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11 Miliardi che non esistono ma che salvano spesso i bilanci dello Stato. La Ludopatia esiste davvero?

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La Fondazione Bruno Visentini dell’Università Luiss di Roma ha presentato il “Rapporto 2017” sulla percezione sociale del gioco d’azzardo in Italia con  un’analisi a livello territoriale, di genere, per classi di età e sociale del gioco fisico ed on-line in Italia, su un campione di 1.600 intervistati. Il risultato è che il 44% degli italiani maggiorenni ha scommesso almeno una volta nell’ultimo anno, ma solo lo 0.9% è da considerarsi un “gambler” problematico a forte rischio ludopatia. Gratta e Vinci, Lotterie e SuperEnalotto i giochi più amati.

La Fondazione sostiene che “la stragrande maggioranza dei cittadini ha un rapporto sereno con il gioco”. Il gioco preferito dagli Italiani continua a essere quello del Gratta&Vinci seguito dalla Lotteria Italia per le donne e dal Superenalotto per gli uomini, ma la percentuale maggiore di giocate è invece concentrata per quasi il 50% nelle Newslot e Videolottery.

Che lo stato italiano abbia molto più interesse ad incentivare il gioco piuttosto che frenarlo non è certo un mistero. L’industria de gioco, infatti, è una delle più floride in Italia, pari allo 0.6% del PIL nostrano e porta nelle casse dello stato italiano circa 11 miliardi di euro in gettito fiscale. Ergo, nonostante le campagne politche “politically correct” atte a limitare il gioco d’azzardo da parte di quasi tutti i partiti per prendere dei voti in più, difficilmente queste troveranno mai una vera e propria attuazione poiché vorrebbe dire far perdere il posto di lavoro a decide di migliaia di persone impiegate nel settore e soprattutto un grandissimo introito economico.

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