Sessantasette anni fa, il 4 maggio 1949, alle 17.03 l’aereo che stava riportando in Italia la squadra del Torino di ritorno da una partita amichevole di beneficenza a Lisbona, si schianta tragicamente contro la collina di Superga nei pressi del capoluogo piemontese. Le condizioni avverse del tempo fecero sì che il velivolo, per il forte vento che soffiava, venisse spostato dal suo asse di discesa, e le nubi basse così come la pioggia presenti intorno alla zona dell’aeroporto, causassero la tragedia: 31 vittime tra cui molti giocatori, dirigenti allenatori e 3 giornalisti.
In un attimo il Grande Torino, capace di vincere 5 scudetti consecutivi dal 1942 al 1949, venne spazzato via da un infame destino. Il difficile compito di riconoscimento delle salme fu affidato all’ex ct della Nazionale Vittorio Pozzo che di quel Torino aveva fatto l’asse portante dell’Italia. Il campionato di quella stagione fu interrotto e la vittoria venne consegnata a tavolino ai granata, i quali, come le altre squadre nelle restanti partite, schierarono la compagine primavera e la nazionale italiana decise addirittura di utilizzare la nave per il viaggio che li avrebbe portati a disputare i Mondiali del 50 in Brasile.
Al funerale ci furono più di un milione di presenti. La tragedia venne ricordata in tutto il mondo, come il Corinthians che in un gesto di solidarietà scese in campo con la casacca granata. Nel corso degli anni, molte sono state le iniziative per commemorare la strage: è stato instaurato nel 2008, un museo dedicato, “il Museo del Grande Torino“, presso Villa Claretta Assandri di Grugliasco, dove sono conservati resti dell’aereo e oggetti personali dei caduti, tra cui la valigia di Mazzola. Nel 2015, la Fifa ha proclamato il 4 maggio come la “giornata mondiale del giuoco del calcio“.
Oggi, come ogni anno dalla fatidica data, verrà celebrata la messa alle ore 17 presso la basilica che sorge proprio sulla collina di Superga. Presenti oltre ai familiari delle vittime o semplicemente appassionati legati alla storia degli invincibili granata, l’intera squadra del Torino di Mister Ventura e il Presidente Urbano Cairo. Al termine della cerimonia, toccherà al capitano Kamil Glik leggere, dove è situata la lapide celebrativa, i nomi di tutte le vittime. Allo stesso modo, presso il Cimitero Monumentale, vi sarà un’iniziativa in cui verranno visitate le tombe dei giocatori scomparsi del Toro e sarà dato spazio a racconti ed aneddoti di una delle squadre più forti del panorama calcistico italiano e mondiale.
In ultimo, dopo l’intitolazione dello Stadio Olimpico al Grande Torino, a seguito della stessa petizione che ha consentito il cambio nome dell’impianto, anche la Mole Antonelliana si colorerà di granata. Nel frattempo sono già partiti i lavori per il rifacimento dello storico stadio Filadelfia, casa immortale di questa stupenda squadra.
“Solo il fato li vinse”