Il doping, è risaputo, altera i parametri fisiologici. Nello sport questo comporta dei vantaggi che possono rivelarsi determinanti per chi ne fa uso. Le sostanze dette “illecite” però non possono darti tutto e non ti danno, soprattutto a livello psicologico, quello che non hai. Se non hai la “stoffa” del campione, anche prendendo queste sostanze (di ogni tipo, sempre più sofisticate e all’avanguardia) non diventi un fenomeno e nemmeno un campione. Puoi migliorare ma fino ad un certo punto. Le capacità innate che distinguono un atleta di buon livello da un campione di certo non si trasmettono con il doping.
Se non ami la fatica, se non ami allenarti ore e ore senza compromessi, se non ami alzarti presto la mattina e aver come unico obiettivo quello di dare tutto (qualsiasi sport sia), se non ami vivere impegnandoti al massimo ogni giorno per dare il meglio di te, nulla e nessuno potrà sostituirti e anche il doping si rivelerà solamente un aiutino, niente di più. Puoi provare ad imboccare una scorciatoia ma se non sai dove andare ti perdi, qualsiasi sia il tuo obiettivo.
Alex Schwazer ha dimostrato che il doping è stata una piccola parentesi che gli ha creato solo ed esclusivamente danni, nessun beneficio. O forse, gli ha fatto capire che così non poteva andare avanti. La causa che lo ha portato ad andare alla ricerca di questa scorciatoia era che non si sentiva più sereno, era sconsolato e di conseguenza non riusciva più a correre come sapeva. Aveva smesso di amare quello che faceva, non ci trovava più senso, non si divertiva e il suo grande “motore” stentava, fino ad arrivare a fermarsi. Aveva finito la benzina ed era alla ricerca di un distributore che potesse aiutarlo a risolvere questo problema senza fare fatica.
Tutto ciò si è rivelato un fallimento. E’ stato trovato positivo, è stato squalificato, ha scontato la squalifica ed ora è tornato a correre forte, come ha sempre fatto. Con questi tempi ha dimostrato che il carburante l’ha sempre avuto, solo che per un periodo “la pompa” che alimentava il motore si era bloccata, chiusa, smettendo di svolgere il suo compito.
Alex ha riflettuto, si è reso conto di aver commesso degli sbagli, ha chiesto scusa e si è rimesso in moto. Dopo aver staccato per alcuni mesi, ha voluto nel suo staff un uomo che il doping lo conosce molto bene: Sandro Donati, paladino dell’antidoping e portavoce di coloro che si spremono affinché lo sport sia pulito. Sandro ha preso al volo la richiesta di Alex. Ha capito che Alex voleva ripartire con il piede giusto, che voleva lasciarsi alle spalle questa brutta parentesi e che con tanta, tantissima umiltà voleva tornare a gareggiare. Ripartire? Si, proprio cosi, tornando a far viaggiare il motore con i giri giusti, quei giri che gli hanno permesso di guadagnarsi l’oro olimpico a Pechino 2008.
Nei mesi di squalifica non ha smesso di allenarsi e di immagazzinare chilometri nella gambe. Il 29 aprile, ha finito di scontare la squalifica e domenica 8 maggio ha corso a Roma la 50 km di marcia nei mondiali a squadre. E’ partito sereno, consapevole che non aveva nulla da perdere. Il suo sogno era vincere per staccare il pass per le olimpiadi di Rio. Dopotutto, aver ancora la possibilità di poter gareggiare per andare a Rio era più che un stimolo per dimostrare che il doping non gli è servito e che non aveva dimenticato come si corre.
Come ha risposto? Da grande campione. Ha tagliato il traguardo davanti a tutti in 3h39’. “E’ stato bellissimo qui a Roma, un tifo incredibile. Ringrazio i compagni, che mi sono stati vicini e in gara sono stati fantastici: tanti azzurri nei primi dieci. Tutto bello. Non me la dimenticherò questa gara“. Nonostante questo tempo parli chiaro, le polemiche non sono mancate. Un suo avversario, l’australiano Jared Tallent (campione olimpico) ha attaccato Alex: “Ha vinto ancora una volta uno che bara”. Alex ha risposto cosi: “Si vede che era stanco. Ed è stato poco con me in gara”. Il discorso è proprio questo. I rivali sanno lo spessore di Alex e temendolo, provano ad attaccarlo. Lui però non crolla e in gara zittisce tutti. Ora che è tornato in piena forma ci sarà anche lui a competere per l’oro a Rio.
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