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Il 6 aprile per la pace

E’ la Giornata internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace voluta dall’Onu

Il 23 agosto 2013, con la risoluzione A/RES/67/296, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò la Giornata internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace. Una ricorrenza che tale risoluzione, fortemente sostenuta dall’allora Segretario Generale Ban Ki-moon, decise di celebrare il 6 aprile di ogni anno. Fu un riconoscimento molto importante che l’Onu volle assegnare allo sport quale strumento ideale per veicolare tutti quei valori che risultano determinanti nel facilitare una crescita armonica e pacifica del consorzio umano.

Mai come quest’anno, quindi, è importante dare rilievo a questo appuntamento che, in contrasto con le drammatiche vicende che si consumano in Ucraina, sollecita l’opinione pubblica mondiale in merito agli obiettivi per i quali si dovrebbe davvero combattere: lo sviluppo della società e la pace, che dello sviluppo è indispensabile presupposto. In questa direzione i valori dello sport costituiscono un elemento di supporto fondamentale in quanto capaci di promuovere integrazione sociale, uguaglianza di genere, stili di vita salutari, sviluppo economico nonché capacità di conoscenza e confronto, fattori determinanti nel prevenire i conflitti di ogni tipo.

La data per celebrare la Giornata internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace non è stata scelta a caso: fu infatti il 6 aprile 1896 che vennero inaugurati ad Atene i primi giochi olimpici dell’era moderna, voluti dal barone De Coubertin con l’intento di promuovere gli stessi principi che hanno spinto l’Onu a fissare la ricorrenza in calendario.

Numerose in tutto il mondo le iniziative di sensibilizzazione sul tema: in Portogallo si correrà la Corsa per la Pace in diverse città del Paese; all’università Nanterre di Parigi si terrà un workshop dal titolo “Lo sport come risposta per la pace” mentre anche all’Expo di Dubai si sono tenuti degli eventi sul tema nei giorni scorsi. In un mondo in cui negli ultimi due anni gli equilibri internazionali e la coesione sociale sono stati messi a dura prova prima dalla pandemia e oggi dalla minaccia di una guerra su scala globale, lo sport può giocare la sua partita più importante.

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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