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Alberto Sordi e lo Sport: una storia d’amore

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Alberto Sordi e lo Sport: una storia d’amore

Il 24 febbraio 2003 ci lasciava un monumento del cinema italiano, Alberto Sordi. Un uomo che nella vita aveva due grandi passioni: il cinema e lo Sport. E nei suoi film spesso le cose coincisero. Per l’occasione vi raccontiamo il suo amore per lo Sport.

“Americà, facce Tarzan!”. Chi può dimenticare la celebre sequenza di Un giorno in Pretura, quando Alberto Sordi nuota nudo nella Marrana.

Il rapporto tra Sordi e lo sport fu una storia d’amore. Tormentata. Come tutte le storie d’amore, ma soprattutto, come tutte le storie romane (e di conseguenza “albertosordiane”) molto autoironica.

Fin da giovane Albertone, prendeva in giro il suo stesso essere quel “fusto”, che però di fatto poteva apparire agli occhi del pubblico dell’epoca. I suoi ruoli riflettono spesso il curioso scambio di ruoli. Nando Mericoni,  il personaggio che più di ogni altro contribuì a lanciare Sordi verso il successo (dall’episodio di Un Giorno in Pretura ad un film tutto suo come Un Americano a Roma), è appunto un ragazzone, che si tuffa nel Tevere, tipo Mister Ok, nuota come “tarzan” e si autocelebra quale Santi Bailor, di origini americane, campione di baseball mancato per colpa del destino e dei genitori, ma in effetti in grado di arrampicarsi in cima al Colosseo per essere mandato finalmente a Kansas City.

Alberto giocherà sempre su tali pseudo qualità sportive ingigantite. Dal giovane podista quando interpreta il “compagnuccio della parrocchietta” (Mamma mia che impressione)

Dal cavaliere del Conte Max (che cade all’ostacolo ma certo non si tira indietro) fino al allo sciatore del primo cinepanettone Vacanze d’Inverno che s’immolerà per amore su una discesa molto pericolosa.

alberto sordi e lo sport

 

Molti comici posteriori a Sordi, riprenderanno, per non dire ricopieranno simili gesta, (su tutti ricordiamo la tragica fine sciistica dell’azzurro Fantozzi nel primo film) ma lo faranno portando agli estremi e al parossismo le bugiarde capacità sportive del personaggio. Mentre Sordi, rimaneva e rimane sempre in bilico, le sue imprese appaiono perfino credibili, perché lui aveva o presumeva di avere il famoso physique du rôle.

Capitolo a parte merita poi il particolare rapporto che Alberto aveva con il calcio. Più volte vissuto in prima linea da tifoso. Già in quel famoso episodio de Un Giorno in Pretura racconterà del Derby di Roma, che diventerà un suo cavallo di battaglia nell’affrescare Roma e i romani.

 

Le sue battute diventeranno graffi famigerati nella presa in giro tra romanisti e laziali. E la sua fede giallorossa lo renderà ancora più emblematico ambasciatore di come si vive a Roma il calcio.

 

L’acqua dal terrazzo e le pernacchie a Peppino de Il Marito, fino a la spietata analisi del ritorno di Mericoni in Di che Segno sei?

Che sintetizza il suo pensiero tanto osannato dai tifosi romanisti.

Chi è nato a Roma è romanista. I laziali sono quelli de fori le Mura, che ce porteno l’ove fresche e le ricotte, a quanno arriveno in città, alzano la testa e dicono: “Guarda ‘nmbò che cielo limbido!” (Alberto Sordi, 1982).

La Curva Sud rende omaggio al suo beniamino quasi ad ogni partita, ed innumerevoli sono gli striscioni che sono apparsi in suo onore. L’occasione di Roma Empoli del 2 marzo 2003 ad una settimana circa dalla scomparsa di Sordi (24 febbraio) fu quella più commuovente. Fu intonato pure “Ma ‘ndo vai…”.

Chiudiamo però questo ritratto sportivo dell’Albertone nazionale parlando del suo film più incentrato sul calcio. Probabilmente non a caso lontano da Roma proprio per non generare conflitti di squisita lucidità nel suo raccontare l’Italia.

 

alberto sordi e lo sport

Il presidente del Borgorosso Football Club, film del 1970. Commedia, diretta da Luigi Filippo D’Amico che affronta con una certa dose di conoscenza l’ambiente folle e passionale del pallone nel Belpaese.

Alberto interpreta Benito (anche qui non certo un nome a caso, la sua imitazione di Mussolini alla finestra è leggendaria) Fornaciari, impiegato del Vaticano, che riceve dal papà Libero in eredità la società calcistica del Borgorosso FC, la squadra di calcio del paese romagnolo omonimo. (Il Borgorosso Football Club 1919 è una società di calcio esistente. Fondata a Roma nel compleanno di Alberto Sordi, nell’anno 2006).

Il nuovo presidente non è interessato al calcio ma rapidamente viene trasportato dalla passione dei tifosi. Da qui nascono tutta una serie di parodie che faranno da scuola anche a tutti i film sul tema che verranno.

Preso di mira fu prima di tutti Helenio Herrera, il mago di quegli anni, che qui diventa l’allenatore italo-peruviano, José Buonservizi, lo stregone, che sbaglia tutte le profezie fondate sulla sua cocciuta presunzione. C’è la contestazione dei tifosi. C’è il calciomercato. Tutto gira intorno agli investimenti del presidente, che dopo aver esonerato il santone diventa egli stesso la vera guida della squadra sfiorando l’impresa con il centravanti Celestino Guardavaccaro, pagato a peso d’oro.

Ci sono le polemiche arbitrali, l’invasione di campo per un rigore, e la conseguente squalifica, fino alla follia finale dell’ingaggio esorbitante del vero campione: Omar Sivori. Che costerà il fallimento della squadra. Vi ricorda qualcosa nel mondo romagnolo?

C’è perfino il doping (l’avversaria Celerina viene punita di 10 punti per uso di anfetamine). C’è la superstizione a braccetto con la cultura cattolica (Don Regazzoni sempre presente) ma soprattutto c’è il calcio degli italiani, della provincia, del bar.

Il film fu girato a Bagnocavallo, ma le scene delle partite furono ambientate allo stadio di Lugo (Ravenna), dove gioca il Baracca Lugo. I bianconeri del Borgorosso sarebbero stati ispirati dal Cesena di Dino Manuzzi, che porta gli stessi colori e che visse in quegli anni la favola di passare dalla C, alla B fino alla Serie A.

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