“Alla radice di tutto c’è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio”. Ad accoglierti all’ingresso del sito ufficiale dell’Alassio Fc, formazione della Prima Categoria di calcio ligure, è una frase partorita da una delle più geniali menti che il dorato mondo del pallone abbia conosciuto, quella di Johan Cruijff. Chissà come si saranno divertiti i ragazzi allenati da mister Amedeo Di Latte, trascorsi nelle giovanili della Sampdoria da portiere e una vita spesa sui campi dilettantistici, quando al fischio finale della partita vinta domenica 8 gennaio ad Albissola contro il Santa Cecilia, firmata da Lupo, Montalto, Colli e Monteleone, hanno messo in cascina la trentatreesima vittoria consecutiva, eguagliando il record europeo di vittorie consecutive detenuto dal Ponsacco. Un sigillo sul calcio europeo, che pone la formazione di un comune di 10mila anime in provincia di Savona al di sopra di blasonate società come il Benfica, capace di vincere “solo” 29 partite nel massimo campionato portoghese.
Se stanno sognando, non svegliateli. E’ il messaggio recapitato ai media a chiare lettere dal presidente dell’Alassio, Fabrizio Vincenzi: “Sto vivendo uno dei momenti più belli della mia carriera. Non parlo esclusivamente del record in sè, ma soprattutto per il modo e per le persone con cui è arrivato” ha raccontato a margine dell’acquisizione del curioso primato, figlio della volontà di un gruppo di dilettanti, di giorno impiegati, liberi professionisti e seri lavoratori e di sera calciatori con la mente da professionisti sul campo di allenamento. “Sono davvero orgoglioso di questo gruppo – ha rincarato la dose Vincenzi- che, con merito, è riuscito a portare il nome di Alassio a livelli così elevati. Il primato assoluto? Di certo ci proveremo, arrivati a questo punto, senza alcun tipo di ansie, è giusto ambire alla 34° vittoria consecutiva“. L’Altarese, prossimo avversario domenica tra le mura amiche, è avvisata.
Ai piccoli grandi record, in fondo, ad Alassio ci stanno facendo il callo: i gialloneri sono anche la prima squadra nei campionati dilettantistici in Italia ad aver vinto tutte le partite di Coppa Liguria per due stagioni di seguito. Una scalata al “muretto”, quello reso famoso dalla vocazione turistica della città negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quelli della Dolce Vita. Nei primissimi anni cinquanta Alassio rappresentava infatti una delle capitali della vita mondana internazionale: grandi nomi del cinema e della cultura, spettacoli ed eventi ad ogni ora del giorno, bel mondo. Motivo principale di tutto questo il Caffè Roma, storico locale gestito dalla Famiglia Berrino, vero e proprio punto di incontro in cui era doveroso essere di casa se si apparteneva al jet set e si era in vacanza ad Alassio o in Riviera. Tra questi Ernest Hemingway: chissà se nel gruppo capitanato da Manuel Scaglione, lo scrittore statunitense avrebbe riscontrato la grace under pressure dei personaggi di indole stoica che hanno animato tanti dei suoi racconti e romanzi brevi. Di certo, vi avrebbe riscontrato goliardia: quella messa in campo dall’Alassio Fc a Natale, quando i componenti della rosa, capeggiati da mister Di Latte, hanno improvvisato una foto “speciale”, approfittando di una serata di relax vissuta in piscina, vestiti da pallanuotisti, dottori e infermieri per augurare ai propri tifosi buone feste.
Così, oggi, quel muretto di fronte al Caffè Roma, dove si possono contare circa 1000 piastrelle autografate da nomi che hanno fatto la storia (compresi quelli di Mina, Domenico Modugno, Mike Bongiorno, Fred Bongusto, Giampiero Boniperti, per citarne alcuni), si prepara ad accogliere quelli dei calciatori dell’Alassio Fc, dominatori del campionato con 45 punti e una vetta detenuta a +10 sulla seconda. Perché, come recita un’altra citazione di Luciano De Crescenzo contenuta nel sito ufficiale del club, “Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore”. Chiodo dopo chiodo, muretto dopo muretto.
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