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Alla scoperta del magico mondo degli Sport Gaelici

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Il mondo degli sport gaelici è tanto affascinante quanto, per noi, particolare e poco conosciuto. Andiamo a scoprirlo con l’aiuto di Daniele Giannarini, uno dei maggiori conoscitori italiani di queste discipline e amministratore della pagina Facebook “Sport Gaelici Italia”  aperta quasi per gioco e che sta però sempre più diventando un punto di riferimento per gli appassionati di casa nostra.

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Daniele  quali sono gli Sport Gaelici e la loro origine?

Gli sport gaelici principali sono calcio gaelico (gaelic football) ed hurling, cui si affiancano due discipline molto meno diffuse ma comunque praticate ed importanti, la pallamano gaelica ed il rounders che è una sorta di progenitore del baseball. Gli sport gaelici hanno origini piuttosto antiche e la loro presenza viene testimoniata nei secoli da numerosi documenti storici che ne parlano in relazione a fatti di cronaca o di leggi che ne vietavano o regolavano la pratica. La loro codifica è avvenuta però soltanto a fine Ottocento, per salvaguardarli dalla diffusione dilagante in quegli anni di rugby e calcio. Questi sport sono sentiti con molto orgoglio dagli irlandesi che li considerano parte integrante della loro cultura e della loro identità sociale e nazionale, tanto che non di rado vennero osteggiati, se non proprio limitati, dai britannici durante gli anni più problematici della loro presenza in Irlanda.

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Parliamo Calcio Gaelico, quali sono le regole principali e le competizioni?

Il gioco si sviluppa in un un campo rettangolare, con 15 giocatori per squadra  e i vari sostituti in panchina. Ai due lati del campo ci sono due porte ad H come nel rugby che nella parte sotto la traversa orizzontale presentano una rete come nel calcio. Se un giocatore indirizza il pallone, tondo e leggermente più piccolo ma più pesante di uno da calcio, tra i pali sopra la traversa consegue un punto, se lo spedisce in rete calciandolo e deviandolo al volo di mano segna un gol che vale tre punti. Le regole più complesse riguardano il possesso del pallone: si ottiene alzando la palla da terra esclusivamente di piede, spesso con un gesto particolarmente tecnico chiamato ‘pickup’, o conquistandola con le mani se rimbalza o è sospesa in aria; la palla può essere passata di piede o con la mano mediante un pugnetto, ma non può essere lanciata come nel rugby; soprattutto, un giocatore non può stare fermo più di 4 secondi e tenere tra le braccia la palla per più di 4 di passi, dopo dei quali dovrà effettuare un palleggio o con la mano, chiamato “bounce”, oppure col piede, chiamato “solo”. Il “bounce”, che è più facile, non può essere fatto 2 volte consecutivamente e deve essere necessariamente alternato almeno una volta da un “solo”, che invece può essere effettuato illimitatamente. In fase difensiva il contatto è regolamentato in maniera piuttosto vaga, è più fisico del calcio ma meno nel rugby, infatti non sono previsti placcaggi. L’arbitro ha tre cartellini: giallo, rosso e nero: i primi due sono speculari al calcio, l’ultimo costringe il giocatore ad uscire dal campo ma può essere sostituito. In Irlanda le competizioni più importanti sono i tornei estivi ad eliminazione diretta per contee che aggiudicano le mitologiche coppe Sam Maguire per il football e Liam McCarthy per l’hurling, le cui finali vengono giocate nello stadio Croke Park a Dublino. Durante l’anno c’è anche un torneo con girone all’italiana per contee, la League, ed i tornei per club.

Esiste un’attività femminile?

Assolutamente sì ed in Irlanda, per quanto abbia meno seguito rispetto alla controparte maschile, ha comunque un nutrito consenso e forte partecipazione tra le ragazze. Negli ultimi anni sponsor importanti e la televisione nazionale irlandese in lingua gaelica, TG4, seguono da vicino la disciplina.

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Tu come ti sei appassionato?

Come per le più grandi passioni, del tutto per caso. Sono sempre stato attratto dall’Irlanda di cui sono più che appassionato e nel mio primo viaggio nell'”isola smeralda” da ragazzo, sognato da molti anni, ho scelto come “base logistica” per le mie visite un cottage nella Contea di Mayo. Al tempo non lo sapevo ma la contea è ben nota nell’ambiente per la passione quasi inverosimile che hanno i locali per il football gaelico, rafforzata dal fatto che la squadra abbia perso ben 8 finali consecutive dal 1951, spesso in situazioni rocambolesche, con la nascita dell’ aneddotto che sia stata colpita da una maledizione. La gente del luogo con grande pazienza e dedizione mi insegnò le regole, invitò a vedere i match, mostrò foto, raccontò ricordi come fossi uno di loro e lì scatto la scintilla. Altri viaggi successivi e varie letture hanno trasformato poi un curioso interesse in un’autentica passione.

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In Italia ci sono squadre, un campionato?

In Italia il calcio gaelico è uno sport ad oggi molto di nicchia e poco conosciuto, il più delle volte quando ne parli la gente arriva addirittura a confonderlo col calcio fiorentino o l’aussie rules. Rispetto a qualche anno fa però la conoscenza di queste discipline sta crescendo esponenzialmente, anche grazie alla maggior accessibilità televisiva e non di rado ci organizziamo per provare a vedere insieme le partite in qualche pub.
Ciò ha contribuito alla formazione di un movimento che si prodiga anche attivamente sul campo: ad oggi vi sono tre squadre riconosciute dalla GAA,  che sono Rovigo, Padova e Lazio. La prima è la capostipite e si occupa con dedizione anche di rounders e gaelic handball, mentre i padovani hanno avuto la notevole capacità di attrarre sin da subito ragazzi italiani in squadra e creare un gruppo stabile che partecipa con regolarità ai vari tornei. La squadra romana, dove gioco anche io, inizialmente è nata come un club fondato da un irlandese che raccoglieva soprattutto irlandesi che vivevano a Roma ed altri interessati al football, ma col tempo è entrata a far parte della Polisportiva biancoceleste ed oggi annovera quasi esclusivamente giocatori italiani. Tutte e tre le squadre giocano nei tornei europei dell’area Centro ed Est Europa che si svolgono in primavera.
Per quel che riguarda le Ladies, sono presenti la squadra femminile della Lazio e le Venetian Lionesses che si sono contese proprio ad inizio dicembre la prima storica edizione della Coppa Italia.

Hai assistito a partite in Irlanda?

Ho assistito ad alcune partite in Irlanda, paradossalmente non a Croke Park che ho soltanto visitato. Una delle esperienze più belle è stata questa estate nel villaggio di Kilcar, nel selvaggio Donegal, dove con alcuni compagni di squadra siamo stati ospiti del club locale e abbiamo assistito ad una partita di League in uno dei campi più pittoreschi d’Irlanda, a ridosso della scogliera più imponente d’Europa e di una suggestiva baia. Sia giocatori che tifosi di queste squadre sono soliti farsi anche centinaia di chilometri ed ore di viaggio dai luoghi in cui studiano o vivono solamente per la partita e per indossare con orgoglio i colori del loro piccolo villaggio. Quando giocano le contee il tutto è notevolmente amplificato. Generalmente l’ambiente degli stadi maggiori è fantastico, specie per le finali per le fasi finali tra contee: nonostante la fisicità dello sport, il tifo è molto corretto ed appassionato ed i tifosi stanno a stretto contatto tra loro senza problemi di sorta, anche perché spesso composto da club interi e famiglie stante la forte correlazione tra squadre e comunità.

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Per concludere vorrei sottolineare che negli sport gaelici non esiste professionismo. Anche al massimo livello, davanti a 80.000 spettatori e dirette televisive nazionali ed internazionali, i giocatori in campo sono amatori che non di rado il giorno dopo dell’evento tornano alla loro vita quotidiana. Giocatori ed allenatori non percepiscono compensi per l’attività che svolgono e riescono ad allenarsi il più delle volte destinando il loro tempo libero dopo la giornata lavorativa o di studi universitari. Non è raro vedere giocatori in diretta nazionale la domenica e sul giornale lunedì mentre sono intenti a mungere le mucche delle fattorie di famiglia! In questo anche i migliori giocatori d’Irlanda non sono troppo distanti da noi che giochiamo in Italia, che il venerdì pomeriggio lavoriamo e magari la sera corriamo a prendere un treno o un aereo a nostre spese e solo per passione per giocare il giorno dopo nell’altro capo d’Europa!

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