A Tu per Tu con Alessandro Cavallo, ballerino finalista di Amici 20. Fin da piccolo Alessandro si appassiona alla danza, ed inizia così a studiare all’Accademia Tersicore di Brindisi. Poi frequenta un corso di studi all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Qui grazie al suo talento perfeziona la sua base classica, potenziando allo stesso tempo anche la tecnica di danza contemporanea. Dopo il diploma per Alessandro arriva però una battuta d’arresto. Un brutto infortunio alla schiena infatti lo costringe alla pausa forzata, e per diverso tempo il ballerino deve stare a riposo.
Amici rappresenta per lui una rivincita e oltre alla meritata finale ottiene due proposte di lavoro: una dal Balletto di Roma e un’altra per un posto nel musical Dirty Dancing, per il progetto Brodway Milano con il produttore teatrale Karl Sydow.
Ciao Alessandro, come e quando hai iniziato a ballare?
Non c’è stato un vero e proprio inizio. Ero nella scuola di danza di mio fratello dove si facevano balli di coppia e a 10 anni a causa di lutto in famiglia, mio fratello ha chiuso la scuola e mia cognata diceva che avevo talento e dovevo continuare. Grazie alla mia maestra Antonella che aveva intravisto del talento in me, mi misi alla prova e un giorno mi disse di muovermi senza pensare ai passi da fare e scoppiai a piangere. Lì fu l’inizio di tutto e la danza per me è stata una valvola di sfogo, è un bisogno.
Ad Amici hai mostrato la tua versatilità. Quale è il tuo genere di ballo in cui sei specializzato?
Nasco come ballerino di classico, e mi son diplomato proprio in questo genere alla Scala di Milano. Una volta entrato ad Amici ho scoperto un mondo che mi ha affascinato tanto e mi sono messo in gioco, e questo mi è piaciuto tanto perché mi piace mettermi alla prova e mettermi in gioco in tanti tipi diversi di danza.
Sempre restando in tema c’è un esibizione tra serale e pomeridiano a cui sei particolarmente legato?
È una domanda difficilissima (ride ndr). Penso sia impossibile rispondere a questa domanda perché ogni esibizione mi ha lasciato un qualcosa dentro. Come ad esempio i pezzi emotivi di Elena (D’Amario ndr) che hanno fatto emergere la mia sensibilità, oppure quelli di Marcello (Sacchetta ndr) che mi davano tanta adrenalina in scena.
Nella tua carriera hai mai avuto un ballerino a cui ti sei ispirato?
Assolutamente sì, ed è Mikhail Baryshnikov. Mi ispiro a lui e spesso guardo i suoi video. Per me è un idolo indiscusso ed è un’ispirazione. Lo reputo il migliore di sempre ed è unico e mai nessun ballerino sarà come lui.
Hai conquistato meritatamente la finale, che ricordo hai di quella serata?
Sicuramente il ricordo più bello della finale è il ballo con il brano “La Cura” di Battiato. Mi sono emozionato tanto anche perché c’è stata la sorpresa di mia mamma ed è stato un momento speciale.
Dopo la finale tu e i tuoi compagni di viaggio siete tornati dopo tanti mesi di duro lavoro a casa dai vostri amici e familiari. Ti stai ancora riposando o hai ripreso a ballare ed allenarti?
Senza la danza non riesco a starci e non riesco a stare fermo. Sono stato praticamente a riposo per 5 giorni, ma subito dopo ho ripreso anche per mantenere la forma fisica che ho acquisito e voglio rimanere in forma.
In ultimo ti voglio chiedere di chiudere gli occhi e vedere l’Alessandro tra 10 anni. Dove ti vedi?
In realtà non mi vedo in un posto preciso. Mi piace tanto viaggiare, fare nuove esperienze e mettermi alla prova. Sia la TV che il teatro mi danno emozioni, ma dopo il mio infortunio vivo alla giornata godendomi i singoli momenti senza pormi grandi aspettative e poter ballare per me è la soddisfazione più grande.