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71 anni del Boss: Bruce Springsteen e l’amore per lo Sport in una canzone

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71 anni del Boss: Bruce Springsteen e l’amore per lo Sport in una canzone

Bruce Springsteen, per molti semplicemente “The Boss”, compie oggi 71 anni. Il grande cantautore americano, è nato il 23 settembre 1949 nel New Jersey.

Dai più conosciuto per pezzi intramontabili come “Born In The U.S.A.” o “Glory Days”, Springsteen è ad oggi uno dei massimi rappresentanti musicali del genere rock a livello mondiale. Ma come tutte le grandi star anche il “capo” ha avuto un qualche lato sportivo durante la sua carriera. In questo pezzo noi di Io Gioco Pulito vorremmo svelarvi un aneddoto riguardo la composizione della canzone “Glory Days” che, non a caso, comincia in questo modo: “I had a friend was a big baseball player”.

L’episodio descritto ha luogo quando un giovane Springsteen frequentava il liceo presso la St. Rose of Lima School. In quel periodo, oltre a far parte stabilmente parte del locale team di baseball, la futura stella del rock aveva stretto una profonda amicizia con Joe DePugh, suo compagno di squadra.

Joe DePugh, nel tempo, si fece conoscere dai più visto che diventò un importante lanciatore della Little League: un’organizzazione sportiva americana che organizza tornei giovanili, sia in America che nel resto del mondo, di softball e baseball. Con Springsteen, Depugh aveva militato in Babe Ruth League.

Entrambi mostrarono da subito una certa abilità nel baseball. E tra essi, almeno stando a quanto affermato in varie testimonianze, vi era un certo feeling sul campo da gioco.

Col passare del tempo però, il futuro Boss, perse attrazione nei confronti di quello sport visto che aveva da poco fondato una sconosciuta band chiamata “E Street”. Lo stesso DePugh, in una delle tante interviste rilasciate, affermò come Springsteen “perse interesse per il baseball”; lui, invece, non era “altro che sport”.

Questo incidente di percorso separò le strade dei due che però, si rincontrarono per caso, qualche anno dopo: precisamente nell’estate del 1973.

La carriera sportiva del lanciatore non fu affatto facile. Sostenne, difatti un provino, con i Los Angeles Dodgers ma non riuscì a passarlo.

Per questo motivo fu costretto a svolgere vari lavori: da quello di insegnante precario fino all’imprenditore autonomo.

Dopo l’incontro casuale con Springsteen, DePugh andò in Vermont e divenne un gran fan del suo ex compagno di scuola. Nel 1984 uscì forse il più bel lavoro del cantautore: “Born In The U.S.A.” . DePugh seppe, quasi per caso, che vi era una canzone all’interno dell’album sovracitato, intitolata “Glory Days”, che Springsteen aveva dedicato a lui. Quando la notizia diventò ufficiale cambiò anche la carriera sportiva del diretto interessato.

Venne infatti chiamato da una lega di baseball per signori over50 e fu accolto come una star. Come da lui testimoniato “quando mi presentavo per la prima pratica quell’estate, questi ragazzi venivano da me e si sentivano la manica della mia maglietta e dì: “Oh, sei reale. Pensavamo fossi una leggenda.”

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