
La difesa e la costruzione juventina
Il primo tempo del match è stato davvero brutto. Non solo perché non ci sono state particolari azioni, non solo perché le squadre si sono solamente studiate, ma proprio perché tanti errori semplici ne hanno condizionato l’andazzo. In realtà il match è cambiato con l’uscita di Chiellini per Cuadrado, un fattore imprescindibile per la squadra di Allegri ormai, quanto Dybala. Sarri sapeva della forza offensiva della Juve ed ha impostato un pressing molto alto non solo per difendere meglio, ma anche perché ha provato costantemente a creare una superiorità numerica e quindi Diawara saliva su Hernanes, Hamsik ed Allan coprivano gli esterni e Mertens ha fatto un grande lavoro di schermatura su Bonucci, coprendogli non solo le visuali per il lancio lungo, ma annullando anche lo scambio Bonucci-Hernanes (qui anche Diawara importante).
La grande capacità di Allegri di leggere le partite gli ha permesso di capire subito questo stile azzurro, di conseguenza ha cambiato l’assetto difensivo in fase di impostazione già con Chiellini in campo dove Barzagli e Lichsteiner si allargavano e salivano cosicché con Bonucci e Chiellini si formasse una perfetta linea a 4 difensori.
Khedira si è abbassato per costruire un 424 perché Allegri voleva che i suoi affrontassero in parità numerica i difensori azzurri ed ha pensato a sfruttare le geometrie del tedesco che difatti ha inventato l’occasione migliore per Higuain, con Chiriches che ha chiuso all’ultimo secondo.
Attacco Napoli
Il Napoli ha pagato ancora una volta una certa sterilità dovuta all’indisciplina tattica di Mertens ed alle sue difficoltà di interpretare il ruolo, male aiutato dai suoi compagni. A difesa schierata le occasioni migliori del Napoli sono arrivate quando hanno lanciato Insigne nello spazio alle spalle di Lichtsteiner e con le combinazioni di passaggi rapidi tra lo stesso Insigne, Mertens ed Hamsik. La combinazione di passaggi maggiore arriva sulla fascia destra tra Hysaj e Callejon perché lo strapotere fisico di Alex Sandro sulla fascia ha lasciato comunque molte lacune alle sue spalle e le zone di azione degli azzurri si sono divise equamente sulle tre zone orizzontali del campo.
Il Napoli ha provato a colpire i bianconeri dalla distanza ed ha tentato tantissimi passaggi corti per scardinare la difesa juventina e portarla anche all’errore per stanchezza dato che fisicamente il divario è stato netto e deciso: il povero Mertens ogni qual volta provava a tenere un attimo il pallone e respirare si è trovato addosso Bonucci che come un falco gli ha strappato il pallone. Questa netta differenza fisica è stata accentuata da una precisa scelta juventina sul piano partita: fate sentire il corpo. Interventi durissimi per tutto il match, alcuni leali, alcuni no, che hanno colpito il corpo dei giocatori di Sarri.
La posizione media degli azzurri è molto alta perché il Napoli ha provato a colpire tra le linee la Juventus ma come si evince anche dal grafico, spesso gli esterni erano schiacciati sulla linea del centrocampo o giocavano troppo vicino alla punta e questo ha facilitato il compito della difesa bianconera nell’arginare la rapidità e l’agilità dei piccoletti azzurri.
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Napoli, fase difensiva
La difesa alta ieri non ha funzionato nel Napoli. Partita educata sia di Chiriches che di Koulibaly ma i due centrali non hanno saputo gestir bene le ondate offensive bianconere tra le linee e la trappola del fuorigioco è fallita troppo spesso, cosa che ha permesso ad Alex Sandro ed Higuain di essere molto pericolosi fin da subito, ed a Cuadrado di esserlo una volta subentrato.
Hysaj è ancora a terra fisicamente e tralasciando il match col Benfica è davvero pessimo l’inizio campionato dell’albanese. A conferma del debito di ossigeno dell’ex Empoli, e del resto della difesa partenopea contro la Juve, il Napoli ha spazzato il pallone 23 volte e come si evince dal grafico è sulla destra che il Napoli ha avuto difficoltà nel provare ad uscire palla al piede.
Il coraggio di Allegri, i problemi di lettura di Sarri
I momenti cruciali del match sono stati i cambi. Allegri è lì che ha vinto la partita, come spesso fa. Il cambio Chiellini-Cuadrado è tutto tranne che da manuale ma il coraggio premia il livornese: con Cuadrado e Lichtsteiner la Juve difendeva con soli due uomini di ruolo anche perché Allegri ha percepito la sterilità offensiva partenopea. Questa scelta ha comunque messo in difficoltà i bianconeri, soprattutto quando Hamsik si ritrovava con il pallone tra i piedi ed un po’ di libertà di movimento ma alla lunga la scelta di Allegri ha pagato perché la Juve ha concretizzato ad inizio ripresa le forzature a cui ha costretto il Napoli, con la squadra di Sarri obbligata a stringere le linee di difesa e centrocampo, difendere più basso e contemporaneamente allargare la squadra date le folate degli esterni.
Contestualmente, il rating offensivo è calato a picco con l’uscita di Insigne e l’ingresso di Giaccherini prima, e con l’uscita dal campo del regista oscuro della squadra, Marek Hamsik per El Kaddouri che ancora una volta entra in campo e nessuno lo vede.
I gol subiti
I media napoletani stanno massacrando da ieri il povero Ghoulam che è sì stato il peggiore in campo ma non l’assoluto male della partita di ieri. Clamoroso l’errore sul primo gol della Juventus: svirgolare in area in Serie A vuol dire quasi sempre subire una rete.
Al Napoli è capitato poche volte negli ultimi anni: ieri con Ghoulam, gol di Higuain, in un Napoli-Chievo al San Paolo, l’errore fu di Fideleff e segnò Moscardelli, altre volte con vari protagonisti, ma quella di ieri fa male.
Sul secondo gol il problema è stato invece Allan, troppo poco reattivo ad accorciare sull’attaccante, l’algerino incolpevole in quel frangente. Problemi creati anche da Chiriches che si gira al momento del tiro limitando il contrasto allo stesso.