149 a 0: quando una sconfitta ti regala un posto nella storia del calcio
Il Madagascar, al giorno d’oggi, è conosciuto per essere la quarta isola più estesa del mondo. Oltre a ciò, lo stato insulare di fronte alla costa sud-orientale del continente africano, è famosa anche per la sua biodiversità caratterizzata da alcuni animali, come lemuri e camaleonti, e da diverse piante: ad esempio la vaniglia o il baobab.
Da un punto di vista sportivo, dalle parti della capitale del paese Antananarivo, lo sport più famoso è, senza dubbio, il cricket. Anche il calcio, però, sta acquistando sempre più importanza grazie soprattutto alla nazionale di calcio: essa occupa, attualmente, il 100esimo posto del ranking mondiale della Fifa.
Il Madagascar è famoso, da un punto di vista calcistico, per essere stato il paese in cui si è disputata una partita di pallone terminata con la sconfitta più clamorosa della storia del calcio mondiale. Il 31 ottobre 2002, per l’esattezza, il match l’AS Adema e la SO de l’Emyrne si è infatti concluso con il punteggio di 149 a 0.
Un vero e proprio punteggio da incubo. D’altronde, proprio in quelle ore, nel resto del mondo si stava festeggiando la festa di Halloween: la ricorrenza annuale più “paurosa” che ci sia…
Il match si disputa nella sovra-citata città di Antananarivo, più precisamente nell’impianto conosciuto con il nome di Mahamasima Municipal Stadium: il più grande e conosciuto dell’intero stato insulare.
Entrando più nei dettaglio, a sfidarsi sono la prima e la seconda forza del campionato delle Isole dell’Oceano Indiano. Da un punto di vista della classifica, però, il match non ha più alcun significato visto che uno dei due team, l’AS Adema, ha già vinto il titolo nazionale con una giornata di anticipo.
Essa è riuscita ad arrivare a tale trionfo non solo, ahimè, grazie alla sua forza. Nella giornata precedente, infatti, la penultima del torneo, la sua avversaria principale, la SO de l’Emyrne, ha pareggiato per 2-2 contro un’altra squadra del torneo, la DSA Antananarivo.
Tale match, che ha sancito la vittoria matematica dell’Adema, si è però conclusa con più ombre che luci. L’arbitro, infatti, il signor Benjamina Razafintsalama, ha fischiato, negli ultimissimi minuti dell’incontro, un rigore più che dubbio che ha permesso al DSA di pareggiare e all’Adema di vincere il campionato.
Il fato ha poi voluto che, a dirigere la partita tra l’Adema e l’Emeryne, fosse stato designato proprio Razafintsalama. L’Emyrne, allora, ancora scottata dalla decisione presa una settimana prima, decide di mettere in scena una protesta abbastanza clamorosa.
Dopo aver pensato a varie strade da intraprendere, dal mandare in campo la primavera, fatto abbastanza inusuale a queste latitudini, al non presentarsi proprio sul terreno di gioco, si decide di entrare in campo e segnarsi, consapevolmente, il maggior numero di autogol possibili.
Detto, fatto. Tale protesta, infatti, viene messa in pratica fin dai primi minuti dell’incontro, una volta che l’arbitro ha fischiato l’inzio del match.
I giocatori dell’Emyrne, infatti, cominciano a segnarsi una serie impressionante di autogol scagliando, all’interno della propria rete, quanti più palloni possibili.
Né l’arbitro né i giocatori avversari si oppongono a questa assurdità che sta andando in scena, probabilmente storditi da tale forma di protesta e si limitano, semplicemente, ad assistere impotenti. Gli unici che provano a fare qualcosa sono gli spettatori, ignari e increduli di ciò a cui stanno assistendo. Si precipitano giù dalle tribune fino ad arrivare a bordocampo, per chiedere il risarcimento del prezzo del biglietto.
Nonostante le reiterate proteste provenienti dagli spalti, il direttore di gara non ferma l’incontro. Tutto questo fa sì che, quando il cronometro segna il 90° minuto, il risultato sia arrivato al punteggio di 149-0.
Questo basta per far entrare la partita nel Guinness dei primati, per quel che riguarda la differenza di reti nel punteggio finale. Tale primato resiste ancora oggi e crediamo che verrà difficilmente battuto anche nel futuro.
Le conseguenze, manco a dirlo, furono pesanti: al termine dell’incontro, la Federazione calcistica del Madagascar squalificò per tre anni Zaka Be, l’allenatore dell’Emyrne e ideatore della protesta, e per diversi mesi alcuni giocatori in campo.
Questa partita, nonostante la sua assurdità, si è guadagnata un posto di diritto nel gruppo dei match più folli di tutti i tempi. I giocatori dell’Emeryne possono infatti vantarsi di non aver mai fatto toccare palla agli avversari per tutti i 90 minuti….peccato, però, che abbiano segnato solamente nella porta sbagliata!